sabato 28 settembre 2013

La “particella di Dio”? ASSENTE!

articolo di  Massimo Corbucci

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Anzi, sanno riconoscere che “errare è umano” e che quando c’era da scoprire una cosa così enorme, come la ragione dell’esistenza della Materia, disponendo solo di nozioni di Matematica e di Fisica classiche, l’errore non poteva che essere fatalmente inevitabile!
Tuttavia va detto che lo studioso che ha scoperto il Vuoto Quantomeccanico, non si vanta di aver fatto la scoperta, piuttosto sente il peso di una sorta di “missione” che ora gli rende chiarissimo come “quel che si tocca” sia solo l’effetto di un fenomeno neuro-fisiologico.
Comunque, sebbene sia molto imbarazzante che un umile fisico italiano abbia potuto superare la capacità di calcolo del CERN, vero è che questo è successo, e non prenderne atto comporta anche un’assunzione di responsabilità, dopo la constatazione del fallimento, al CERN, della ricerca relativa alla “particella di Dio”, il bosone di Higgs. È inutile sentenziare che oggi sono finiti i tempi di Albert Einstein e che solo gruppi di ricerca coordinati e con grandi mezzi strumentali possono fare ancora delle scoperte scientifiche! Ciò non è vero, e la dimostrazione consiste nel fatto che un semplice, tenace studioso italiano, è venuto a capo di un anagramma la cui soluzione non è stata trovata neanche dal più grande centro di ricerca del mondo. E. P. 

 (questo articolo ci è stato concesso in esclusiva dal Dott. Corbucci, articolo che fu inizialmente destinato alla rivista Area di confine, censurata sul nascere)

Noi di Area di Confine, cultori di una “Scienza di Confine”, crediamo che errare sia umano e siamo anche convinti di poter dire: “Chi non ha mai errato, scagli la prima pietra”. Non abbiamo la sensazione di prenderci una licenza, asserendo che, in tutta la Storia della Scienza, le grandi scoperte e le invenzioni d’impatto epocale non le hanno mai fatte gli uomini “biasonati” delle Università, con tanto di “colpo di spada” ricevuto sulla spalla per investitura accademica. Piuttosto, si è trattato di umili personaggi, il più delle volte nemmeno in possesso di titoli di “scolarizzazione”, che però sono riusciti a supplire alla mancata frequenza di corsi di alta matematica con una genialità matematica innata, con un acuto spirito di osservazione, con una tenacia estrema, o semplicemente con una “capacità di sintesi” di gran lunga superiore a quella di chi si disperde in analisi pedanti, quanto inutili ai fini pratici. Potremmo ricordare George Green, il grande Fisico-Matematico di Nottingham che, umile mugnaio, ufficialmente analfabeta, fondò tutto il costrutto teorico dell’elettromagnetismo, utile in seguito per la moderna fisica nucleare.
Oppure Michael Faraday, Guglielmo Marconi, John Adams, George Gamov Meucci, Tesla, che sappiamo bene cosa riuscirono a fare, disponendo solo di una grande intelligenza ma sguarniti di “libere docenze”. Ora, se noi avessimo la tendenza all’astio che caratterizza i nostri “detrattori”, potremmo dire che finalmente è arrivato il momento di prenderci la giusta rivincita, cavalcando la tigre dell’inglorioso impasse in cui si è cacciato uno dei più grandi e prestigiosi Enti di ricerca scientifica della Terra, il C.E.R.N. Di Ginevra, con la “particella mancante”, la celeberrima “particella di Dio”, chiamata tecnicamente “Bosone di Higgs”.
A differenza dei nostri detrattori però, amiamo veramente la Scienza, e quello che ci sta a cuore è solo e soltanto la Verità! Pertanto, con il dovuto rispetto verso i tantissimi Scienziati che seriamente lavorano al CERN e sono degnissime persone, ci limitiamo a far notare, che anche al più grande Ente scientifico al mondo può succedere di cadere in errore!
(La ricerca del “Bosone” come origine della materia è stato un madornale errore concettuale. Il Bosone non si trova, semplicemente perché non c’è. La materia ha origine da “tutt’altro” e il CERN dovrà giocoforza prenderne atto, se vorrà riprendersi.
Diabolico invero sarebbe perseverare e continuare a cercare qualcosa di concettualmente avulso dal funzionamento dell’Universo.
State per leggere la soluzione che permetterà al CERN e alla intera Comunità Scientifica mondiale, di “rialzarsi in piedi”, dopo un (costoso ma comun-que comprensibile) inciampo.

È per me una grande emozione rappresentare, in questo momento, l’epistemologo (vorrei più umilmente dire il fisico, ma sento di aver risolto più un problema di Epistemologia, che di Fisica, in tutta coscienza e in onor del vero), che ha trovato il modo di far uscire la Comunità Scientifica da un allucinante impasse, dal quale obiettivamente sarebbe impossibile venir fuori, se non con la soluzione “da confini della realtà”. Voglio confidare a tutti e all’Ing. Ennio Piccalunga, che mi ha lasciato la “penna libera” di scrivere col ”cuore in mano”, che non è uno scherzo vedersi addosso una così grossa responsabilità e rendersi conto della “propria assoluta solitudine” nell’affrontare, da umilissima persona e con tutte le paure che accompagnano normalmente la vita dei “comuni mortali”, la prova tremenda di quello che dovrà essere il consenso unanime, dopo la verifica di quella che viene presentata come “la cosa sorprendente che la Fisica non aveva potuto prevedere”.

Dal lontanissimo 1976, sapevo che un giorno i Fisici si sarebbero imbattuti in qualcosa di concettualmente sconvolgente rispetto ad ogni nozione precedente della Fisica. Già da allora, mi ero reso perfettamente conto che la gravità, rispondente alla vera ragione per cui un grave cade a terra uniformemente accelerato, nulla aveva a che fare con i concetti finora studiati nei corsi di laurea in Fisica.
Ovviamente non ho vissuto questa acquisizione scientifica personale vantandomene con me stesso, anche se ero piuttosto impressionato dalle enormi implicazioni di ordine, penso sia il caso di dire, “Teologico”. Non solo era importante capire “come” un oggetto materiale cade. Piuttosto si doveva risalire al “perché” cade. Come se il fenomeno aderisse più ad una legge “psicologica”, che non ad una legge “fisica”: i gravi cadono, poiché “stupirebbe” vederli rimanere sospesi in aria! E lo “stupore” è direttamente proporzionale all’intensità gravitazionale del Luogo (Pianeta) dove si “osserva” il fenomeno.

Su una stella di neutroni (quasi un “buco nero”) lo stupore sarebbe massimo, ma non ci sarebbe il tempo di avvertirlo emotivamente. In genere, l’occasione di capire appieno (in una visione “sintetica-estrema”, del tipo “lampo di genio” illuminante) l’importanza di qualcosa che si è avuto modo di scoprire in Fisica, arriva di colpo, il giorno che qualcuno, interessato a verificare rapidissimamente la consistenza di quello di cui tu gli stai parlando, ti fa una domanda straordinariamente pragmatica, che richiede una risposta chiarissima, senza “giri di parole”, perifrasi semantiche di salvataggio, premesse esplicative più lunghe della domanda stessa.
Recentemente, mi trovai con un importante imprenditore ad interloquire con un linguaggio scarno di chi vuole arrivare subito al punto.

Domanda: “La Teoria del Big Bang, che ci guadagna, adesso che tu hai fatto una Nuova Tavola Periodica degli Elementi?”
Per un attimo la domanda mi sembrò semplicemen-te insidiosa; poi ho capito quello che in 34 anni non avevo mai compreso di aver effettivamente scoperto, ed ho risposto nel modo più confacente per un uomo che non può perdere un minuto del suo tempo.

Risposta: “La teoria del Big Bang cerca di spiegare cosa è successo un istante dopo che l’Universo ha deciso di cominciare ad esistere, e diverrebbe una Teoria straordinaria se riuscisse a spiegare, anche, cosa c’era al posto dell’Universo, nel preciso istante della decisione. Ebbene. Quelle “Caselle Nere” nella mia “Nuova Tavola” rappresentano nientemeno quel che c’era “al posto dell’Universo”, nell’esatto momento zero. Il Vuoto Quantomeccanico”.
L’importante imprenditore ha capito immediatamente che il C.E.R.N. Di Ginevra è proprio alla ricerca di quel che c’era nei “primissimi” istanti di creazione dell’Universo e che io avevo sorprendentemente superato ogni aspettativa scientifica, in modo semplicemente inimmaginabile, in quanto avevo trovato il “modo conforme” ad un Modello della Fisica “di rappresentare nientemeno che l’istante 0. (Altro che il primissimo istante!). È eloquente in modo struggente, per il cuore di uno scienziato, constatare come la Nuova Tavola Periodica rappresenti l’ontologia del “Creato”, attraverso il paradigma della configurazione “grafica”, dove sono “messi in ordine” tutti gli Elementi presenti nel Sistema Periodico, come nell’Universo e nel punto di “rottura della simmetria”…

Tra i 50 Elementi di “Classe A” e i 62 Elementi di “Classe B” della Nuova Tavola Periodica, si rende visibile la loro stessa origine sotto forma di 2 “aree nere”, che non sono affatto un riempitivo grafico. Dentro quel “NERO” abitano i due Genitori della Materia, di nome “Vuoto-Vuoto-Vuoto…” (Sigla fisi-ca T). Sono i famigerati “mattoni ultimi”, (Rishoni) che Gell-Mann, e tutti i fisici, disperatamente vorrebbero capire cosa sono “realmente”.

tavola periodica

Incredibilmente però, sebbene ci siano e siano le cose più “dense” del Creato tanto che i buchi neri, di questa SOSTANZA (Sub-stantis) sono costituiti e sappiamo è qual la loro immane potenza gravitazionale, essi semplicemente – n o n – e s i s t o n o !!!
Genitori della Materia generano il mondo, ma non sono di questo mondo.
Sul precedente numero di dicembre 2010 di AREA DI CONFINE, introducemmo già questa nozione scioccante, di “quid” responsabile dell’origine delle cose e di noi stessi e responsabile della caduta a terra dei gravi, che è presente, ma NON esiste!!!
La fisica non poteva prevedere qualcosa che non c’è… ma non esiste. È quindi comprensibilissimo che un Ente, finanziato da molte decine di Paesi del mondo, che dispone di strumenti di calcolo ed operativi colossali, come il superpotente LHC a 12.000 magneti super conduttori, montati sotto un immenso tunnel circolare di 27 chilometri, si sia imbattuto in un colossale “inciampo scientifico”, ricercando qualcosa che “fondamentalmente” non rientra nel dominio della Fisica in quanto “non esiste”…pur essendoci.
Per “maneggiare” il quid da dove origina la materia, che poi è anche lo stesso quid, che imprime ad essa l’accelerazione gravitazionale, la Matematica e la Fisica sono inadeguate.
Almeno quel tipo di Matematica, che si studia nelle facoltà di Fisica, e quel tipo di Fisica che si studia nelle facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.
Vedremo, nei prossimi numeri, che tipo di Matematica “Superiore” è stato necessario introdurre, per approcciare concettualmente quel NERO, “circondato” dai 112 Elementi della NUOVA Tavola Periodica, che concepii nel Dicembre 1996.
E che tipo di Fisica, bisogna istituire ora, affinché il compito dei Fisici di definire concettualmente la ragione del “conferimento della massa” e del “conferimento del peso” delle cose esistenti al mondo, sia finalmente espletato.

IMPLICAZIONI TEOLOGICHE DEI NUOVI MOVIMENTI

Rendersi conto che noi, atomo dopo atomo di cui siamo composti, “veniamo fuori” da un Regno che non fa parte del Mondo dove viviamo, ridimensiona di molto le concezioni “materialistiche” di chi batte le nocche delle dita sul tavolo, per bofonchiare: “credo in ciò che si tocca”. Convinto peraltro di “toccare veramente” senza però rendersi conto che il “tocco” è solo e soltanto una semplice sensazione neuro-fisiologica, “regalataci” da uno stranissimo organo, il cervello, la cui “secrezione” detta pensiero, in Fisica viene considerata qualcosa di “immateriale” per antonomasia.
La Fisica non si è ancora accorta che il cervello non è la causa del pensiero, ma soltanto la causa del suo manifestarsi. Attraverso qualcosa che non esiste!
Ciò farebbe tremare di paura, se non si arrivasse a cogliere “il senso della Vita”.
Men che meno, e questo è preoccupante, si è accorta che il pensiero, e non la forza di gravità, è la “cosa” più potente che c’è nell’Universo, tanto da dare il moto a tutti gli astri.
Non solo, dunque, la materia non origina dalla particella di Dio, ma la gravità non è forza, ma… pensiero.
Infatti, come detto all’inizio, il fenomeno della caduta gravitazionale degli oggetti aderisce più ad una Legge “psicologica”, che non ad una legge di fisica!
Nei precedenti numeri della rivista ne abbiamo parlato, e vi suggerisco di rileggere tutto dall’inizio, se volete comprendere quello che rappresenta il più grande Mistero scientifico e che per il CERN di Ginevra ha rappresentato un motivo di tremendo impasse.
Questo succede quando si pensa di “vicariare” con mezzi tecnologici spaventosi, nella fattispecie un LHC “strapotente”, il quid più potente in assoluto, che abbiamo detto essere il pensiero.
A proposito.
Nell’istante 0 del “Big Bang”, quando ancora l’Universo non aveva iniziato ad esistere, c’era il…pensiero.
Come “pensare” (!) che l’Universo possa “aver preso la decisione” di esistere, se non “pensando di poterlo fare”?
Probabilmente si è capito che la gravità era già “presente”, prima del “grande scoppio”, vero?
Ecco: questo…”era” un “punto chiave” mancante nella Teoria del Big Bang.
Propedeuticamente, si invitano i lettori a prendere visione dei 2 video in rete internet, relativi alla trasmissione di RAI-2 VOYAGER diretta da Roberto Giacobbo, andata in onda il 31.05.2010 col titolo di PARTICELLA MANCANTE.
Basterà digitare su Google la frase “Massimo Corbucci particella mancante”.

 

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