Apocalisse 2012? Per il popolo Maya è avvenuto quasi mille anni fa
Gli studi condotti da scienziati, archeologi nella grotta del Belize, esattamente a Yok Balum, suggeriscono uno scenario apocalittico quasi come quello della cosiddetta "profezia dei Maya" sul 2012. Questi studi hanno ricostruito 2.000 anni di storia del clima, incrociando i dati con le testimonianze storiche che i Maya incisero sulle pietre e su alcuni manufatti ritrovati durante alcuni scavi.
L’articolo pubblicato su Ansa, riporta
appunto uno studio su incisioni che segnalano eventi ostili che
aumentarono significativamente tra il 660 e il 900, insieme al
peggioramento della situazione climatica.
Lo studio, condotto fra Stati
Uniti e Svizzera e pubblicato sulla rivista Science,
indica che per l’antica civiltà Maya è stata fatale la combinazione tra
peggioramento del clima e inasprimento dei conflitti sociali, tanto da
causarne il collasso.
Coordinata da Douglas Kennett, della Pennsylvania
State University, e Sebastian Breitenbach del Politecnico di Zurigo, la
ricerca ha prodotto un calendario storico frutto dell’incrocio tra i
dati sul clima e quelli sulla cultura dell’epoca.
La chiave di volta è nelle analisi
chimiche effettuate sulle stalagmiti di una remota grotta nel Belize,
che rivela un peggioramento climatico in quella zona nel periodo
compreso fra gli anni 660 e 1000.
La grotta si trova a circa un
chilometro e mezzo da Uxbenka, un sito del periodo classico della
civiltà Maya, situato vicino ad altri centri importanti, tutti soggetti
allo stesso tipo di clima. "Attraverso i cambiamenti della
composizione chimica e i tassi di crescita è possibile ricostruire
l’evoluzione climatica di una determinata regione nel dettaglio", spiega Gianni Zanchetta, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). "Sono informazioni importanti – osserva – perché
ci fanno capire in che modo possono aver influenzato la crescita o il
collasso di civiltà avanzate come quella dei Maya, le situazioni
critiche che hanno vissuto sono una lezione importante anche per il
futuro".
Tra gli strumenti utilizzati dai
ricercatori c’è anche un ‘indice di guerra’ basato sulla ripetizione di
determinate parole chiave riscontrate nelle iscrizioni Maya che i
sovrani facevano realizzare per registrare il corso degli eventi.
La
frequenza delle incisioni che riportano eventi ostili aumentò
significativamente tra il 660 e il 900, insieme al peggioramento della
situazione climatica. Il clima secco e l’esaurimento delle risorse,
spiegano i ricercatori, portò progressivamente alla destabilizzazione
politica e alla guerra.
Oggi il cambiamento climatico è già in
atto e il clima è un fattore importante che regola lo sviluppo delle
società umane e l’ambiente in cui vivono. ”Una corrente di studio statunitense sostiene che la stessa ‘primavera araba’ potrebbe essere stata innescata da fattori climatici”, rileva Zanchetta. “L’aumento del costo del grano – conclude – potrebbe,
ad esempio, aver avuto delle ripercussioni concrete nello scaturire di
tensioni politiche e sociali in quell’area del mondo”. Tutto questo potrebbe accadere di nuovo? Beh…vista la situazione attuale dei grossi cambiamenti climatici, tutto è possibile.
La ricetta giusta per salvarci da questa
apocalisse futura, sta nel rispetto di Madre Terra, che i nativi
americani consideravano come una entità o essere vivente. Se non
rispettiamo la Terra, se non rispettiamo i suoi cicli biologici, se non
ci adeguiamo a MadreTerra nel supportarla, negli anni a venire sarà dura
affrontare cataclismi (naturali..) ancora più potenti di quelli
attuali.
A cura della Redazione Segnidalcielo
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