articolo di Massimo Corbucci
Anzi, sanno riconoscere che
“errare è umano” e che quando c’era da scoprire una cosa così enorme,
come la ragione dell’esistenza della Materia, disponendo solo di nozioni
di Matematica e di Fisica classiche, l’errore non poteva che essere
fatalmente inevitabile!
Tuttavia va detto che lo
studioso che ha scoperto il Vuoto Quantomeccanico, non si vanta di aver
fatto la scoperta, piuttosto sente il peso di una sorta di “missione”
che ora gli rende chiarissimo come “quel che si tocca” sia solo
l’effetto di un fenomeno neuro-fisiologico.
Comunque, sebbene sia molto
imbarazzante che un umile fisico italiano abbia potuto superare la
capacità di calcolo del CERN, vero è che questo è successo, e non
prenderne atto comporta anche un’assunzione di responsabilità, dopo la
constatazione del fallimento, al CERN, della ricerca relativa alla
“particella di Dio”, il bosone di Higgs. È inutile sentenziare che oggi
sono finiti i tempi di Albert Einstein
e che solo gruppi di ricerca coordinati e con grandi mezzi strumentali
possono fare ancora delle scoperte scientifiche! Ciò non è vero, e la
dimostrazione consiste nel fatto che un semplice, tenace studioso
italiano, è venuto a capo di un anagramma la cui soluzione non è stata
trovata neanche dal più grande centro di ricerca del mondo. E. P.
(questo
articolo ci è stato concesso in esclusiva dal Dott. Corbucci, articolo
che fu inizialmente destinato alla rivista Area di confine, censurata
sul nascere)
Noi di Area di Confine, cultori di una
“Scienza di Confine”, crediamo che errare sia umano e siamo anche
convinti di poter dire: “Chi non ha mai errato, scagli la prima pietra”.
Non abbiamo la sensazione di prenderci una licenza, asserendo che, in
tutta la Storia della Scienza, le grandi scoperte e le invenzioni
d’impatto epocale non le hanno mai fatte gli uomini “biasonati” delle
Università, con tanto di “colpo di spada” ricevuto sulla spalla per
investitura accademica. Piuttosto, si è trattato di umili personaggi, il
più delle volte nemmeno in possesso di titoli di “scolarizzazione”, che
però sono riusciti a supplire alla mancata frequenza di corsi di alta
matematica con una genialità matematica innata, con un acuto spirito di
osservazione, con una tenacia estrema, o semplicemente con una “capacità
di sintesi” di gran lunga superiore a quella di chi si disperde in
analisi pedanti, quanto inutili ai fini pratici. Potremmo ricordare
George Green, il grande Fisico-Matematico di Nottingham che, umile
mugnaio, ufficialmente analfabeta, fondò tutto il costrutto teorico
dell’elettromagnetismo, utile in seguito per la moderna fisica nucleare.
Oppure Michael Faraday, Guglielmo
Marconi, John Adams, George Gamov Meucci, Tesla, che sappiamo bene cosa
riuscirono a fare, disponendo solo di una grande intelligenza ma
sguarniti di “libere docenze”. Ora, se noi avessimo la tendenza
all’astio che caratterizza i nostri “detrattori”, potremmo dire che
finalmente è arrivato il momento di prenderci la giusta rivincita,
cavalcando la tigre dell’inglorioso impasse in cui si è cacciato uno dei
più grandi e prestigiosi Enti di ricerca scientifica della Terra, il
C.E.R.N. Di Ginevra, con la “particella mancante”, la celeberrima
“particella di Dio”, chiamata tecnicamente “Bosone di Higgs”.
A differenza dei nostri detrattori però,
amiamo veramente la Scienza, e quello che ci sta a cuore è solo e
soltanto la Verità! Pertanto, con il dovuto rispetto verso i tantissimi
Scienziati che seriamente lavorano al CERN e sono degnissime persone, ci
limitiamo a far notare, che anche al più grande Ente scientifico al
mondo può succedere di cadere in errore!
(La ricerca del “Bosone” come origine
della materia è stato un madornale errore concettuale. Il Bosone non si
trova, semplicemente perché non c’è. La materia ha origine da
“tutt’altro” e il CERN dovrà giocoforza prenderne atto, se vorrà
riprendersi.
Diabolico invero sarebbe perseverare e continuare a cercare qualcosa di concettualmente avulso dal funzionamento dell’Universo.
State per leggere la soluzione che
permetterà al CERN e alla intera Comunità Scientifica mondiale, di
“rialzarsi in piedi”, dopo un (costoso ma comun-que comprensibile)
inciampo.
È per me una grande emozione
rappresentare, in questo momento, l’epistemologo (vorrei più umilmente
dire il fisico, ma sento di aver risolto più un problema di
Epistemologia, che di Fisica, in tutta coscienza e in onor del vero),
che ha trovato il modo di far uscire la Comunità Scientifica da un
allucinante impasse, dal quale obiettivamente sarebbe impossibile venir
fuori, se non con la soluzione “da confini della realtà”. Voglio
confidare a tutti e all’Ing. Ennio Piccalunga, che mi ha lasciato la
“penna libera” di scrivere col ”cuore in mano”, che non è uno scherzo
vedersi addosso una così grossa responsabilità e rendersi conto della
“propria assoluta solitudine” nell’affrontare, da umilissima persona e
con tutte le paure che accompagnano normalmente la vita dei “comuni
mortali”, la prova tremenda di quello che dovrà essere il consenso
unanime, dopo la verifica di quella che viene presentata come “la cosa
sorprendente che la Fisica non aveva potuto prevedere”.
Dal lontanissimo 1976, sapevo che un
giorno i Fisici si sarebbero imbattuti in qualcosa di concettualmente
sconvolgente rispetto ad ogni nozione precedente della Fisica. Già da
allora, mi ero reso perfettamente conto che la gravità, rispondente alla
vera ragione per cui un grave cade a terra uniformemente accelerato,
nulla aveva a che fare con i concetti finora studiati nei corsi di
laurea in Fisica.
Ovviamente non ho vissuto questa
acquisizione scientifica personale vantandomene con me stesso, anche se
ero piuttosto impressionato dalle enormi implicazioni di ordine, penso
sia il caso di dire, “Teologico”. Non solo era importante capire “come”
un oggetto materiale cade. Piuttosto si doveva risalire al “perché”
cade. Come se il fenomeno aderisse più ad una legge “psicologica”, che
non ad una legge “fisica”: i gravi cadono, poiché “stupirebbe” vederli
rimanere sospesi in aria! E lo “stupore” è direttamente proporzionale
all’intensità gravitazionale del Luogo (Pianeta) dove si “osserva” il
fenomeno.
Su una stella di neutroni (quasi un
“buco nero”) lo stupore sarebbe massimo, ma non ci sarebbe il tempo di
avvertirlo emotivamente. In genere, l’occasione di capire appieno (in
una visione “sintetica-estrema”, del tipo “lampo di genio” illuminante)
l’importanza di qualcosa che si è avuto modo di scoprire in Fisica,
arriva di colpo, il giorno che qualcuno, interessato a verificare
rapidissimamente la consistenza di quello di cui tu gli stai parlando,
ti fa una domanda straordinariamente pragmatica, che richiede una
risposta chiarissima, senza “giri di parole”, perifrasi semantiche di
salvataggio, premesse esplicative più lunghe della domanda stessa.
Recentemente, mi trovai con un
importante imprenditore ad interloquire con un linguaggio scarno di chi
vuole arrivare subito al punto.
Domanda: “La Teoria del Big Bang, che ci guadagna, adesso che tu hai fatto una Nuova Tavola Periodica degli Elementi?”
Per un attimo la domanda mi sembrò
semplicemen-te insidiosa; poi ho capito quello che in 34 anni non avevo
mai compreso di aver effettivamente scoperto, ed ho risposto nel modo
più confacente per un uomo che non può perdere un minuto del suo tempo.
Risposta: “La teoria del Big Bang cerca
di spiegare cosa è successo un istante dopo che l’Universo ha deciso di
cominciare ad esistere, e diverrebbe una Teoria straordinaria se
riuscisse a spiegare, anche, cosa c’era al posto dell’Universo, nel
preciso istante della decisione. Ebbene. Quelle “Caselle Nere” nella mia
“Nuova Tavola” rappresentano nientemeno quel che c’era “al posto
dell’Universo”, nell’esatto momento zero. Il Vuoto Quantomeccanico”.
L’importante imprenditore ha capito
immediatamente che il C.E.R.N. Di Ginevra è proprio alla ricerca di quel
che c’era nei “primissimi” istanti di creazione dell’Universo e che io
avevo sorprendentemente superato ogni aspettativa scientifica, in modo
semplicemente inimmaginabile, in quanto avevo trovato il “modo conforme”
ad un Modello della Fisica “di rappresentare nientemeno che l’istante
0. (Altro che il primissimo istante!). È eloquente in modo struggente,
per il cuore di uno scienziato, constatare come la Nuova Tavola
Periodica rappresenti l’ontologia del “Creato”, attraverso il paradigma
della configurazione “grafica”, dove sono “messi in ordine” tutti gli
Elementi presenti nel Sistema Periodico, come nell’Universo e nel punto
di “rottura della simmetria”…
Tra i 50 Elementi di “Classe A” e i 62
Elementi di “Classe B” della Nuova Tavola Periodica, si rende visibile
la loro stessa origine sotto forma di 2 “aree nere”, che non sono
affatto un riempitivo grafico. Dentro quel “NERO” abitano i due Genitori
della Materia, di nome “Vuoto-Vuoto-Vuoto…” (Sigla fisi-ca T). Sono i
famigerati “mattoni ultimi”, (Rishoni) che Gell-Mann, e tutti i fisici,
disperatamente vorrebbero capire cosa sono “realmente”.
Incredibilmente però, sebbene ci siano e
siano le cose più “dense” del Creato tanto che i buchi neri, di questa
SOSTANZA (Sub-stantis) sono costituiti e sappiamo è qual la loro immane
potenza gravitazionale, essi semplicemente – n o n – e s i s t o n o !!!
Genitori della Materia generano il mondo, ma non sono di questo mondo.
Sul precedente numero di dicembre 2010 di
AREA DI CONFINE, introducemmo già questa nozione scioccante, di “quid”
responsabile dell’origine delle cose e di noi stessi e responsabile
della caduta a terra dei gravi, che è presente, ma NON esiste!!!
La fisica non poteva prevedere qualcosa che
non c’è… ma non esiste. È quindi comprensibilissimo che un Ente,
finanziato da molte decine di Paesi del mondo, che dispone di strumenti
di calcolo ed operativi colossali, come il superpotente LHC a 12.000
magneti super conduttori, montati sotto un immenso tunnel circolare di
27 chilometri, si sia imbattuto in un colossale “inciampo scientifico”,
ricercando qualcosa che “fondamentalmente” non rientra nel dominio della
Fisica in quanto “non esiste”…pur essendoci.
Per “maneggiare” il quid da dove origina la
materia, che poi è anche lo stesso quid, che imprime ad essa
l’accelerazione gravitazionale, la Matematica e la Fisica sono
inadeguate.
Almeno quel tipo di Matematica, che si
studia nelle facoltà di Fisica, e quel tipo di Fisica che si studia
nelle facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.
Vedremo, nei prossimi numeri, che tipo di
Matematica “Superiore” è stato necessario introdurre, per approcciare
concettualmente quel NERO, “circondato” dai 112 Elementi della NUOVA
Tavola Periodica, che concepii nel Dicembre 1996.
E che tipo di Fisica, bisogna istituire
ora, affinché il compito dei Fisici di definire concettualmente la
ragione del “conferimento della massa” e del “conferimento del peso”
delle cose esistenti al mondo, sia finalmente espletato.
IMPLICAZIONI TEOLOGICHE DEI NUOVI MOVIMENTI
Rendersi conto che noi, atomo dopo atomo di
cui siamo composti, “veniamo fuori” da un Regno che non fa parte del
Mondo dove viviamo, ridimensiona di molto le concezioni
“materialistiche” di chi batte le nocche delle dita sul tavolo, per
bofonchiare: “credo in ciò che si tocca”. Convinto peraltro di “toccare
veramente” senza però rendersi conto che il “tocco” è solo e soltanto
una semplice sensazione neuro-fisiologica, “regalataci” da uno
stranissimo organo, il cervello, la cui “secrezione” detta pensiero, in
Fisica viene considerata qualcosa di “immateriale” per antonomasia.
La Fisica non si è ancora accorta che il
cervello non è la causa del pensiero, ma soltanto la causa del suo
manifestarsi. Attraverso qualcosa che non esiste!
Ciò farebbe tremare di paura, se non si arrivasse a cogliere “il senso della Vita”.
Men che meno, e questo è preoccupante, si è
accorta che il pensiero, e non la forza di gravità, è la “cosa” più
potente che c’è nell’Universo, tanto da dare il moto a tutti gli astri.
Non solo, dunque, la materia non origina dalla particella di Dio, ma la gravità non è forza, ma… pensiero.
Infatti, come detto all’inizio, il fenomeno
della caduta gravitazionale degli oggetti aderisce più ad una Legge
“psicologica”, che non ad una legge di fisica!
Nei precedenti numeri della rivista ne
abbiamo parlato, e vi suggerisco di rileggere tutto dall’inizio, se
volete comprendere quello che rappresenta il più grande Mistero
scientifico e che per il CERN di Ginevra ha rappresentato un motivo di
tremendo impasse.
Questo succede quando si pensa di
“vicariare” con mezzi tecnologici spaventosi, nella fattispecie un LHC
“strapotente”, il quid più potente in assoluto, che abbiamo detto essere
il pensiero.
A proposito.
Nell’istante 0 del “Big Bang”, quando ancora l’Universo non aveva iniziato ad esistere, c’era il…pensiero.
Come “pensare” (!) che l’Universo possa “aver preso la decisione” di esistere, se non “pensando di poterlo fare”?
Probabilmente si è capito che la gravità era già “presente”, prima del “grande scoppio”, vero?
Ecco: questo…”era” un “punto chiave” mancante nella Teoria del Big Bang.
Propedeuticamente, si invitano i lettori a
prendere visione dei 2 video in rete internet, relativi alla
trasmissione di RAI-2 VOYAGER diretta da Roberto Giacobbo, andata in
onda il 31.05.2010 col titolo di PARTICELLA MANCANTE.
Basterà digitare su Google la frase “Massimo Corbucci particella mancante”.
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