lunedì 29 ottobre 2012

Individuare le Pleiadi e la posizione di Maia



Un esempio molto famoso e spettacolare di ammasso galattico è costituito dalle Pleiadi, un gruppetto di sette stelle nettamente visibile ad occhio nudo nella costellazione del Toro durante le lunghe notti invernali. La forma ricorda vagamente quella di una Orsa Maggiore in miniatura al punto che il gruppo viene spesso erroneamente scambiato per la costellazione dell'Orsa Minore (che ovviamente si trova in tutt'altra direzione).
In una notte serena ad occhio nudo si riescono a distinguere facilmente sette stelle che diventano nove o dieci se siamo dotati di un'ottima vista.

Le stelle più luminose hanno un nome proprio che deriva dalla mitologia greca:

1) Alcyone;
2) Elettra;
3) Maia;
4) Merope;
5) Taygete;
6) Celeno;
7) Asterope;
8) Atlas (nome dato nel 1650 dall'astronomo G.B. Riccioli);
9) Pleione (nome dato nel 1650 dall'astronomo G.B. Riccioli).


Individuare le Pleiadi non è difficile. Questo raggruppamento di stelle è sufficientemente luminoso da poter essere visto anche dal centro di una città.
A metà dicembre le sono già sopra le nostre teste intorno alla mezzanotte e rimangono visibili per tutto l'inverno.
Lo stesso cielo in cui splendono le Pleiadi è impreziosito da una costellazione molto luminosa, che caratterizza la stagione invernale: Orione.


Chi non ha dimestichezza con le costellazioni può comunque riconoscere la caratteristica forma di Orione (una sorta di aquilone o di rombo con una stella al centro). Una delle caratteristiche più appariscenti di Orione è la Cintura: una triade di stelle luminose che taglia in due la costellazione.
Partendo dalla Cintura di Orione individuiamo la stella Bellatrix (Gamma Orionis).
Osservando Bellatrix portiamo lo sguardo alla nostra destra, un po' più in alto, fino ad individuare la stella Aldebaran (Alfa Tauri), che è la stella principale della costellazione del Toro ed è anche una delle stelle più luminose del cielo.
Proseguiamo oltre, nella stessa direzione, fino ad incontrare un piccolo raggruppamento di stelle. Ecco trovate le Pleiadi.


Tra Aldebaran e le Pleiadi vi è interposto un altro famoso ammasso di stelle: le Iadi. Il suo raggruppamento è più sparpagliato e forma una V.  Aldebaran si trova su uno dei due bracci della V delle Iadi.
Le Pleiadi stanno, quindi, al di là delle Iadi. Per essere sicuri che si tratti proprio delle Pleiadi possiamo tentare di riconoscerne la forma: le stelle delle Pleiadi formano un "Piccolo Carro" in miniatura, e c'è anche chi le confonde con la costellazione dell' Orsa Minore (appunto il Piccolo Carro)!


Aramo'n (saluto pleiadiano)

Mi chiamo Amrir e vengo dalla costellazione delle PLEIADI della stella-sole Maya, sono un Walk-in in Missione sulla Terra antica di Tiaamat. In questo momento sul vostro Pianeta è in corso un forte risveglio delle coscienze, tra non molto tempo una forte energia positiva accelererà un processo biologico di nuovo DNA a 12 strati. L'UOMO è programmato ad evolversi e a divenire un "Potente Essere Spirituale".


Nel corso della nostra vita quotidiana tutti noi sperimentiamo diversi "stati di coscienza". Per esempio, nell'arco di una giornata, tra la luce del mattino e il buio della notte, ci muoviamo da uno stato ordinario di veglia ai diversi stadi del sonno.

Ma anche gli stati di coscienza "straordinari" fanno parte della nostra comune esperienza: quando ci sentiamo particolarmente "creativi", insolitamente "intuitivi", eccezionalmente "lucidi", profondamente "rilassati".

Ordinari, o straordinari che siano, tutti gli stadi della nostra coscienza sono dovuti all'incessante attività elettrochimica del cervello, che si manifesta attraverso "onde elettromagnetiche":  le onde cerebrali, appunto.


La frequenza di tali onde, calcolata in 'cicli al secondo', o Hertz (Hz), varia a seconda del tipo di attivita' in cui il cervello è impegnato e può essere misurata con apparecchi elettronici.
Gli scienziati suddividono comunemente le onde in "quattro bande", che corrispondono a quattro fasce di frequenza e che riflettono le diverse "attività del cervello".

Onde delta
Hanno una frequenza tra 0,5 e 4 Hz e sono associate al più profondo rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono totale. In questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di autogenerazione e di autoguarigione.


Onde Theta
La loro frequenza è tra i 4 ed i 8 Hz e sono proprie della mente impegnata in attività di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono ad essere prodotte durante la meditazione profonda. Il sogno ad occhi aperti, la fase REM del sonno (cioè, quando si sogna). Nelle attività di veglia le onde theta sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacità immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla creatività e alle attitudini artistiche.

Onde Alfa
Hanno una frequenza che varia da 8 a 14 Hz e sono associate a uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, è concentrata sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato meditativo leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi, o in quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso. Sono tipiche, per esempio, dell'attività cerebrale di chi è impegnato in una seduta di meditazione, yoga, taiji.

Onde Beta
Hanno una frequenza che varia da 14 a 30 Hz e sono associate alle normali attività di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Le onde beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali attività di sopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda. Per esempio, leggendo queste righe il vostro cervello sta producendo onde beta. Esse, poi, ci permettono la reazione più veloce e l'esecuzione rapida di azioni. Nei momenti di stress o di ansia le beta ci danno la possibilità di tenere sotto controllo la situazione e dare veloce soluzione ai problemi.

Esiste quindi una frequenza di luce che avvolge tutta la terra e l'Universo in modo equo. Quella è la frequenza di vita alla quale apparteniamo.

E’ un suono, una vibrazione, è il movimento delle nostre cellule che ci tengono uniti in un’unica cosa, in un tutt'Uno, in una realtà fatta di cosmo e microcosmo che appartiene alla stessa Creazione e al medesimo Creatore.

Il fenomeno della risonanza
Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christiian Huygens, tra i primi a postulare la teoria ondulatoria della luce, osservò che, disponendo a fianco e sulla stessa parete due pendoli, questi tendevano a sintonizzare il proprio movimento oscillatorio, quasi "volessero assumere lo stesso ritmo".
Se già solo pensi al battito del tuo cuore, al muoversi del sangue dentro le tue vene, al movimento minuscolo di piccole scariche elettromagnetiche di quando il tuo cervello pensa, ricorda... ecco, noi come le piante che succhiano l’acqua dalla terra e respirano dalle foglie, tutto questo grande muoversi naturale della Terra, dell’Universo ha un’unica vibrazione di suono in energia.
Si afferma che tutto quello che si muove provochi un suono, l’Universo è in continua espansione, i pianeti, le stelle, sono in un continuo movimento e provocano questo suono, questa vibrazione.

La luce è energia, l’energia è movimento ed è quindi un suono.

Il suono per essere suono deve vibrare.

Il 2012 è indicato come l'anno di questi cambiamenti, in tale data il pianeta e tutta l'umanità potranno ascendere ad una nuova dimensione, semplicemente riuscendo ad aumentarne la frequenza vibrazionale, processo possibile grazie ad un veloce processo di Evoluzione Spirituale, ora possibile grazie al cambiamento vibrazionale già in atto che ad oggi ha portato l'innalzamento della frequenza vibrazionale del pianeta da 6,8 Hz (cicli al secondo) agli attuali 11 Hz destinati ad arrivare a 13 Hz entro il 2012, livello che ci permetterà il Salto Quantico alla dimensione "superiore."


mercoledì 24 ottobre 2012

La Terra gemella


Sembra proprio che la "nostra" Terra abbia una gemella! Si tratta di un pianeta extrasolare molto vicino al nostro e si trova in orbita intorno ad Alfa Centauri B. Somiglia al nostro mondo anche se (così dicono) sembra sia troppo caldo per ospitare la vita. Quel che credo è che in quel sistema stellare potrebbero esserci altri pianeti di tipo terrestre.


PROXIMA Centauri è la stella più vicina a noi. Alla velocità della luce si potrebbe raggiungerla in poco più di quattro anni. E con altri due mesi di viaggio si potrebbe raggiungere una coppia di stelle brillanti molto simili al nostro Sole: Alfa Centauri e la sua compagna Alfa Centauri B. 
Queste due stelle sono particolarmente interessanti perché assomigliano molto al Sole e quindi potrebbero ospitare un sistema planetario molto simile al nostro. Alfa Centauri, facilmente visibile dall’emisfero australe nella costellazione del Centauro, è di poco più grande e luminosa del Sole. La sua compagna, Alfa Centauri B, è leggermente più fredda e con una massa pari al 93% della nostra stella. Alfa Centauri e Alfa Centauri B orbitano intorno al comune centro di massa e raggiungono una distanza minima pari a quasi dieci Unità Astronomiche, ovvero la distanza media fra Saturno ed il Sole. Il sistema di Alfa Centauri contiene anche un terzo membro, meglio noto come Proxima Centauri, che dista 0,2 anni luce dalle altre due stelle. Ad una distanza così grande, è difficile stimare con cura l’orbita di Proxima rispetto ad Alfa Centauri A e B, ma gli astronomi stimano che essa ruoti intorno alle altre due stelle con un periodo di oltre 500 mila anni e che attualmente la sua orbita l’abbia portata ad essere la stella più vicina a noi.
Guardando attentamente Alfa Centauri B, con l’aiuto di speciali filtri, si vede un piccolo puntino luminoso vicinissimo alla stella. E a circa sei milioni di km dalla stella, un piccolo pianeta che compie in soli tre giorni un’orbita. Ma è proprio quest’orbita così stretta che rende il pianeta incandescente e inospitale (almeno per la nostra visione della vita). E' quello il cosiddetto pianeta-gemello della Terra.

“Questo è il primo pianeta con una massa simile alla Terra mai trovato intorno ad una stella come il Sole. La sua orbita è molto vicina alla stella e deve essere troppo caldo per la vita come noi la conosciamo”, ha dichiarato Stéphane Udry, uno degli scopritori del nuovo pianeta intorno a Alfa Centauri B. Un team di ricercatori europei coordinato da Xavier Dumusque dell’Osservatorio di Ginevra, ha infatti sfruttato gli strumenti dell’Osservatorio Australe Europeo (ESO) per compiere questa straordinaria scoperta. 

Dopo oltre quattro anni di osservazioni, gli scienziati hanno dunque svelato la presenza di un pianeta molto simile alla Terra intorno alla compagna di Alfa Centauri. Oltre ad essere il più vicino a noi, questo pianeta è il  più leggero mai scoperto intorno ad una stella di tipo solare.
La ricerca di pianeti extrasolari è uno dei settori più vivi dell’astronomia moderna. Attualmente si conoscono 843 pianeti intorno ad altre stelle, ed il numero continua a crescere. Secondo recenti studi teorici si ritiene infatti che nella Galassia vi sia un numero di pianeti paragonabile a quello delle stelle, e che gran parte di questi pianeti siano giganti gassosi simili a Giove, ma esiste una buona percentuale di pianeti rocciosi con dimensioni e massa paragonabili a quelle della Terra. Il merito di queste scoperte va sicuramente allo sviluppo di strumenti e tecniche estremamente sensibili, che oggi possono rivelare pianeti anche molto piccoli.

La tecnica utilizzata per scoprire il nuovo pianeta intorno ad Alfa Centauri B sfrutta le perturbazioni gravitazionali fra la stella ed il pianeta.
Pur essendo molto piccolo rispetto ad Alfa Centauri B, il pianeta esercita un’attrazione gravitazionale sulla stella, modificandone leggermente il moto nello spazio. Il risultato è un’oscillazione appena percettibile della stella. Gli astronomi hanno infatti stimato che il pianeta fa muovere la stella con una velocità di meno di 2 km l’ora (si potrebbe paragonare alla velocità di un bambino che gattona!). Un movimento estremamente piccolo, che gli scienziati sono riusciti a mettere in evidenza grazie all'HARPS, uno spettrografo installato al telescopio da 3,6 metri di apertura all’Osservatorio ESO di La Silla in Cile. Questa tecnica è molto precisa ed è la stessa utilizzata dal team per scoprire il primo pianeta extrasolare nel 1995.

Esiste anche un’altra tecnica per rivelare questi pianeti, basata sull’osservazione dei transiti planetari. Quando un pianeta transita di fronte alla stella principale, ne provoca un temporaneo calo di brillantezza, ed è per questo particolare che è possibile stimare le caratteristiche del pianeta e della sua orbita. Una tecnica utilizzata dal telescopio spaziale “Kepler” della NASA, che finora ha individuato oltre 2300 potenziali candidati di pianeti extrasolari.

 I dati di HARPS hanno permesso di fornire una prima descrizione del pianeta, la cui massa è di solo il 10% superiore a quella della Terra. Quindi si tratta del pianeta più leggero mai scoperto intorno ad una stella di tipo solare. Le analisi hanno permesso di stimare che il pianeta ruota a circa 6 milioni di chilometri di distanza da Alfa Centauri B, circa un decimo della distanza di Mercurio dal Sole. Ciò significa che questo pianeta deve essere caldissimo ed è quindi estremamente improbabile che possa ospitare la vita. Sebbene il pianeta non sia nella cosiddetta fascia di abitabilità, gli scienziati sono fiduciosi.
“Potrebbe essere un pianeta in un sistema di molti”  dice Udry, “Gli altri risultati che abbiamo ottenuto con HARPS così come le nuove scoperte di Kepler mostrano chiaramente che la maggioranza dei pianeti di piccola massa si trova in questi sistemi". 
Quel sistema stellare potrebbe quindi ospitare altri pianeti simili alla Terra, e con un po’ di fortuna anche nella zona di abitabilità. Avremmo così finalmente scoperto un gemello della Terra vicinissimo a noi. Tuttavia raggiungerlo potrebbe essere ancora molto difficile, visto che con la tecnologia attuale un razzo impiegherebbe circa 28 mila anni per raggiungere Alfa Centauri.


Simona: Da quello che ho capito Giuliana Conforto è dell'opinione che in realtà noi non vediamo il cielo (reale) ma un riflesso del pianeta nostro stesso, che varia a seconda dell'ubicazione del punto di osservazione. Mi sembra di ricordare che lei addirittura pensi che in realtà noi siamo all'interno di una specie di mela, oltre la quale c'è l'infinito e quindi anche altri mondi. La cosa più affascinante è che secondo questa teoria, quando noi vediamo un pianeta simile al nostro, in realtà stiamo vedendo il nostro pianeta riflesso nel plasma che ci circonda. L'altra cosa affascinante è il paragone che fa tra il grembo materno e la nostra situazione all'interno di questo plasma. In poche parole lei dice che noi siamo embrioni in un plasma-grembo e che stiamo per nascere.

sorellaluna&fratellosole: A quanto pare abbiamo capito la stessa cosa  :) Comunque... vorrei essere un "alieno" per poter avere la visuale di noi/terra stando dall'altra parte del cosmo (sorella curiosa!!)

Simona: Con la meditazione tosca e le esperienze fuori dal corpo è possibile senza divenire aliena!!

sorellaluna&fratellosole: eh già! veroooo!! e chi meglio di te può saperlo?! ah si, gli asceti indù, i nativi americani, gli sciamani (...)

martedì 23 ottobre 2012

Il DNA "capisce" la meccanica quantistica


Una collaborazione israeliana e tedesca sembra dimostrare che il DNA sia in grado di distinguere lo stato quantico conosciuto come “spin”. La biologia si avvicina sempre più alla fisica dell’estremamente piccolo e forse può aiutarla nello studio della sua parte più complicata.
Se fino a poco tempo fa si fosse fatta la seguente domanda: “Possono I principi della meccanica quantistica essere applicati ai sistemi biologici?”, molti si sarebbero messi a ridere e avrebbero detto: “E’ come se volessimo confrontare le arance con le mele!”. Ed invece sembra che una molecola di notevoli dimensioni, proprio il DNA, sia in grado di districarsi tra i vari stati quantici chiamati “spin”. Non voglio certo andare nei dettagli della meccanica quantistica in questo articolo (lo farà tra non molto il nostro caro Red Hanuman), ma solo mostrare che la vita biologica può aiutare a penetrare i segreti di ciò che potrebbe spiegare le fasi iniziali dell’Universo dopo il Big Bang. Finiremo mai di stupirci davanti alle meraviglie che ci circondano sia all’esterno che al nostro interno?
E’ normalmente assodato che i fenomeni quantici possano avvenire in sistemi fisici di dimensioni limitatissime, come atomi singoli e al più piccole molecole. Per poter studiare questo microcosmo, gli scienziati sono costretti a raffreddare la materia fino a sfiorare lo zero assoluto. Se essa infatti cresce anche di poco, così come le dimensioni del sistema, le proprietà quantiche collassano e la fisica normale ne prende il posto. Le molecole biologiche sono piuttosto grandi e lavorano normalmente a temperature ben più alte di quelle a cui si devono compiere gli esperimenti della fisica dei quanti. Uno si aspetterebbe che alcuni fenomeni tipici dei quanti, come lo “spin”, che esiste in due stati opposti, vengano completamente mischiati nelle molecole biologiche e perdano di qualsiasi significato.
Tuttavia, alcune molecole biologiche hanno una proprietà particolare, sono “chirali”, ossia possiedono la proprietà di avere un’immagine speculare non sovrapponibile a sé come avviene, appunto, nel caso di una mano. In altre parole, queste molecole esistono sia in forma sinistrorsa che destrorsa e non possono mai sovrapporsi una all’altra. Le molecole di DNA a doppio filamento sono doppiamente chirali, sia nella disposizione dei filamenti, sia nella direzione di avvolgimento della spirale ad elica. Da studi precedenti, il gruppo di ricercatori guidati dal prof. Naaman, avevano già notato che alcune molecole chirali interagivano in modo diverso con stati di spin diversi. Gli ultimi esperimenti sono andati ben oltre, dimostrando che il DNA ha addirittura la capacità di selezionare lo stato di spin che preferisce.
L’esperimento si basa sulla costruzione di uno strato unico di molecole di DNA, attaccato a un substrato di oro. Questa sottile pellicola è stata esposta a un gruppo misto di elettroni, con entrambe le direzioni di spin. Il risultato è stato stupefacente. Le molecole biologiche hanno reagito istantaneamente e con forza con gli elettroni di un certo spin, mentre hanno evitato in tutti i modi il “contatto” con quelli di spin opposto. In particolare, le più lunghe sono state anche le più efficienti nell’operare questa rapidissima selezione. La proprietà selettiva decadeva drasticamente per DNA a singolo filamento o che presentava qualche danneggiamento nella catena. Se ne è derivato che questa capacità eccezionale di scelta deriva dalla natura chirale delle molecole, veri e propri selezionatori di elettroni da un punto di vista quantistico. In altre parole, esse agiscono come “filtri” straordinari per particolari elettroni.
Le prime ricadute sono ovvie ed enormi nel campo della spintronica (elettronica degli spin) che unirebbe sia la parte elettronica che quella magnetica dell’elettrone. I più avanzati calcolatori elettronici cercano attraverso le nanotecnologie di poter sfruttare le proprietà quantistiche degli elettroni. La natura ci fornisce un discriminatore già costruito e funzionante. Non parliamo poi delle ricadute in campo medico, sia in fase di diagnosi che di cura, in cui si potrebbero sfruttare le capacità delle molecole di interagire con elettroni di un certo carattere quantico.
E chissà che non possano insegnarci qualcosa anche sulle prime fasi dell’Universo… mai dire mai!


di Vincenzo Zappalà

domenica 21 ottobre 2012

Mudra


Cosa sono i mudra?

Conosciuto anche come lo yoga per le mani, i mudra sono un insieme di posizioni che aiutano a ripristinare il corretto flusso di energia vitale, o prana, in tutto il corpo.

Ciò è possibile grazie alla grande concentrazione di terminazioni nervose  (sia nelle mani che nei piedi) e  posizionando le dita in taluni circuiti energetici vengono create stimolazioni bilanciate per incentivare il recupero.
Ogni dito ha le sue funzioni per i mudra, e ognuno rappresenta elementi specifici, quindi controlla varie parti del corpo e funzioni, cosicché si può determinare determinano quale dito usare e come, in pratica, un mudra di profitto su una particolare condizione.

I mudra sono praticati con una leggera pressione delle dita per sentire un flusso di energia attraverso il corpo, mentre le mani sono rilassate



Pollice: Rappresenta l'elemento fuoco, l'assegnazione delle funzioni polmonari, la logica e la forza di volontà.

Indice: Rappresenta l'aria e controlla lo stomaco, il pensiero e la mente.

Medio: E' associato con l'elemento etere e ha funzioni assegnate relative al flusso sanguigno e della cistifellea.

Anulare: Rappresentata l'elemento Terra, l'anulare controlla la vitalità del fegato e in generale di buona salute.

Mignolo: Rappresenta l'elemento Acqua, ed è collegato direttamente al cuore, la sessualità, la comunicazione e le relazioni.

* Alcuni mudra di base

* Anjali Mudra (Preghiera)
Con le mani insieme al chakra del cuore, premere delicatamente le dita, tenere le palme con una piccola cavità.
Si tratta di un ottimo esercizio per indurre la meditazione riduce lo stress e l'ansia, creando un insieme armonico e tranquillo.

* Bhudi-Mudra (equilibrio liquido)
Con entrambe le mani le punte del dito mignolo e il pollice una leggera pressione, le altre dita restano rilassati.
Aiuta la comunicazione, recupera l'equilibrio dei liquidi, migliora il funzionamento dei reni e della vescica aumenta il senso del gusto.

* Gyan Mudra - Passivo (Consapevolezza e la Conoscenza)
Con entrambe le mani, le punte del pollice toccare le punte dell'indice.
Questo mudra agisce a livello psichico e spirituale, contribuendo a calma e reattività, migliorando stati di tensione.

* Gyan Mudra - attiva (Consapevolezza e la Conoscenza)
Con entrambe le mani, le punte dell'indice toccare la prima falange del pollice facendo pressione sull'unghia dell'indice.
Questi primi due sono i più famosi in posizione yoga e funzionano con il corpo e l'anima,  simboleggia l'armonia della coscienza.

* Ganesh Mudra (decisione e fermezza)
Con le mani sul petto, il palmo sinistro fuori e il palmo della mano destra rivolta verso il corpo, ispirare e tirare fuori le mani per qualche secondo più volte. Quindi modificare la posizione delle mani.
Favori rafforzare il vostro torace, stimola l'attività del cuore e rafforza la fiducia.

* Dhyani Mudra (Meditazione) [non in foto]
Il resto le mani in grembo, da destra a sinistra formando una ciotola.
Concentrandosi esclusivamente sul respiro, elimina lo stress e la pressione mentale, aiuta anche a eliminare i pensieri di tutti i giorni e trovare la pace.

* Kalesvara Mudra per calmare il torrente di pensieri, calmare i sentimenti eccitati. Periodi di tempo tranquillo, tra i pensieri. Diventiamo più chiari, facciamo nuove osservazioni su noi stessi, siamo in grado di cercare e trovare soluzioni. Questo mudra può essere utilizzato anche per aiutare a cambiare i tratti caratteriali, la memoria e la concentrazione, o eliminare il comportamento di dipendenza.

DhrmChakra * per equilibrare le nostre energie interiori con il nostro fisico e spirituale. Sviluppare il nostro potenziale spirituale. Connettersi al mondo dello spirito, che ci permette di ottenere aiuto da altri esseri dell'universo. Ci aiuta a sentire la voce della divinità, a scoprire la nostra missione nella vita.
Portare alla luce le nostre vite passate.

* Garuda Mudra Questa irradiazione mudra attiva e la circolazione del sangue, rivitalizza gli organi e riequilibra le energie delle due metà del corpo. Nella zona del bacino o del torace, vitalizza e stimola. Rilassa e lenisce dolori e disturbi mestruali, disturbi allo stomaco e difficoltà respiratorie. Avrete alta attenzione. Aiuta anche a stati di esaurimento e fluttuazioni dell'umore.

* Hakini Mudra Questa posizione delle dita è stata profondamente studiata dagli scienziati, ed è stato dimostrato che stimola il lavoro congiunto dei due emisferi del cervello, la destra e la sinistra. Oggi è consigliato anche per i corsi di formazione e la gestione della memoria. Apri l'accesso all'emisfero destro del cervello in cui è memorizzata anche la memoria. La sua pratica migliora la respirazione, l'approfondimento, a beneficio del cervello. Questo Mudra rigenera energia dai polmoni, muovendo le dita in modo che il pollice destro resto indice a sinistra, il dito medio destro sul dito indice sinistro, ecc., Energia che attiva l'intestino crasso. È possibile aumentare la vostra concentrazione e le forze mentali .

sabato 20 ottobre 2012

Entità Biologiche Extraterrestri


I visitatori alieni offrono a tutti le stesse possibilità: ricchi, poveri, persone di ceto medio, tutti sono candidati. Nello scegliere gli individui da contattare non hanno mai dato segno di privilegiare una particolare posizione sociale o economica.
Se osserviamo le statistiche, in altre parole i fatti, nella stragrande maggioranza dei casi gli incontri ravvicinati si sono svolti a livello individuale, nel senso che un solo essere umano ha incontrato uno o più ET. Questo non significa che il soggetto fosse sempre solo al momento e nel luogo del contatto. Gli ET dimostrano alcune capacità, come quella di penetrare negli appartamenti attraversando qualsiasi muro od ostacolo, oltre al potere di agire telepaticamente sui soggetti, senza procurare loro danni evidenti. Altro indizio della loro presenza è una luce bluastra molto intensa che spesso inonda la stanza (dovuto al passaggio di eventuale Stargate) e il rumore che accompagna l’incontro: ad esempio, il ronzio emesso da un UFO sospeso fuori dalla casa, simile a quello prodotto da una dinamo. In numerose occasioni gli ET sembrano aver conversato telepaticamente o comunicato informazioni tramite visualizzazioni mentali.
Questo delinea uno scenario di realtà virtuale olografica indotta, definito VRS (Virtual Reality Scenario). Non tutti i contatti avvengono di notte o mentre i soggetti sono addormentati. Si verificano anche incontri diurni, che interessano generalmente un solo soggetto. La mia impressione, sulla scorta di studi personali, e delle altrui ricerche, mi portano a ritenere che gli ET preferiscano un ambiente rurale, solitario o, ancora meglio, selvaggio. Le zone isolate semplificano la questione del contatto, che non deve allarmare le persone, consentendo più facilmente ai soggetti di riprendersi dall’esperienza dell’incontro ravvicinato e riflettere sull’accaduto.
Extraterrestri ed Entità Biologiche
“Forse dovremmo considerare le EBE descritte nei referti di autopsia come dei robot umanoidi, (oppure Robot Biologici) delle forme di vita appositamente create per viaggi su lunghe distanze attraverso lo spazio e il tempo”, quindi attraverso gli Stargate o Wormholes.
Queste parole, pronunciate dallo scomparso colonnello Philip Corso, rievocano in sintesi le conoscenze ed esperienze di fatti che seguirono l’incidente di Roswell e la cosiddetta ricaduta tecnologica dovuta alle ricerche effettuate sui reperti recuperati da quella nave spaziale. Il colonnello, infatti, aveva l’incarico di coordinare il settore di Ricerca e Sviluppo del File Top Secret di Roswell, per conto del Generale Arthur Trudeau, al Pentagono nel 1961. In una intervista rilasciata nel 1997 al giornalista Maurizio Baiata, pubblicata sul libro “Il giorno dopo Roswell”, il Col. Corso descriveva gli ET come esseri biologici, appunto chiamati EBE, Entità Biologiche Extraterrestri, metà robot e metà umanoidi (il termine EBE, che appare per la prima volta sui controversi documenti Majestic 12, sarebbe stato coniato nel 1947 dopo l’incidente di Roswell.)
Corso li considerava parte integrante dei loro oggetti volanti: le EBE, il sistema propulsivo dell’astronave e lo Spazio formerebbero un equilibrio perfetto. Corso disse che: “… a bordo di quel tipo di navicelle non c’è cibo, né acqua o altro, il che porta ad una fondamentale conclusione: un alieno EBE vive attraverso pulsazioni elettromagnetiche. Così come nel nostro mondo le piante, gli insetti, i pesci, tutti gli animali e persino gli esseri umani interagiscono con l’ambiente, così l’extraterrestre vive in uno stato di totale integrazione con la sua astronave. E’ questo il segreto della sua sopravvivenza. Se a un corpo umano viene sottratto il nutrimento, si spegne velocemente, si deteriora e muore. La stessa identica cosa avviene ad un extraterrestre: egli si spegne se lo si sottrae al suo ambiente e al suo campo elettromagnetico. Il nostro sostentamento ci è fornito dal cibo e dall’aria, il suo dall’energia elettromagnetica”. Così, con grande chiarezza, Philip Corso descriveva l’interfaccia esistente tra EBE e astronave.

Differenti razze
La razza più comunemente incontrata dagli esseri umani è quella dei Grigi. Loro rappresentano la “manovalanza” ovvero un pò come gli operatori sul campo.
Si tratta di esseri dall’aspetto umanoide, di piccola statura (dai 70 ai 100 cm) e con pelle grigiastra. Hanno grosse teste calve, simili a quelle dei feti umani, corpo esile e fragile ed enormi occhi obliqui, a mandorla e totalmente neri, senza iride, pupille o palpebre. Sicuramente esiste un gruppo d’esseri simile alla descrizione fatta o, perlomeno, una razza della quale questi esseri possono costituire una variante. Sono stati segnalati però Grigi alti un metro e mezzo, altri di due metri, con diversi carnagione di diverso colore, dal bianco al grigio e dal marrone al verde. In alcuni di questi la fisiologia umanoide potrebbe essere diversa.
Un tipo più peculiare di ET è rappresentato dalla specie insettoide delle mantidi, esseri caratterizzati da volto oblungo e stretto, con grandi occhi neri molto obliqui che formano una specie di “V”, conferendo loro l’aspetto di insetti. Tutti questi esseri (dai grigi agli insettoidi) hanno capacità telepatiche e possono creare wormholes, attraversando i muri delle case oppure tele-trasportarsi da un luogo all’altro attraverso una sorta di teletrasporto, o infine comparire attraverso un Ologramma. Ovviamente dico questo perchè sono in possesso di elementi e documentazione per poterlo provare.
Un’altra razza è quella dei cosiddetti rettiliani o rettiloidi. La pelle di questi esseri si presenta a scaglie fini e piccole, mentre gli occhi, più grandi di quelli degli esseri umani, sono spesso ovali e di colore giallo-verdastro, dalla pupilla a forma di stella.
Poi c’è un misterioso gruppo che, per comodità, chiameremo i Jawas (data la loro somiglianza con le creature del film “Guerre Stellari”), riconoscibili in quanto piccoli (alti intorno al metro) e con indosso tuniche con cappuccio che lasciano il volto in ombra. Alcuni contattati hanno notato occhi luminosi sotto i cappucci dei Jawas. Inoltre, stando ad alcuni rapporti, non mancano soggetti che avrebbero avuto incontri ravvicinati con esseri a noi simili, comunemente chiamati nordici o biondi.
Concludendo, vorrei ricordare che, in quanto umani, ci potremmo sentire turbati dall’apparizione di forme di vita intelligente che sembrano così differenti dalla nostra. Questa realtà può rappresentare un grosso problema, ma può anche ricordarci che la fonte di tutto ciò che esiste è straordinariamente varia nelle sue modalità di espressione nelle forme di vita (comprese quelle intelligenti) che popolano l’Universo. In ogni caso, potremmo aver bisogno di aggiornare la nostra idea che le Nazioni Unite (ONU) attualmente comprendano tutte le razze. Ovviamente esiste almeno una dozzina di razze ET che non vi sono ancora rappresentate.
Massimo Fratini