sabato 20 ottobre 2012

Entità Biologiche Extraterrestri


I visitatori alieni offrono a tutti le stesse possibilità: ricchi, poveri, persone di ceto medio, tutti sono candidati. Nello scegliere gli individui da contattare non hanno mai dato segno di privilegiare una particolare posizione sociale o economica.
Se osserviamo le statistiche, in altre parole i fatti, nella stragrande maggioranza dei casi gli incontri ravvicinati si sono svolti a livello individuale, nel senso che un solo essere umano ha incontrato uno o più ET. Questo non significa che il soggetto fosse sempre solo al momento e nel luogo del contatto. Gli ET dimostrano alcune capacità, come quella di penetrare negli appartamenti attraversando qualsiasi muro od ostacolo, oltre al potere di agire telepaticamente sui soggetti, senza procurare loro danni evidenti. Altro indizio della loro presenza è una luce bluastra molto intensa che spesso inonda la stanza (dovuto al passaggio di eventuale Stargate) e il rumore che accompagna l’incontro: ad esempio, il ronzio emesso da un UFO sospeso fuori dalla casa, simile a quello prodotto da una dinamo. In numerose occasioni gli ET sembrano aver conversato telepaticamente o comunicato informazioni tramite visualizzazioni mentali.
Questo delinea uno scenario di realtà virtuale olografica indotta, definito VRS (Virtual Reality Scenario). Non tutti i contatti avvengono di notte o mentre i soggetti sono addormentati. Si verificano anche incontri diurni, che interessano generalmente un solo soggetto. La mia impressione, sulla scorta di studi personali, e delle altrui ricerche, mi portano a ritenere che gli ET preferiscano un ambiente rurale, solitario o, ancora meglio, selvaggio. Le zone isolate semplificano la questione del contatto, che non deve allarmare le persone, consentendo più facilmente ai soggetti di riprendersi dall’esperienza dell’incontro ravvicinato e riflettere sull’accaduto.
Extraterrestri ed Entità Biologiche
“Forse dovremmo considerare le EBE descritte nei referti di autopsia come dei robot umanoidi, (oppure Robot Biologici) delle forme di vita appositamente create per viaggi su lunghe distanze attraverso lo spazio e il tempo”, quindi attraverso gli Stargate o Wormholes.
Queste parole, pronunciate dallo scomparso colonnello Philip Corso, rievocano in sintesi le conoscenze ed esperienze di fatti che seguirono l’incidente di Roswell e la cosiddetta ricaduta tecnologica dovuta alle ricerche effettuate sui reperti recuperati da quella nave spaziale. Il colonnello, infatti, aveva l’incarico di coordinare il settore di Ricerca e Sviluppo del File Top Secret di Roswell, per conto del Generale Arthur Trudeau, al Pentagono nel 1961. In una intervista rilasciata nel 1997 al giornalista Maurizio Baiata, pubblicata sul libro “Il giorno dopo Roswell”, il Col. Corso descriveva gli ET come esseri biologici, appunto chiamati EBE, Entità Biologiche Extraterrestri, metà robot e metà umanoidi (il termine EBE, che appare per la prima volta sui controversi documenti Majestic 12, sarebbe stato coniato nel 1947 dopo l’incidente di Roswell.)
Corso li considerava parte integrante dei loro oggetti volanti: le EBE, il sistema propulsivo dell’astronave e lo Spazio formerebbero un equilibrio perfetto. Corso disse che: “… a bordo di quel tipo di navicelle non c’è cibo, né acqua o altro, il che porta ad una fondamentale conclusione: un alieno EBE vive attraverso pulsazioni elettromagnetiche. Così come nel nostro mondo le piante, gli insetti, i pesci, tutti gli animali e persino gli esseri umani interagiscono con l’ambiente, così l’extraterrestre vive in uno stato di totale integrazione con la sua astronave. E’ questo il segreto della sua sopravvivenza. Se a un corpo umano viene sottratto il nutrimento, si spegne velocemente, si deteriora e muore. La stessa identica cosa avviene ad un extraterrestre: egli si spegne se lo si sottrae al suo ambiente e al suo campo elettromagnetico. Il nostro sostentamento ci è fornito dal cibo e dall’aria, il suo dall’energia elettromagnetica”. Così, con grande chiarezza, Philip Corso descriveva l’interfaccia esistente tra EBE e astronave.

Differenti razze
La razza più comunemente incontrata dagli esseri umani è quella dei Grigi. Loro rappresentano la “manovalanza” ovvero un pò come gli operatori sul campo.
Si tratta di esseri dall’aspetto umanoide, di piccola statura (dai 70 ai 100 cm) e con pelle grigiastra. Hanno grosse teste calve, simili a quelle dei feti umani, corpo esile e fragile ed enormi occhi obliqui, a mandorla e totalmente neri, senza iride, pupille o palpebre. Sicuramente esiste un gruppo d’esseri simile alla descrizione fatta o, perlomeno, una razza della quale questi esseri possono costituire una variante. Sono stati segnalati però Grigi alti un metro e mezzo, altri di due metri, con diversi carnagione di diverso colore, dal bianco al grigio e dal marrone al verde. In alcuni di questi la fisiologia umanoide potrebbe essere diversa.
Un tipo più peculiare di ET è rappresentato dalla specie insettoide delle mantidi, esseri caratterizzati da volto oblungo e stretto, con grandi occhi neri molto obliqui che formano una specie di “V”, conferendo loro l’aspetto di insetti. Tutti questi esseri (dai grigi agli insettoidi) hanno capacità telepatiche e possono creare wormholes, attraversando i muri delle case oppure tele-trasportarsi da un luogo all’altro attraverso una sorta di teletrasporto, o infine comparire attraverso un Ologramma. Ovviamente dico questo perchè sono in possesso di elementi e documentazione per poterlo provare.
Un’altra razza è quella dei cosiddetti rettiliani o rettiloidi. La pelle di questi esseri si presenta a scaglie fini e piccole, mentre gli occhi, più grandi di quelli degli esseri umani, sono spesso ovali e di colore giallo-verdastro, dalla pupilla a forma di stella.
Poi c’è un misterioso gruppo che, per comodità, chiameremo i Jawas (data la loro somiglianza con le creature del film “Guerre Stellari”), riconoscibili in quanto piccoli (alti intorno al metro) e con indosso tuniche con cappuccio che lasciano il volto in ombra. Alcuni contattati hanno notato occhi luminosi sotto i cappucci dei Jawas. Inoltre, stando ad alcuni rapporti, non mancano soggetti che avrebbero avuto incontri ravvicinati con esseri a noi simili, comunemente chiamati nordici o biondi.
Concludendo, vorrei ricordare che, in quanto umani, ci potremmo sentire turbati dall’apparizione di forme di vita intelligente che sembrano così differenti dalla nostra. Questa realtà può rappresentare un grosso problema, ma può anche ricordarci che la fonte di tutto ciò che esiste è straordinariamente varia nelle sue modalità di espressione nelle forme di vita (comprese quelle intelligenti) che popolano l’Universo. In ogni caso, potremmo aver bisogno di aggiornare la nostra idea che le Nazioni Unite (ONU) attualmente comprendano tutte le razze. Ovviamente esiste almeno una dozzina di razze ET che non vi sono ancora rappresentate.
Massimo Fratini

Nessun commento:

Posta un commento