Nancy Ann Tappe Intervistata da Jan Tober
Nancy, lei è stata
la prima a identificare e scrivere sul fenomeno degli Indaco nel suo
libro, Understanding Your Life Through Color. Che cos'è un
Bambino Indaco, e perché li chiamano così?
Li chiamo Indaco
perché quello è il colore che "vedo".
Cosa significa?
Il loro colore di
vita. Io guardo i colori delle persone per capire che missione sono
venuti a compiere qui sul piano terrestre, cosa sono venuti a
imparare, qual è il loro programma educativo. Fino a un certo punto
degli anni Ottanta sentivo che dovevano essere aggiunti al sistema
altri due colori, perché ne avevamo fatti scomparire due. Avevamo
fatto scomparire il fucsia, e avevamo reso obsoleto il magenta.
Quindi ritenevo che quei due colori di vita sarebbero stati
sostituiti da altri. Fui molto colpita quando trovai una persona
fucsia a Palm Springs, perché quel colore era sparito all'inizio del
Novecento, o almeno così mi era stato detto.
Dicevo a tutti che
ci sarebbero stati altri due colori di vita, ma non sapevo quali
sarebbero stati. Mentre li cercavo, ho "visto" degli Indaco. Stavo
svolgendo ricerche all'Università di Stato di San Diego, cercando di
costruire un profilo psicologico completo che si ponesse al di sopra
di ogni critica scientifica. All'epoca uno psichiatra, il dott.
McGreggor, collaborava con me.
Sto cercando di
ricordarmi il nome di un altro medico, ma non ci riesco. Ora lavora
all'Ospedale dei Bambini, e suo figlio fu il primo di cui mi accorsi
realmente, perché sua moglie, che non poteva averne, aveva dato alla
luce un bambino. Il piccolo era nato con un grave soffio al cuore e
il dottore mi chiamò chiedendomi di andare a trovare il bambino per
scoprire cosa "vedevo". Allora andai da loro e quello fu il momento
in cui stabilii con certezza che questo era un nuovo colore che
ancora non faceva parte del mio sistema. Il bambino morì circa sei
settimane dopo tutto accadde molto velocemente. Quello fu il primo
incontro fisico che mi dimostrò che quei bambini erano diversi. Da
allora ho cominciato a cercarli.
Ho smesso di insegnare all'Università
di San Diego nel 1975, quindi so che tutto ciò è successo prima di
allora. Non diedi molta importanza alla cosa fino al 1980, quando
iniziai a scrivere il mio libro. Ci sono voluti due anni per farlo
stampare ‑ la prima edizione è del 1982 mentre quella attuale risale
al 1986. Quindi avevo rilevato per la prima volta il fenomeno negli
anni Settanta. Negli anni Ottanta l'ho chiaramente etichettato e ho
dato inizio alla fase di studio personologico, perché a quel punto
c'erano già bambini di cinque, sei e sette anni e io potevo
osservarli e "leggere" la loro personalità per scoprire meglio di
cosa si trattava.
La cosa più
importante che ho imparato osservandoli era che non avevano un
programma di vita come noi, e non ce l'hanno neanche oggi. Non ne
avranno uno per altri otto anni. Vedrete verificarsi un grande
mutamento nei Bambini Indaco quando raggiungeranno l'età di 26, 27
anni. Il cambiamento implica che il loro scopo di vita diventerà
chiaro.
I più grandi
acquisiranno molta più stabilità nei compiti che stanno svolgendo,
mentre i più piccoli arriveranno già muniti di un progetto di
massima su ciò che svolgeranno nella vita. Sembrerebbe che molto di
ciò che accadrà dipenda ancora da noi.
E' ancora allo
stato di ricerca. Questo è il motivo per cui ho molto procrastinato
la stesura di un libro sugli Indaco. Mi fa piacere che lo stiate
scrivendo voi. Sembra esserci un tremendo interesse, un enorme
bisogno di saperne di più sull'argomento.
Esatto. C'è,
perché la gente non capisce questi Indaco. Sono bambini
computerizzati, il che sta a significare che saranno più inclini a
usare la testa che il cuore. Penso che questi bambini oggi arrivino
avendo a portata di mano alcune regole di visualizzazione mentale.
Sanno che se riescono a dare un nome a questa cosa, ne avranno il
controllo. Sono bambini tecnologicamente orientati, il che mi dice
che in futuro sono destinati a diventare ancora più tecnologici di
quanto noi lo siamo oggi. A tre o quattro anni, questi bambini
capiscono già delle cose sui computer che neanche un adulto di
sessantacinque anni riesce a spiegarsi.
Sono ragazzi
tecnologici bambini nati per la tecnologia, il che significa che
possiamo facilmente predire ciò che vedremo accadere nei prossimi
dieci anni: una tecnologia che va al di là della nostra
immaginazione. Credo che questi bambini stiano aprendo un portale, e
che arriveremo al punto in cui nulla richiederà più uno sforzo,
eccetto che di natura mentale.
Sono d'accordo con lei.
Quello è il loro
scopo di vita. Vedo che in alcuni casi l'ambiente in cui si sono
formati li ha bloccati a tal punto, che talvolta questi bambini
uccidono. Naturalmente credo nel paradosso che l'oscurità e la luce
devono coesistere, al fine di permetterci di fare delle scelte.
Senza scelte non c'è crescita. Se fossimo solo dei robot che seguono
qualcosa, non esisterebbe il libero arbitrio non ci sarebbe scelta,
non ci sarebbe niente. Sto facendo una digressione, ma con un fine
ben preciso.
Recentemente ho spesso ripetuto ai miei studenti
che se dobbiamo credere a come tutto è cominciato, se crediamo
alla Bibbia, essa dice: «In principio era il vuoto, e le tenebre
ricoprivano l'abisso». Ci sono sempre state. E Dio disse: «Sia la Luce».
Egli creò il bene e creò la luce. Egli non creò l'oscurità, essa c'era
da sempre. E poi il suo processo di creazione è stato un trionfo di
separazioni. Separò la notte dal giorno, la luce dall'oscurità, la terra
dal cielo, il firmamento dall'aria, la terra dall'acqua. Separò la donna
dall'uomo e creò il maschile e il femminile. La regola della creazione è
basata sulla separazione che permette di scegliere; in assenza di scelta
non possiamo evolverci.
Quindi è chiaro che si
è sempre trattato di avere a che fare con degli estremi, specialmente in
questa nostra dimensione terrestre. Sono esistiti gli apici dell'estremo
il sancta sanctorum da un lato e il peggiore dei mali dall'altro. Molti
di noi si collocano fra i due estremi, aspirando alla perfezione pur
continuando a commettere degli errori. 1 più avanzati nella perfezione
stanno diventando delle persone comuni. Anche i peggiori fra i peggiori
stanno diventando delle persone comuni, e progressivamente quell'equilibrio
va definendosi sempre più. Questi ragazzi, tutti quelli che ho osservato
finora fra coloro che hanno ucciso dei compagni di scuola o i genitori,
erano degli Indaco. A giudicare da ciò che ho visto, solo uno di loro
era un Indaco umanista; gli altri erano Indaco concettualisti.
Questa osservazione è
molto interessante ‑ mi riferisco al fatto che i ragazzi che sopprimono
altri ragazzi siano Indaco. Se capisco bene, si può dire che nonostante
il loro percorso sia già ben delineato, in qualche modo la loro missione
viene bloccata, e quindi essi cercano di liberarsi di ciò che li blocca?
E' una nuova forma di sopravvivenza.
Quando lei e io eravamo piccole, avevamo anche noi degli orribili
pensieri e volevamo fuggire. Ma avevamo paura. Loro non hanno paura. Non
temono, perché sanno chi sono. Loro credono in se stessi.
Passiamo a un altro
argomento. A quanto le risulta, quando è stata notata la presenza dei
primi Bambini Indaco, e qual è l'attuale percentuale di nascite di
Bambini Indaco?
Ritengo che il 90 per
cento dei bambini oggi al di sotto dei dieci anni siano Indaco. Io non
sono in grado di affermare quando hanno iniziato ad arrivare, ma so con
certezza quando ho cominciato ad osservare il fenomeno. Il mio libro,
Understanding Your Life Through Color, è uscito nel 1986 quindi so
che ho cominciato a notare la loro presenza prima di allora. Credo che
le mie prime osservazioni risalgano al 1982.
Avevo osservato il
fenomeno molto prima ma non gli avevo dato un nome. Poi tra quel periodo
e il 1985 mi sono resa conto con certezza che gli Indaco erano qui per
rimanere.
Ci sono vari tipi di
Indaco? In tal caso, quali sono e cosa li caratterizza?
Ne esistono quattro
tipi diversi, ciascuno con uno scopo di vita ben preciso:
-
UMANISTA: il primo tipo è quello dell'umanista, che svolgerà il suo lavoro a contatto con le masse. Sono i medici, gli avvocati, gli insegnanti, i commercianti, gli uomini d'affari e i politici di domani. Saranno al servizio delle masse, e sono iperattivi. Sono estremamente socievoli. Parlano con tutti, in qualunque situazione, sono estremamente affabili; hanno opinioni molto radicate. Inoltre non si sentono a loro agio nel corpo fisico, sono iperattivi, come ho detto, e talvolta si scontrano coi muri perché dimenticano di usare i freni. Non sanno giocare con un giocattolo alla volta, devono tirarli fuori tutti, averli tutti lì davanti, anche se poi magari non li toccano nemmeno. Sono quel tipo di ragazzi a cui non basta dire una volta di riordinare la loro stanza, bisogna continuamente ricordarglielo perché si distraggono facilmente. Entrano nelle loro camerette, cominciano a mettere ordine, ma poi vedono un libro; allora si siedono e si mettono a leggerlo, perché sono avidi lettori. Ieri mi trovavo a bordo di un aereo e c'era un piccolo Indaco di tre anni che faceva i capricci. Sua madre gli ha dato il manuale di emergenza, e lui l'ha aperto per guardare le illustrazioni. Il bambino è rimasto lì seduto, con un'espressione molto seria, e leggeva con grande sussiego e immedesimazione. Ha studiato il libretto per cinque minuti, e sebbene io sappia che lui non era in grado di leggerlo, so anche lui credeva proprio di far questo, almeno mi è sembrato. Quello è l'umanista Indaco.
-
CONCETTUALE: il secondo tipo è quello dell'Indaco concettuale. I concettuali sono più interessati ai progetti che alle persone. Sono gli ingegneri, gli architetti, i designer, gli astronauti, i piloti e i militari di domani. Non si sentono a disagio fisicamente e spesso sono molto atletici fin da bambini. Hanno problemi di controllo, e la persona che cercano di controllare di più, se sono maschi, è la loro madre. Le bambine invece cercano di controllare i loro padri. Se glielo si lascia fare, si creano problemi, anche gravi. Durante l'adolescenza questo tipo di Indaco tende a sviluppare delle forme di dipendenza, specialmente rispetto agli stupefacenti. 1 genitori devono tenere l'occhio puntato sul loro comportamento, e quando questi ragazzi cominciano ad appartarsi, o mettono cartelli del tipo "Proibito entrare", è il momento che la madre faccia un controllo in camera loro.
-
ARTISTA: poi esiste il tipo dell'artista. Questo tipo di Indaco è molto più sensibile e spesso è fisicamente più minuto, sebbene ci siano eccezioni. Sono ragazzi più orientati verso l'arte. Sono creativi, e saranno gli insegnanti e gli artisti di domani. Qualunque cosa facciano, la affrontano dal lato creativo. Se si occupano di medicina, possono scegliere di diventare chirurghi o ricercatori. Nel campo delle belle arti sono attori eccezionali. Fra i quattro e i dieci anni di età c'è caso di vederli scegliere quindici attività creative diverse e praticarne una per cinque minuti lasciandola subito da parte. Quindi dico sempre alle madri di artisti e musicisti: «Non comprate loro gli strumenti ‑ noleggiateli!». L'artista Indaco magari studia cinque o sei strumenti diversi, ma una volta divenuto adolescente fa una scelta e diventa artista in quel campo o in quell'attività.
-
INTERDIMENSIONALE: il quarto tipo è quello dell'Indaco interdimensionale. Sono i più robusti fra tutti gli Indaco e fin dall'età di uno o due anni non gli si può più dire niente. Loro ti rispondono: «Lo so. Lo so fare. Lasciami stare». Sono i ragazzi che porteranno nel mondo nuove filosofie e nuove religioni. Possono permettersi di fare i bulli perché sono grandi e grossi e anche perché non si conformano agli altri tipi di Indaco.
Va detto che nei prossimi vent'anni i colori
della vita fisica spariranno tutti, eccetto il rosso, e qui mi riferisco
soltanto al colore di vita. Rimarranno solo i colori mentali: il
marrone chiaro, i gialli e i verdi, e i colori spirituali, in varie
sfumature di blu e di viola. L'Indaco umanista sta sostituendo il colore
giallo e il viola. L'Indaco concettuale sta sostituendo il marrone, il
verde e il viola. L'Indaco artista subentra al blu e al viola. L'Indaco
interdimensionale sta prendendo il posto del viola. Ovviamente, il viola
è presente in tutti e quattro i livelli.
estratto
dal libro:
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