DISCORSO
DI GIORDANO BRUNO A SAGREDO (febbraio 1600)
“Un giorno non lontano una
nuova era giungerà finalmente sulla terra. La morte non esiste. La
miseria, il dolore e le sue tante
tragedie, sono il frutto della paura e dell’ignoranza di ciò che è la
vera realtà.”
“Ma quanto tempo ancora sarà necessario?”
“Il tempo
dipende da noi, Sagredo. Il tempo è l’intervallo tra il concepimento di
un’idea e la sua manifestazione. L’umanità ha concepito il germe
dell’utopia e la gestazione procede verso il suo concepimento
inevitabile: il secolo passato è una tappa importante, che precede la
nascita. Gli Esseri divini vegliano sulla gestazione della terra e
alcuni nascono qui per aiutare gli umani a comprendere che la
trasformazione dipende dal loro risveglio.”
“Anche voi Maestro siete
sceso qui per questo scopo?”
“Anch’io Sagredo, ma non sono solo. C’è un
folto gruppo di Esseri, che sono scesi più volte nel corso della storia
e si riconoscono nel grande Ermete, Socrate, Pitagora, Platone,
Empedocle… In questo secolo Leonardo, Michelangelo…”
“Non so quando, ma
so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e
scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà inattesa,
improvvisa proprio quando il potere si illuderà di aver vinto.”
Rumori
di fondo indicano che la visita volge al termine.
“Maestro quando potrò
ritrovarvi?”
“Guarda dentro di te, Sagredo ascolta la tua voce interiore
e ricorda che l’unico vero maestro è l’Essere che sussurra al tuo
interno. Ascoltala: è la verità che è dentro di te. Sei divino, non lo
dimenticare mai!”
La porta si apre e compare il guardiano…
“Non ci
stiamo separando Sagredo, la separazione non esiste, siamo tutti Uno, in
eterno contatto con l’Anima Unica…”
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