da Michela Murgia condivido perché le sue parole sono anche le mie, e sono certa che le "sente" sue pure ogni altra persona che ha partecipato a "spezzare le catene"...
One Billion Rising è una di quelle tipiche manifestazioni che fanno molto parlare di sè solo quando sono già successe.
Pensa che la Littizzetto all'Ariston ha ballato anche lei, mi hanno
detto via sms le amiche che in piazza a Oristano non c'erano volute
venire perchè "a quell'ora c'è Sanremo".
Pensa che a Sassari c'era pure Michelle Hunziker, mi ha detto un
amico a cui evidentemente le donne comuni non bastavano per stupirsi.
Quando lo rifate? mi ha chiesto poi con sincera ingenuità, quasi che
la bellezza di quello che abbiamo vissuto ieri in piazza Eleonora a
Oristano fosse uno spettacolo televisivo passibile di replica.
Come gliela spieghiamo a queste persone la consistenza del silenzio
di duecento donne e uomini davanti alle immagini mostrate da Lorella
Zanardo nella sala del consiglio comunale?
Come gliela racconto la potenza dell'emozione sul volto di Luisanna
Porcu mentre spiegava alle donne presenti come funziona una relazione
violenta, passo dopo passo, colpo per colpo?
E' davvero possibile che qualcuna di noi possa riportare il conforto
che abbiamo provato mentre la giovane attrice in abiti medievali
leggeva nella Carta de Logu le parole con cui Eleonora nel 1392 metteva
nero su bianco il rispetto per le donne?
L'unica cosa che possiamo restituire a chi non c'era sono i video
della danza Break the Chain, e per quanto piacevole risulti da guardare
nella sua sincronia, significa qualcosa solo per chi le ha dato senso
con il proprio corpo.
E ora cosa cambia?
Che differenza può fare una coreografia, per quanto ben eseguita?
Me lo hanno chiesto in molti ieri dopo la manifestazione e non credo
sia un caso che a porre la domanda fossero tutti uomini. Suppongo che
avrebbero voluto sentirsi dire qualcosa come "non cambia nulla se non
cambiate voi maschi", ma questa cosa io non gliel'ho detta, perché non
la penso.
Il messaggio più evidente del V Day è quello di averci
costrette a dire con il nostro stesso corpo che il cambiamento viene da
noi, dalle donne, dalle scelte che facciamo, dal valore che decidiamo
di darci e dal modo in cui scegliamo di agire dentro ai nostri
contesti.
La prospettiva che il comportamento maschile cambi dipende
anche da quanto noi siamo disposte a pretendere che cambi; da quanto
siamo capaci di affermare che il nostro corpo non può essere deriso,
offeso o considerato proprietà disponibile, nemmeno all'allusione,
nemmeno in nome dell'amore.
Le leggi contro la violenza sono necessarie e le pene devono essere
severissime, ma nessuna legge può fermare la mano che vuole colpirci e
nessuna pena può impedire a chi vuol farci del male di trovare il modo
per realizzarlo: l'unica cosa che può farlo è la nostra capacità di
creare le condizioni perché dire basta diventi più semplice
culturalmente e più sostenuto e protetto istituzionalmente.
Lucrezia, 7 anni, se ne è andata da quella piazza dopo aver ballato con
sua madre accanto; non importa se non ha capito tutto: quello che ha
visto oggi se lo ricorderà.
Francesca ha 16 anni e non voleva venire,
impaurita dall'idea di essere la sola giovane donna presente: invece ne
ha trovate decine ed è andata via più forte.
Elena si è portata dietro
la sua piccola Annica, Giovanna è venuta incinta con il marito,
Cristina invece il compagno lo ha lasciato a Cagliari perché "lui stava
male, ma io dovevo esserci".
C'erano Lucia e Marta, che stanno insieme
e vogliono smettere di avere paura di dimostrarlo per timore che
qualche maschio pensi che hanno bisogno di una lezione.
C'era Pigi con
sua figlia sulle spalle a cavalluccio, perché vedesse bene ogni
movimento della danza di sua madre.
C'era Federica, lei che per dire
basta non ha aspettato il One Billion Rising, ma c'erano anche Betta e
Giovanna, che incontrano tutti i giorni gli occhi delle donne che il
coraggio di dire basta non l'hanno ancora trovato del tutto.
Noi
c'eravamo anche per loro e la nostra vigilanza non è finita con
l'ultima nota di Break the Chain.
Un ballo non cambia niente. Siamo noi che cambiamo e cambiamo anche ballando.
Grazie a chi ha pensato che ieri fosse importante venire a dirlo.
Nessun commento:
Posta un commento