lunedì 20 aprile 2015

GESU di NAZARET o GESU il NAZARENO? (9a parte)

Questo lungo e laborioso (e grandioso) articolo -che suddividerò in più parti- contiene una gran quantità di link che riportano ad altri documenti di approfondimento, ma non li posterò tutti qui (solo alcuni). Quindi, se avrete voglia di allargare i vostri orizzonti ulteriormente su questo argomento, non dovrete far altro che cliccare su questo LINK per entrare nella pagina web d'origine, là dove l'ho trovato, letto, e infine pubblicato qui.

Per i RELIGIOSI (Ebrei, Cristiani, Protestanti ecc.) - La Bibbia, e la "morte", e le parole di Gesù il nazareno, sul tema
Infine qualche considerazione su di un pensiero religoso, in genere cristiano, su di un testo della Bibbia (antico testamento) che cosi recita in Ecclesiaste - Qoelet, 9:5: "I morti non sanno nulla...ed essi non hanno più nè avranno mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole".
Qoelet 1,2,3: "Io allora ho proclamato i morti ormai trapassati, più beati dei vivi ancora in vita e più beato di entrambi chi non esiste ancora e non ha ancora visto il male perpetrato sotto il sole".

Semplice significato:
i morti non sanno nulla di ciò che accade sotto il Sole, quindi di ciò che accade sulla Terra, perché essi ormai sono andati in una dimensione diversa dalla nostra alla quale appartiene la Terra, quindi non possono interferire su ciò che avviene sotto il Sole, ma ciò non vuol dire che essi non sappiano tutto di ciò che accade nella loro nuova dimensione (e forse anche nella nostra....perché sono esseri multidimensionali), ove esssi son ri-nati (arrivati) e vivono "più beati dei vivi ancora in vita sulla Terra".....con il loro nuovo corpo di luce/energia, anzi ne sono ben coscienti perché vivono in essa, fino a quando non cambiano nuovamente di dimensione (spazio/tempo), per eventualmente e se necessario o per AmOre, ritornare sulla Terra (od altre Terre...) per fare una nuova esperienza e/o per aiutare gli umani ed i Viventi a conoscere l'Infinito, il Tutto, ed averne la percezione e la consapevolezza sempre più vasta e più complessa, di vita in vita, per poter quindi partecipare consapevolmente al Progetto di Vita INFINITA, nell'Infinità dello spazio e del tempo!

Nella Bibbia, cattolica, in Baruc 3:4, si afferma che "Dio ascolta le preghiere dei morti", quindi significa ch i "morti" sono vivi, perché pregano... attenzione a non confonderle con le preghiere "per" i morti che sono effettuate dai terrestri per i defunti. In Tobia (versi 12:9 e 14:11).
In Sapienza viene poi insegnata l'esistenza dell' "anima" delle persone, prima della creazione del corpo (verso 8:19) e la creazione del mondo (UniVerso) partendo da materia preesistente (11:17).

Nella Bibbia, nuovo testamento, in Matteo 17:1-9, Gesù il Nazareno, si trasfigura ed alla sua presenza si presentano Mose' ed Elia...infatti un altro testo di Marco 12:26-27 conferma che "Dio non è il Dio dei morti ma dei Viventi" (quanti morti ci sono stati da quando esiste la Vita sulla terra....miliardi di miliardi..che pero' sono tutti quanti vivi anche in altre dimensioni....noi sulla terra siamo una piccola frazione questo immenso quantitativo di esseri Viventi, siamo nel 2014, solo 7 miliardi !).
In Luca 16:19-25, Gesù narra ai suoi discepoli la descrizione di avvenimenti che avvengono nel "soggiorno dei morti" l'altra dimensione, ove ci si reca alla morte; inoltre parla di un "grande abisso" che divide certi luoghi o dimensioni da altre, cosa assolutamente vera, in quanto noi ci rechiamo in quelle dimensioni parallese, solo attraverso un "tunnel buio", in realtà un Wormholes = buco nero, quello che attira al trapasso l'atomo in fase di form-azione che noi siamo, e che con-tiene la nostra Coscienza e l'orizzonte degli eventi nel quale si posiziona la mente dell'Essere stesso.
In un'altro testo della Bibbia, in Matteo 10:28, sempre Gesù disse: "non dobbiamo temere coloro che uccidono il corpo, ma che non possono uccidere l’anima", (NdR: cioè lo Spirito che è Eterno).
In altre occasioni sempre lo stesso Gesù, disse: "IO SONO: la via, la resurrezione e la vita, chiunque crede in me (IO SONO) non morirà ma vivrà"; ciò è assoluttamente Vero in quanto Gesù stesso rispondendo a certe domande disse: VOI SIETE YHWH (IO SONO), e la scrittura non può essere anullata..."

Anche verificando la frase "IO SONO la via. la resurrezione e la vita"...ecc., dal punto di vista della analisi grammaticale, analisi logica e della sintassi,
- vedi qui: http://www.analisi-logica.it/Analisi_Logica.php - abbiamo queste conferme:
IO SONO = voce del verbo Essere (coniugato all'Infinito), tempo presente singolare, ma anche "soggetto" della proposizione, perchè è l'IO SONO l'emanante della via, la resurrezione e la vita e per ottenere ciò occorre essere IO SONO o meglio occorre ritrovarsi  ed identificarsi nell'IO SONO, Gesù lo poteva dire perché aveva scoperto di essere un IO SONO e tu caro lettore cosa pensi di essere? ...un peccatore, quindi un NON IO SONO e ti cerchi quindi come ti hanno proprinato ...un "salvatore che ti salvi al posto tuo" mentre invece DEVI salvarti dalla tua ignoranza sull'IO SONO, che in realtà tu SEI!,  e tutto ciò alla faccia di tutti i falsi profeti, preti, guru, rabbini, iman, pastori, vescovi, psicologi, psichiatri, ecc., quindi impara a dire IO SONO la via la resurrezione a la vita, chi crede in IO SONO non morirà ma vivrà!
E per essere ancora più sicuri, si dovrebbe analizzare la stessa frase in Greco antico ed ancora meglio in Samaritano, la lingua di Gesù il nazareno.

Tutto cio' in ONORE, VERITA' ed in AmOr.
IO SONO Jean Paul della discendenza Vanoli



Il pensiero del redattore di questa pagina su Gesù il nazareno:

Se accettiamo come verosimile la nascita e la vita di questo personaggio Gesù il nazareno, come pare sia, anche se con  molte incertezze, a me interessa da giornalista investigativo, citare i vari autori di ricerche e studi sul personaggio Gesù, in modo che ogni lettore di questa pagina, si possa fare una idea sempre più completa e complessa della storicità o meno di questo personaggio, che ha comunque "segnato" o gli hanno fatto segnare con le manipolazioni dei cristiani, specie quelli della chiesa cattolica, la storia nel mondo occidentale, inoltre lo scopo che mi sono prefissato è solo quello di comprendere e discutere il "messaggio" che questi ha od avrebbe lasciato nel futuro per i suoi consimili e discuterlo riflettendo bene sulle parole che gli vennero attribuite, o che avrebbe veramente pronunciato.

Egli è o sarebbe nato c.a. 2000 anni fa, in un periodo nel quale i Giudei che abitavano la Palestina i quali erano stati soggiogati dai Romani e "guidati" alternativamente e religiosamente (filosoficamente) dalla setta dei Sadducei, dei Farisei, che avevano al loro seguito gli scribi (coloro che trascrivevano la Torah), come riportano i vangeli. Questi Sacerdoti erano ormai deviati da secoli, dalla vera essenza e dal vero insegnamento antico Egizio/mosaico, tant'è che gli Esseni, di cui Gesù fece parte e lo si capisce dal suo linguaggio, li contestavano ufficialmente dicendo che erano degli usurpatori, degli eretici, degli empi e che sarebbe nato un condottiero, salvatore che avrebbe rimesso in auge la Verità nella dottrina, calpestata dal fatto che gli scritti sacri degli ebrei, la Torah era stata dagli scribi e dalla casta sacerdotale giudaica, manipolata e coperta da norme, leggine e strutture inutili ma pesanti, legate solo alla lettera-parola e non al significato ai significati spirituali-intellettuali, della parola stessa.

Che poi Gesù avesse avuto una moglie ed un figlio o più figli, mi sembra una cosa cosi semplice e logica, specie nel giudaismo, popolo nel quale avere una sposa, una famiglia e quindi dei figli era un compito di ogni giudeo che si atteneva alla filosofia ebraica della Torah; piuttosto che discutere sulla veridicita' o meno di quelle affermazioni, anche se i documenti che i cristiani hanno nascosto, ne parlano chiaramente e quindi sarebbero credibili. Oppure che sia stato crocifisso o meno, o che sia "risorto" come risorgono a miglior vita (trapassano nell'al di là tutti morti) questo ultima cosa è nei fatti un Fatto che ormai sta venendo alla luce nei tempi odierni anche per la medicina tanatologica, ma nell'antico tempo era assai noto, ritengo sia molto più interessante discutere e riflettere sui messaggi che gli vengono attribuiti.

Quello che posso con certezza affermare èil fatto che, sempre se crediamo nella storicità di questo personaggio Gesù, egli NON sarebbe, o non è morto per i peccati dell'umanita', cioe' per me o per te caro lettore, ma e' morto solo per se stesso, come tutti gli esseri umani, in quanto la Giustizia "divina" è solo questa, il resto sono invenzioni ERRATE dei cristiani e dei manipolatori dei vangeli...canonici, l'aver inventato un  supposto ed inesistente "mediatore" fra l'INFINITO e NOI STESSI, l'IO SONO, personalizzato dalla mEnte che si va formando di vita in vita, (assumendo in-form-azioni, dati) sempre più complessa e veritiera, che ci salverebbe dal male, in realtà siamo solo NOI che dobbiamo, attraverso la Conoscienza e la Consapevolezza delle Leggi dell'INIFINITA' che vengono sintetizzate e raccolte in quella UNICA dell'AmOr "salvarci dall'Ignoranza su di essa! in quanto il male è ciò che non è ancora bene e quindi  non è ancora AmOr !

Il battesimo citato dai vangeli null'altro è che il simbolo che questo personaggio scelse per indicare e sancire agli altri suoi conterranei, seguaci e/o simpatizzanti che egli stava "morendo" alla modo di vivere precedente al battesimo e rinascendo a nuova vita dal battesimo in poi e fornendo un'esempio per i successori, di cui parte i cattolici ed sue figlie hanno stravolto anche questo simbolo nel suo profondo significato simbolico = morte e rinascita, che l'immersione completa del corpo nell'acqua simbolizza, con l'aspersione di un po' di acqua sul cranio, che invece non simboleggia proprio nulla - le falsificazioni sono enormi nella cristianità!
In quella occasione i vangeli riferiscono che Gesù dopo il battesimo di immersione nell'acqua del Giordano, uscendo da essa, il "cieli" si aprirono e scese lo Spirito santo sottoforma di una colomba", frase mal resa e mal riportata, ricordo che la lingua parlata da Gesù era l'aramaico e non il greco, i "cieli" sono quello dello Spirito-mEnte, che si aprirono nel cervello (fu circonciso nello Spirito,  la mEnte si apri....alla Verità e divenne testimone di essa) perché l'olio sacro, il "cristo", discese nell'organismo di Gesù come in qualsiasi altro essere che arriva a quelle consapevolezze. Infatti il vangelo riferisce che proprio dallo Spirito (pensiero) fu condotto, spinto a recarsi nel deserto (dagli esseni) ove rimase 40 giorni digiunando, purificandosi e dove le sue paure, i suoi mostri diabolici, gli si rivelarono nella sua mEnte, i vangeli infatti riferiscono che fu tentato da satana, rifiutando le immagini mentali che gli apparvero, dicendo "amerai ed adorerai SOLO YHWH = l'INFINITO", senza divenire schiavo delle illusioni = immagini mentali = schemi mentali che schiavizzano tutti gli uomini che si inchinano davanti ad esse...senza inchinarsi davanti all'INFINITA ed al suo Progetto di Vita Infinita.
Voi, dice sempre Gesù, NON potete servire dio e mammona (il dio denaro e tutto ciò che lo circonda), egli era un iconoclasta (secondo il 2° comandamento della Torah che dice "NON ti farai nessuna immagine, anche mentale, né ti prosternerai davanti ad essa...), cioè distruggeva tutti gli "schemi mentali" che i religiosi Farisei, sadducei, Scribi avevano inculcato nei secoli passati ai giudei, od avevano dimenticato di insegnare i concetti che quelle parole insegnavano, lasciando una traccia anche per noi nel futuro dell'umanità.

Veniamo alle parole che hanno messo in bocca a Gesù o che egli avrebbe pronunciato, se crediamo alla sua storicità e facendo questa riflessione, ci riferiamo a tutti i tipi di vangeli esistenti e non solo a quelli detti canonici.

Dai vangeli canonici troviamo che le prime predicazioni del personaggio Gesu' furono improntate a: "pentitevi, perché il regno di dio è vicino", infatti in altra occasione precisò e confermò questa frase dicendo; "il regno di dio è DENTRO di voi", ....più "vicino" di cosi si muore....
Noi abbiamo la possibilita' di entrare ed assaporare l'ingresso del regno di "dio", gia' con l'occhio dello Spirito (la mEnte aperta e consapevole all'Infinità del Progetto Vita vissuta nella legge dell'AmOr "dell'INFINITO al di sopra di ogni cosa e del tuo prossimo come te stesso") perché l'entrata nella sua pienezza avviene solo alla morte naturale del corpo, quando lasciamo la "crisalide che siamo" sulla Terra, con il corpo energetico ed il nostro Spirito, che abbiamo consolidato ed informatizzato con la vita presente, nel qui ora, passando dal "tunnel" (buco nero = la figa cosmica) e recandoci nelle infinite, come sempre Gesu' afferma, "tante stanze-dimore del padre mio" (= l'INFINITO), quella per la quale ci siamo preparati con la nostra vita terrestre.
 
Gesu', riferiscono i vangeli canonici, percorreva la Galilea annunciando il "regno dei cieli (dello Spirito) e' dentro di Voi", perche nei fatti era ed e' dentro in OGNI essere od anima vivente, ma solo chi ne è consapevole della sua esistenza, lo ri-conosce dentro di sé, e quindi lo può capire, comprendere e vi può quindi entrare e partecipare, se si adegua alla legge dell'AmOr, ed una grande folla lo seguiva... per ascoltare la sua "buona novella del regno dei cieli, in ognuno di noi".

Ricordo che il Gesù dei vangeli, quando gli chiesero come si deve pregare, disse: "quando preghi entra nella tua cameretta chiudi la porta e prega il tuo padre nel luogo segreto (in Te stesso) ed il padre che ti vede nella segretezza (della tua mEnte) te lo renderà "...a riconferma del fatto che noi possiamo parlare con noi stessi nella nostra mEnte per parlare con l'INFINITO!
e continua dicendo: "non abbiate timore su ciò che dovrete dire, perché l'INFINITO parlerà attraverso voi anche quando sarete perseguitati"...
 
Gesù nei fatti ri-scopriva e re-insegnava l'antica dottrina veritiera, insegnata fin dagli egizi (gli iniziati, gli illuminati) dell'IO SONO e quindi dell'INFINITA' sempre esistente in ogni Essere od anima vivente abbinata alla legge dell'AmOr: infatti quando gli chiesero quale fossero i veri  grandi Comandamenti, egli ripeté quello che era stato scritto fin dall'antico (Torah =antico testamento, ripetuto in Matteo 22:36), "ama dio sopra ogni cosa ed il prossimo tuo come te stesso"..."....da questi due comandamenti devono dipendere tutte le leggi... la legge dell'AmOr sopra ogni cosa od altre leggi umane o pseudo divine...
infatti ripeteva spesso: "cercate il regno di dio (che è dentro di voi) e la giustizia divina" (la Legge dell'AmOr), ed aggiungeva: "non entreranno nel regno tutti quanti, ma solo quelli che fanno la volontà del padre che è nei cieli" (dello Spirito) e la volontà è l'attuazione della legge dell'AmOr nel vivere quotidiano.
E per rincarare la dose, diceva: "amate i vostri nemici e pregate per coloro che vi perseguitano"....

Dai vangeli canonici, nel suo primo discorso sulla montagna, detta "Gamala", rivolgendosi ai suoi discepoli ed ascoltatori, Gesù parlò sulla legge dell'AmOr, dicendo, come Matteo cap. 5 riferisce: "Beati i mansueti"....il tutto improntato sempre sulla legge dell'AmOr.

In parole povere Gesù si era battuto contro gli insegnamenti della casta sacerdotale di allora (i loro preti) perchè avevano sostituito la legge dell'AmOr con le loro leggi e norme, vedi: le sue frasi, citando la Torah (antico testamento) tipo: "questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me deh è invano che mi onorano, insegnando dei precetti che sono comandamenti d'uomini"... non in sintonia con la Legge dell'AmOr!
Infatti come riferisce Matteo cap. 16:18, "l'assemblea (chiesa) è basata sul idea del Cristos (l'illuminazione sulla legge dell'AmOr dettata dall'IO SONO = INFINITO) che la chiesa deve essere costruita"... e quindi per questi motivi,  in quanto egli toglieva ai sacerdoti il loro "potere", acquisito con l'inganno, potere che doveva invece essere rimesso nelle mani del Soggetto portatore intrinseco dell'Infinità che Gesù era stato osteggiato, catturato, denunciato e successivamente condannato a morte, come un malfattore.

E per finire le citazioni dei vangeli segnalo e cito un discorso di Paolo da Tarso (chiamato dai cristiano l'apostolo Paolo), il quale parlando dell'AmOr, cosi' avrebbe detto:
"Se parlassi le lingue degli uomini e anche quelle degli angeli, ma non avessi l’Amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se anche avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri, se possedessi tutta la scienza e una fede così forte da trasportare le montagne, ma non avessi l’Amore, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutti i miei averi ai poveri e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l’Amore, non mi servirebbe a nulla.
L’Amore è paziente e generoso.
L’Amore non è invidioso, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio.
L’Amore è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti.
L’Amore non gode dell’ingiustizia, la verità è il suo fine e la sua gioia.
L’Amore tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza.
L’Amore non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La scienza è imperfetta, la profezia limitata, ma verrà ciò che è perfetto ed esse scompariranno.
Tre sole cose dunque rimangono: la fede, la speranza e l’Amore.
Ma più grande di tutte è l’Amore.”

By Paolo di Tarso

Commento NdR: anche in questo caso si vede come un soggetto quando è riempito dall'AmOr dell'Infinità, lascia da parte tutte le diatribe dottrinali, pur non condividendole, le supera e descrive invitando a fare il meglio sul e con l'Amore, e se vi sono alcuni che vogliono fare i vari "confronti", deve sapere indicare, spiegare i suoi concetti in modo chiaro e semplice a chiunque.

Il sottoscritto autore di questa pagina, coglie gli insegnamenti sull'Amore del Gesù il nazareno e di altri personaggi del Nuovo testamento della Bibbia cosidetta "canonica", indipendentemente se sia  esistito o meno, e NON giudica il soggetto portatore, ma le idee che avrebbe insegnato, cogliendole e facendole proprie e quindi insegnandole anche in questo trattato.
Se sei esistito, Gesù il nazareno, ti ringrazio per essere stato di esempio e di avere insegnato la legge dell'AmOr, caro fratello anche mio, ma non certo salvatore del mondo inteso come salvatore dei peccatori - vedi Gesù NON è morto per noi - come ti hanno fatto passare in modo indegno e FALSIFICATORE, togliendo così ad ognuno la propria responsabilità sulle proprie azioni, immettendo un FALSO mediatore fra l'IO SONO e l'INFINITA' (che è dentro di Noi e di cui Noi facciamo parte intrinseca) cosa assolutamente FALSA ed inesistente in quanto la "salvezza" l'abbiamo in ognuno in Noi e senza mediatori, quando ri-conosciamo il regno dei cieli in NOI e ci uniformiamo alla legge dell'AmOr!

By 
Jean Paul della discendenza Vanoli

GESU di NAZARET o GESU il NAZARENO? (8a parte)

Questo lungo e laborioso (e grandioso) articolo -che suddividerò in più parti- contiene una gran quantità di link che riportano ad altri documenti di approfondimento, ma non li posterò tutti qui (solo alcuni). Quindi, se avrete voglia di allargare i vostri orizzonti ulteriormente su questo argomento, non dovrete far altro che cliccare su questo LINK per entrare nella pagina web d'origine, là dove l'ho trovato, letto, e infine pubblicato qui.

Considerando il fatto che la vita di Gesù e la sua predicazione fu confinata a una zona depressa e relativamente insignificante in un angolino dell’Impero Romano, vi sono comunque informazioni su Gesù possono essere attinte dalle fonti storiche secolari.
Alcune delle prove storiche più importanti su Gesù comprendono le seguenti:

- Il romano Tacito, del I sec., il quale è considerato uno degli storici più accurato del mondo antico, menzionò i superstiziosi "cristiani" dicendo:
“Il fondatore di questa sètta, Gesù detto il Cristo, aveva avuto il supplizio sotto il regno di Tiberio, per ordine del procuratore Ponzio Pilato” (Annali, XV, 44 ). Svetonio, il segretario personale dell’imperatore Adriano, scrisse che vi fu un uomo di nome “Chrestus” (ovvero Cristo) che visse durante il I sec.
 
- Giuseppe Flavio è il più famoso storico ebreo. Nelle sue Antichità giudaiche egli fa riferimento a Giacomo, “fratello di Gesù ddetto il Cristo”.
C’è un passo controverso (XVII, 63-64) che dice: "Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie […]. Questi era Gesu’. […] Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui". Un’altra versione recita: "A quell'epoca viveva un saggio di nome Gesù. La sua condotta era buona, ed era stimato per la sua virtù. Numerosi furono quelli che, tra i Giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò ad essere crocifisso ed a morire.
Ma coloro che erano suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi raccontarono che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse era il Messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie".
 
- Giulio Africano cita lo storico Tallo in una discussione sull’oscurità che seguì alla crocifissione di Gesu’.
Nelle sue Lettere (10, 96-97), Plinio il Giovane registrò le antiche pratiche cultuali cristiane incluso il fatto che i cristiani adoravano Gesù come  un dio e che erano molto etici, includendo un riferimento all’àgape e alla Cena del Signore.
 
- Il Talmud di Babilonia (Sanhedrin 43a) conferma la crocifissione di Gesù alla vigilia della Pasqua nonché le accuse mosse a Gesù di praticare la stregoneria e di incoraggiare i Giudei all’apostasia.
 
-  di Samosata fu uno scrittore greco del II sec. che ammise che Gesù era adorato dai cristiani, che introdusse nuovi insegnamenti e che fu crocifisso per loro. Egli disse che gli insegnamenti di Gesù includevano la fratellanza dei credenti, l’importanza della conversione e di rinnegare gli altri dèi. Inoltre, disse che i cristiani vivevano secondo le leggi di Gesù, si credevano immortali ed erano caratterizzati dallo sprezzo della morte, dall’abnegazione volontaria e dalla rinuncia ai beni materiali.
 
- Mara bar Serapion conferma che si pensava che Gesù fosse un uomo saggio e virtuoso, che fosse considerato da molti il re d’Israele, che fu messo a morte dai Giudei e che continuava a vivere negli insegnamenti dei Suoi seguaci.
 
- Poi abbiamo tutti gli scritti gnostici (il Vangelo della Verità, l’Apocrifo di Giovanni, il Vangelo di Tommaso, il Trattato sulla Resurrezione, ecc.) che menzionano Gesù.
In effetti, possiamo quasi ricostruire il Vangelo solo basandoci sulle prime fonti non cristiane: Gesù era chiamato Cristo (Giuseppe Flavio), fece “magia”, introdusse Israele a nuovi insegnamenti e fu appeso a Pasqua per loro (Talmud di Babilonia) in Giudea (Tacito), ma affermava di essere Dio e che sarebbe tornato (rabbi Eliezer), cose in cui i Suoi seguaci credevano, adorandoLo come Dio (Plinio il Giovane).

In conclusione, ci sono alcune prove dell’esistenza di Gesù, nella storia secolare, ma è soprattutto quella biblica. Forse la prova maggiore che Gesù è esistito è il fatto che letteralmente migliaia di cristiani del I sec. d.C., inclusi i 12 apostoli, furono disposti a dare la propria vita come martiri di Gesù.
La gente muore per ciò che crede essere vero, ma nessuno per ciò che sa essere una menzogna, oppure essendo stata ingannata, muore in buona fede.
Tratto in parte da:  gotquestions.org/Italiano/

Qualche INFO su recenti scoperte e studi fatti sui reperti trovati:
In Palestina/Israele sono stati trovati dei reperti in un ossario datato del tempo di Gesù tempo nel quale in Palestina si parlava comunemente l'aramaico, il Samaritano, di chiodi conficcati in ossa umane; sono la prima scoperta di documenti fisici della applicazione della crocifissione da parte anche e non  solo dei Romani (in questo caso specifico dei romani, visto il luogo del ritrovamento).
 
Una precisazione
La crocifissione era, al tempo dei romani, una modalità di esecuzione della pena di morte e una tortura.
La pena della crocifissione era tanto atroce e umiliante che non poteva essere comminata a un cittadino romano. Era applicata agli schiavi, ai sovversivi e agli stranieri e normalmente veniva preceduta dalla flagellazione, che rendeva questo rito ancora più straziante per il condannato. Cicerone definiva la crocifissione "il supplizio più crudele e più tetro".

Dopo aver studiato i reperti ritrovati, con appositi macchinari elettronici che si utilizzano in medicina (tac + microscopio elettronico), si è potuto accertare con sicurezza che trattavasi del ritrovamento delle ossa di un uomo crocifisso; studiando le modalità della possibilità di crocifiggere un uomo, si è arrivati alla certezza conclusiva che le crocifissioni dei romani erano fatte come quelle applicate su Gesù il nazareno, il quale sarebbe stato però crocifisso SOLO su di una croce a X e non a T od a croce verticale come raffigurato nelle immagini che lo rappresentano, pitture che sono molto tarde, dal 250 dopo l'era volgare. Inoltre quelle croci non erano alte sul terreno, ma basse con le punte inferiori della X che toccavano il terreno, quindi erano poco piu' alte dell'uomo che ci passava vicino.

Ricordiamo anche che il "segno" che rappresentava ed indicava i Giudeo-cristiani del primo secolo, era quello di una CROCE ad X con un palo verticale per tenerla in piedi... a conferma di quelle scoperte. Le iscrizioni di quel segno particolare sono tante e ben note.

Inoltre da una scritta in Aramaico-Samaritano ritrovata, si parla di Bar Abba (il Barabba messo in competizione con Gesù davanti a Pilato), ebbene questo Bar Abba (figlio di Abba) era, è cosi scritto nella pietra ritrovata con la dicitura, un sacerdote, figlio di un alto sacerdote della Giudea, che contestava i Romani... e che doveva essere, per i Romani perchè rivoluzionario, messo a morte.

GESU di NAZARET o GESU il NAZARENO? (7a parte)

Questo lungo e laborioso (e grandioso) articolo -che suddividerò in più parti- contiene una gran quantità di link che riportano ad altri documenti di approfondimento, ma non li posterò tutti qui (solo alcuni). Quindi, se avrete voglia di allargare i vostri orizzonti ulteriormente su questo argomento, non dovrete far altro che cliccare su questo LINK per entrare nella pagina web d'origine, là dove l'ho trovato, letto, e infine pubblicato qui.

IL DIO-LOGOS della GNOSI

- By Antonio Bruno, per Edicolaweb
 
La Gnosi e lo Gnosticismo acquisiscono oggi un rinnovato interesse agli occhi di coloro che orientano la propria ricerca epistemologica o che sono volti a uno specifico e più soggettivo percorso di crescita spirituale.
È indubbio che lo Gnosticismo - anche alla luce dei recenti ritrovamenti casuali o archeologici di scritti pergamenacei o d'altra natura che sembrano gettare una luce radicalmente diversa e tratteggiare diverse angolazioni dalle quali osservare la vita politica, sociale e religiosa delle terre in cui visse Gesù detto il Cristo - costituisca un forte richiamo in un'epoca come la nostra, contrassegnata da un'apparente quanto marcata dicotomia. Da un lato, cioè, assistiamo ad una pressante, a volte disordinata, richiesta di recupero di un passato più o meno vago, in cui la nostra intera cultura e struttura sociale affondano le radici (e, qui, includiamo senz'altro il famoso "senso del magico", il recupero delle tradizioni, ecc...) e dall'altro non possiamo più ignorare le pressanti istanze di "rinnovamento", innegabili richieste di un progresso "esegetico" e di conoscenza che rifiuta la cristallizzazione tipica delle religioni.
Potrei dire, con un'espressione forse un po' retorica, che "vogliamo sapere la verità" e che una separazione netta, indiscutibile, fra fede e verità storica, benché rispettabile, ci va sempre più stretta.
In quest'ottica, la riscoperta della Gnosi e dello Gnosticismo acquisiscono un ruolo preminente.
Già nel 1900, "G.R.S.MEAD", l'oscuro autore di "Fragments of a Faith Forgotten", affermava:
"Il compito dello studioso dovrebbe ora consistere nel trovare termini adatti alle tecnicità della Gnosi, nel porre i vari ordini di idee in giusto rapporto tra loro e mostrare che il metodo della Gnosi, la quale considera i problemi della Cosmogonia e dell'Antropogonia dall'alto, può essere tanto razionale nel suo dominio quanto lo sono i metodi delle moderne ricerche scientifiche, le quali considerano tali problemi interamente dal basso".

Un po' come dire "cosmogonia metafisica in contrapposizione ad una cosmologia che non può uscire dai suoi ambiti puramente fisici".
Ma cosa affermano gli Gnostici, ovvero i "conoscitori", dato che "gnosis", in greco, significa "conoscenza" ?
Non è una facile impresa descriverne esaurientemente i postulati epistemologici poiché dobbiamo ricordare che la Gnosi costituisce una vera e propria religione, con le sue strutture gerarchiche ed i suoi dogmi. Nient'altro che una religione in più, allora ?
Mi si dirà. Sì, ma non solo.
La Gnosi, se è una religione, porta con sé anche una parte di verità, come le altre religioni. Probabilmente, una parte piuttosto importante e "scomoda", se il Cristianesimo ufficiale, quello emerso a partire dal II secolo d.C. in contrapposizione ai saldi sistemi religiosi giudaici, si è tanto affannato, nel corso dei secoli, a sopprimerne culto e diffusione anche fisicamente, come si vedrà drammaticamente in pieno Medioevo, quando si assisterà a veri e propri stermini fisici di tutti coloro che se ne faranno attrarre.
Come scrissi tempo fa, la Verità è un caleidoscopio mentre le religioni ed i vari percorsi conoscenziali rappresentano i numerosi vetrini colorati che possono sempre stupirci con nuove combinazioni di colori che riflettono il fulgore del sole.
In questa sede, vista la vastità delle dottrine gnostiche, posso solo provare a tratteggiarne un aspetto sperando, così facendo per inevitabili limiti espositivi, di non accrescere unicamente confusione in chi mi legge, ben consapevole che le estrapolazioni sono sempre pericolose. Credo, comunque, che valga la pena di rischiare, se non altro come stimolo per eventuali, ulteriori approfondimenti.
Rifacendoci, pertanto, ad un testo gnostico dei nostri tempi non molto conosciuto ma ben chiaro nelle sue esposizioni ("La Santa Gnosi", di Fugarion e Bricaud, Sovrano e Patriarca Gnostico e Gran Maestro dell'Ordine Martinista ed. Atanor, 1922), proviamo a delineare sinteticamente cosa lo Gnosticismo afferma a proposito di Incarnazione e Liberazione.

Innanzitutto, viene fatto rilevare come il Salvatore atteso non fosse altri che "Mithra", antica divinità dionisiaca detta "Il Buon Pastore", e si ricorda che lo si invocava come "Colui che forma la nostra gioia e la nostra felicità, Colui nel quale sono riposte tutte le nostre speranze".
Poi, si precisa la reale esistenza di un uomo che si chiamò Jeoshua e che si presentò come Salvatore.

Nel testo citato leggiamo:
"Gesù nacque in una regione magnetica - la Palestina - e nella parte nordica di questa regione, in Galilea, contrada che ne forma il polo positivo o espansivo, mentre la Giudea ne è il polo negativo o concentrativo, nel centro del circolo in cui sono comprese tutte le nazioni che collaborarono all'istituzione della Civiltà. E nacque nell'epoca in cui, dopo la spedizione di Alessandro, si faceva la sintesi di tutto il pensiero di Oriente ed Occidente".

Più sotto leggiamo:
"Gesù era uno spirito illuminato e misericordioso del Regno del Cielo Circumterrestre disceso sopra la Terra ed incarnatosi espressamente per salvare l'umanità degenerata e per reintegrarla fisiologicamente, spiritualmente e sociologicamente nel suo stato primitivo".
Ma un'idea più chiara del concetto gnostico di Gesù ce la possiamo fare dove si legge: "Egli possedeva tutta la Scienza Divina, tutta la Gnosi, tutta la Sapienza del Logos: e il Logos abitava in lui, si manifestava in Lui, ed egli era l'incarnazione del Logos. (Dio è presente ovunque ma in Gesù si è manifestato in maniera eccezionale e speciale). Gesù fu dunque un Cristo, un uomo unito a Dio".

Esistono, per gli Gnostici, due Cristi: un Cristo Universale ed un Cristo Terrestre il quale, proiezione e riflesso del primo, si è presentato sulla Terra in forma umana con tutti i caratteri dell'uomo "primitivo".
Cosa significa quel "primitivo"...?
"Come uomo terrestre, vestito di un corpo carnale, il Cristo del nostro pianeta ha dovuto subire una involuzione ed un avviluppamento, una specie di annientamento, come dice S. Paolo. Facendosi uomo terrestre, innestandosi cioè sullo psycholon di un humanimale, il Cristo, per incarnarsi, dovette involversi in una molecola-germe. Quando poi questa molecola-germe, una volta incarnatasi, si risvegliò, allora il Cristo si evolse: ma questa evoluzione non poté giungere fino alla perfezione del Cristo-Spirito, bensì fino ad un certo limite che le condizioni terrestri non permettono di oltrepassare".

Ancora, nel testo gnostico citato, troviamo queste parole:
"Gesù fu sulla Terra un focolare vivente di luce intellettuale e morale. In tal modo Dio-Logos si trovò incarnato sulla Terra col suo organo di riflessione, senza che per questo Egli abbia mai lasciato il punto centrale dell'Universo dove risiede".

Lo Gnosticismo, insomma, presenta una sua "genesi" del Cristo basata su quelle conoscenze mitriache e misteriche da cui chiaramente derivava.
Si parla di "Logos", di "psycholon", di "avviluppamenti nella materia" e di "molecole-germi". Si parla di umanità in evoluzione e si definisce il Cristo, praticamente, un "organo di riflessione" del Dio-Logos. Il concetto evolutivo-esoterico c'è ancora tutto e lo si ritrova in tutto quel Cristianesimo Gnostico che, probabilmente, sarebbe stata la nostra religione odierna (a scanso di inconvenienti storici e politici d'altra portata), se il Cristianesimo dei primi Padri non si fosse peritato con ogni mezzo di sopprimerne ogni ricordo relegandolo ad un culto segreto, coltivato da circoli e movimenti destinati per lungo tempo a rimanere nell'ombra.
L'istanza, per cui questi primi Padri della Chiesa ritennero indispensabile cancellare ogni traccia del concetto del Dio-Logos "riflesso" sulla Terra nell'Incarnazione Cristica, è, probabilmente, di carattere politico, ovvero di "potere".

È una conclusione altre volte dichiarata da me in quanto la ritengo la più ovvia e la più evidente.
Si doveva costruire un sistema religioso che fosse, al contempo, l'erede spirituale e materiale dell'Impero Romano e che consentisse l'instaurarsi di una fede "leader" sulla galassia di sette e movimenti fideistici esistenti allora sulla Terra.
Di un Dio-Logos riflesso, tutti si potevano "impadronire", tutti potevano dire di esserne una parte. La nuova religione avrebbe dovuto avere dei caratteri di sacra investitura, dei dogmi indiscutibili che ne sancissero la diretta discendenza da Cristo.
Di qui la mistificazione leggendaria di un Cristo che definisce l'apostolo Pietro la "pietra" su cui avrebbe edificato la "sua" Chiesa... Questa era la fondamentale istanza. Un nuovo sistema dominante stava nascendo; la civiltà dell'Occidente, per 2.000 anni, ne sarà profondamente condizionata, coinvolta, e trascinata.
Peccato che la verità abbia il brutto difetto, prima o poi, di tornare sempre a galla...

Un po' piu' di luce seria sul personaggio Gesu' il nazareno vedi qui:  http://www.donninidavid.it
http://www.donninidavid.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=3 : la citta' di Nazareth esisteva al tempo di Gesu' ? NO !

Un'altra versione sulla vita su Gesu' il rivoluzionario:  http://coscienza.tv/?p=28
Il GESU' CRISTO della "fede cristiana", in realta' e' il simbolo mitologico, della realta' del SOLE

Il Gesu’ dei vangeli apocrifi
La scoperta più entusiasmante, per chi legge i Vangeli Apocrifi, ossia «segreti», «tenuti nascosti», che la Chiesa ha escluso dal suo canone è che l’immagine di Gesù, da essi trasmessa, non trasfigurata dal mito e dalle sovrastrutture dogmatiche, è proprio quella che più sazia oggi la nostra sete di giustizia, di pace e di amore. Gesù non è negli apocrifi la vittima espiatoria delle nostre colpe ancestrali, né il Figlio di Dio, che vuole essere adorato, ma l’uomo che si è proposto come esempio per insegnarci a vivere con serenità, con la coscienza tranquilla che non si lascia corrompere e contaminare dal male.
I più antichi apocrifi, erano i Vangeli appartenenti a comunità giudaiche, sparse fin dagli albori del cristianesimo in Palestina e in Siria. La voce di questi primi cristiani è stata soffocata. Dei loro Vangeli non rimane che qualche citazione, talora distorta e malevolmente interpretata, negli scritti posteriori dei Padri della Chiesa. Ricercare pazientemente quei frammenti, riordinarli, penetrare il loro profondo significato, è stata per me un’esperienza affascinante.
Per gli Ebioniti (dall’ebraico «ebionim», «gli umili», «i poveri»), Gesù era un uomo giusto che, ispirato da Jahve come gli antichi profeti biblici, aveva tuonato contro i ricchi, i potenti, i profittatori. La presenza tra i suoi discepoli di almeno tre zeloti, faceva credere che egli si fosse investito di una missione rivoluzionaria, che era andata fallita, ma aveva fatto di lui un simbolo sacro.
I Nazareni (da nazir «il separato») riconoscevano in Gesù un modello di purezza e di rigore morale, che li teneva separati, non contaminati, dalla corruzione della società. Per darne segno, essi seguivano un’usanza che si fa’ risalire a Mosè: un voto perenne o temporaneo di castità e semplicità di costumi, tenendo per tutto il periodo del voto i capelli intonsi. Il loro nome corrisponde all’epiteto dato a Gesù stesso «il Nazareno», che non deriva, come comunemente si crede da Nazareth, inesistente a quei tempi, ma denuncia invece, anche da parte di Gesù, l’osservanza di un simile voto.
Altrettanto casti, poveri e vegetariani, erano i Nicolaiti, secondo la tradizione fondati da un diacono dei primi apostoli, di nome Nicola, e più tardi gli Encratiti, che, rinunciando anche al vino, commemoravano il ricordo di Gesù cenando con pane e acqua.
Questo comportamento d’umiltà, povertà e frugalità dilagherà nell’ IV secolo a intere masse di fedeli, con i Manichei, poi nel Medioevo con i Catari («i puri»), più tardi con i Poveri di Lione, fondati da Pietro Valdo e gli Spirituali, eredi di S. Francesco, come protesta popolare contro la corruzione della società e contro la stessa Chiesa che si era lasciata coinvolgere, rifiutando la sua autorità e la sua concezione di Gesù, Signore, Re dei Re, assiso trionfalmente in trono, per ripresentarlo umile tra gli umili, povero tra i poveri.
Intanto, già fin dal II secolo, nel colto ambiente di Alessandria d’Egitto, erano cominciati a diffondersi i Vangeli gnostici, di ispirazione neoplatonica, che interpretavano la predicazione di Gesù su fondamenti razionali.
Dagli gnostici Gesù era visto come simbolo della verità che illumina alla conoscenza (questo è il significato del vocabolo greco, “gnosis”) del bene e del male, per cui è possibile all’uomo di seguire la via della rettitudine per intima convinzione.
Lo gnosticismo, imponeva un severo distacco dalle occasioni di peccato, ma anche una carità fraterna, rivolta ad aiutare gli altri, comunicando loro la gnosi appresa. Il bacio, tra gli gnostici, non era soltanto un segno di affetto, ma il mezzo con cui chi amava, fecondava e generava, un altro fratello.
Un filo conduttore, lega queste varie correnti eretiche del cristianesimo:
L’umanità di Gesù con tutte le passioni più nobili dell’uomo: lo sdegno per l’intolleranza, la prepotenza, la cupidigia di denaro, la pietà per i poveri ed i sofferenti, la capacità di commuoversi e di piangere, il coraggio di rintuzzare il bigottismo farisaico e di sferzare i mercanti del Tempio, di affrontare a viso aperto i potenti.
Un uomo, la cui tragica fine – e l’apocrifo che riporta un immaginario scambio di lettere fra Pilato e l’imperatore Tiberio, vuol essere una testimonianza dell’ipocrisia del potere politico, che elimina un personaggio molesto e poi ne compiange la morte – ne ha fatto un martire ed un modello ideale per tutti quelli che lottano per la libertà e la dignità umana.
Forti movimenti religiosi, soprattutto protestanti, ai nostri giorni, tornano ad accentuare quest’aspetto di Gesù. «Gesù ha predicato contro ogni ingiustizia, privilegio e oppressione. Il vero cristiano deve essere rivoluzionario», dicono i combattenti per la libertà dell’America centrale. «Se Gesù è stato crocefisso in qualità di sobillatore – scrive il luterano J. Moltmann, – come non dovremmo noi oggi, attuare questa sua funzione nella critica della nostra società?»

È questo il vero Gesù? Si, è anche questo.
Nella molteplicità d’interpretazioni che permette la vicenda di Gesù (Figlio di Dio, Redentore, vittima espiatoria, predicatore, profeta, modello di virtù, combattente per la libertà) sta’ il segreto del suo eterno fascino.
Nemmeno Gesù si sottrae al destino di ogni essere vivente: ognuno conta per gli altri nella misura in cui gli altri riescono ad attribuirgli una personalità che corrisponda a ciò che essi si aspettano da lui.
E oggi, in questa società sconvolta dal male, sempre sull’orlo di una catastrofe anche le previsioni apocalittiche di una non lontana distruzione del mondo intero, attribuite a Gesù da certi apocrifi, sono di sconvolgente attualità. Non per intervento dell’ira divina, come Gesù pensava, ma certo a causa della follia degli uomini stessi, potrebbe essere prossima la fine del mondo.
Riusciranno almeno i superstiti – se ve ne saranno – a fare tesoro degli ammonimenti del Gesù degli apocrifi, per costruire finalmente un nuovo mondo, basato su principi di amore, di fratellanza, di giustizia?

By Marcello Craveri – Tratto da: visione alchemica.com

GESU di NAZARET o GESU il NAZARENO? (6a parte)

Questo lungo e laborioso (e grandioso) articolo -che suddividerò in più parti- contiene una gran quantità di link che riportano ad altri documenti di approfondimento, ma non li posterò tutti qui (solo alcuni). Quindi, se avrete voglia di allargare i vostri orizzonti ulteriormente su questo argomento, non dovrete far altro che cliccare su questo LINK per entrare nella pagina web d'origine, là dove l'ho trovato, letto, e infine pubblicato qui.
 
Gesù di "Nazareth" anzi il nazareno,sincresi di un’infinità di archetipi 

 
“Il nascente cristianesimo, per garantire a se stesso la straordinaria diffusione che poi di fatto ebbe tra popoli di fede e cultura diverse, prendendo a pretesto un fatto politico e locale (del quale abbiamo fondati indizi negli scritti di Giuseppe Flavio) e riconvertendolo in evento universale e trascendentale,
assimilò in una gigantesca sincresi un’infinità varietà di archetipi appartenenti agli antichi culti pagani e misterici sui quali costruì il personaggio di Gesù di Nazareth, dando così l’avvio alla realizzazione di quelle fondamenta teologiche che due secoli dopo saranno poste a base del credo niceano”. (Giancarlo Tanfo)

CANZANO 1
Alcuni agnostici ed atei affermano che escludendo "qualche oscuro riferimento in Giuseppe Flavio e simili", non ci sono prove storiche della vita di Gesù al di fuori della Bibbia. Nonostante l'evidenza dell'accuratezza e della fedeltà storica del Nuovo Testamento della Bibbia, tu escludi che tali prove sono vere?

TRANFO
E’ bene innanzitutto intendersi sui termini. A tal proposito devo precisare che il linguaggio e la cultura comuni al nostro tempo riconoscono immeritatamente al Nuovo Testamento il valore di una testimonianza storica che il tempo ha conservato inalterata dall’accadimento dei fatti narrati ai nostri giorni, tanto è vero che “Vangelo”, nella comune accezione, è divenuto sinonimo di “verità”.
In realtà non c’è nulla di più falso. I Vangeli a noi noti non sono che il frutto di secolari manipolazioni, tagli, aggiunte e correzioni di parti preesistenti.
Lo storico Celso nel suo Discorso Veritiero, già nel II secolo, rivolgendosi ai cristiani ebbe a dire: “La verità è che tutti questi pretesi fatti non sono che dei miti che voi stessi avete fabbricato senza pertanto riuscire a dare alle vostre menzogne una tinta di credibilità. È noto a tutti che ciò che avete scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti fatti in seguito alle critiche che vi venivano portate".
Gli antichi redattori e i successivi “correttori” degli scritti neotestamentari, dovettero tener conto, oltre che delle esigenze così ben rappresentate dalle parole del loro contemporaneo Celso (che li spinse ad adeguare progressivamente la propria “testimonianza” all’evangelizzazione di popoli votati a culti e tradizioni diversi) anche della necessità di distanziarsi dal variegato microcosmo delle sette eretiche che si sviluppò nei primi secoli della nostra era, minacciando l’univocità della costruzione teologica faticosamente realizzata e posta a base della fede cristiana. Un’operazione di tale complessità (considerando anche il lungo arco di tempo durante il quale si svolse) non poté che favorire l’insorgenza di errori e disarmonie tra i racconti, che da sempre il “pulpito” si guarda bene dall’evidenziare e che per lo studioso serio (esegeta, critico testuale o storico che sia), costituiscono motivo di riflessione ed approfondimento.
Non mi riferisco soltanto alle insanabili contraddizioni biografiche nella rappresentazione del personaggio di Gesù di Nazareth che, secondo il Vangelo preso a riferimento, nacque nel 4 a.c. o nel 6 d.c., che dovette fuggire in Egitto o rimanere dov’era, che ebbe genealogie tra loro non sovrapponibili, apostoli di numero diverso e con nomi differenti, che fece miracoli diversi, che fu crocifisso alla presenza di persone diverse e resuscitò lasciando sbigottite dinnanzi al sepolcro vuoto testimoni diversi (potrei continuare per molto ma preferisco fermarmi qui).
Non mi riferisco, dicevo, soltanto a tali scoordinate attestazioni ma anche a quegli scomodi residui testuali o scorie spurie che, dietro al mite “Agnello di Dio” o “Salvatore del Mondo” lasciano intravedere un agitatore politico di stampo nazionalistico e fede messianista. E’ grazie ad essi che siamo a conoscenza del nomignolo con il quale Gesù appellò i propri apostoli: “Boanerghes” che significa “figli del tuono” o, secondo alcuni  esperti di lingua aramaica “della vendetta”. Grazie agli stessi sappiamo che il mite San Pietro era chiamato “Barjona” che tradotto significa “latitante alla macchia” e che, molto tempo dopo aver staccato un orecchio con un colpo di spada ad una guardia del tempio sul Monte degli Ulivi (Giovanni, 18:10), soppresse i coniugi Anania e Zaffira, rei di non aver versato alla comunità il ricavato della vendita di un loro terreno (Atti, 5:1-11).
Ancora grazie agli stessi incontriamo un Gesù che invita i suoi discepoli ad armarsi: “L'ora è venuta, chi non ha una spada venda il mantello e ne compri una… ed essi dissero: "Signore ecco qui due spade" (Luca, 22:36), che istiga il popolo alla disobbedienza fiscale: “Abbiamo trovato quest'uomo che sovvertiva la nostra nazione, istigava a non pagare i tributi a Cesare e diceva di essere lui il Cristo re.” (Luca, 23:2), che invoca la guerra: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione” (Luca, 12:49), che ignora le preghiere quando non provengono dal suo popolo “Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele… non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini” (Matteo, 15:24; 26).
Anche su questi aspetti potrei continuare per molto ma credo di aver già a sufficienza dimostrato quanta poca attendibilità storica ci sia nella testimonianza dei Vangeli e, soprattutto nella ricostruzione del personaggio di Gesù di Nazareth la cui immagine è stata ricomposta dalla dottrina cristiana in una sorta di teorico “quinto canone” nato in seno alla tradizione apostolica (condizionata fin dall’inizio dalla cultura ellenistica) e diffuso a piene mani all’ombra del campanile ad ignare folle chiamate all’estasi mistica e dissuase da sempre dallo studio della storia e dalla comprensione della verità (beati i poveri di spirito…).


Dopo aver risposto alla seconda parte della tua domanda, cercando come ho detto di dimostrare, nei limiti di uno spazio ragionevolmente contenuto, che “i Vangeli e gli Atti degli Apostoli sono letteratura” (come dice il prof. R.H. Eisenman nel suo ultimo libro “Giacomo il fratello di Gesù”), passo ora alla prima parte della stessa affrontando il tema della sporadicità delle attestazioni, da parte degli storici dei primi secoli, sul personaggio di Gesù.
 

Tu stessa citi Giuseppe Flavio, riferendoti a quella che sostanzialmente è l’unica testimonianza alla quale la fede cristiana ha fatto riferimento per secoli prima di arrendersi di fronte all’evidente natura apocrifa della stessa (ormai anche la Chiesa sembra aver cessato di sostenere l’autenticità del passo).
Se il Testimonium Flavianum (così è chiamato il passo in questione) fosse realmente scaturito dalla penna del più accreditato storico di fatti giudaici del I secolo, dovremmo registrare, fin dalla riga successiva allo stesso, la conversione di un integerrimo sacerdote ebreo quale era Giuseppe (di discendenza sacerdotale e di stirpe Asmonea) alla fede cristiana.
Poiché, tuttavia, tale “dichiarazione di apostasia” appare come un’isolata “nota stonata” e fuori posto nel percorso testuale e cronologico dell’opera, poiché appare per la prima volta soltanto nel IV secolo dalle “pie mani” di un noto falsario (reo confesso) che risponde al nome di Eusebio di Cesarea (gli stessi “Padri della Chiesa” che lo precedettero dimostrarono di non conoscere tale passo che, se presente, sarebbe loro ritornato più che utile), poiché, infine, nei suoi contenuti ripropone in maniera pedissequa gli stessi capisaldi del credo niceano varato sotto l’egida del potere imperiale costantiniano non meno di due secoli dopo la morte di Giuseppe Flavio (“seppure bisogna chiamarlo uomo… questi era il Cristo… Pilato lo punì di croce… apparve loro il terzo giorno”), poiché per tutti questi e per molti altri motivi, che sarebbe estremamente lungo esporre, il passo in questione non può essere considerato autentico, non resta che ammettere che su quaranta storici del tempo, tra i quali sono da comprendere Giusto di Tiberiade e Filone d’Alessandria che vissero in quei tempi e in quei luoghi (o vicino ad essi), nessuno si accorse degli straordinari prodigi dispensati da Gesù di Nazareth, a cominciare dalla sua nascita annunciata da una stella fino a terminare con la sua morte (per non parlare della resurrezione…) che, secondo Matteo, provocò oscuramenti, terremoti con epicentro il Golgota, resurrezioni dei santi e squarci del velo del tempio!
E’ come se la più straordinaria vicenda di tutti i tempi si fosse svolta sotto gli occhi di decine di storici di indiscusso credito testimoniale senza che gli stessi fossero stati in grado di vederla!
Dal canto proprio i Vangeli ci presentano un quadro edulcorato dove fermenti sociali e tensioni (così drammaticamente rappresentate dagli storici) stingono e svaniscono in una mistica e stasi celestiale. Non appaiono mai gli zeloti (se non nell’appellativo di un apostolo rimasto per sbaglio al suo posto), sono completamente assenti gli esseni (definiti da Giuseppe Flavio “terza filosofia”), nonostante lo straordinario peso ideologico che gli stessi ebbero nell’universo culturale e fideistico della Palestina di quei tempi, non vengono registrate le sommosse e non si parla del sangue quotidianamente sparso per via delle stesse… insomma, non solo la storia, quella testimoniata dagli storici, non conosce Gesù ma la storia di Gesù non conosce quella testimoniata dagli storici!
Potremmo giustificare il fenomeno ricorrendo alla teoria degli “universi paralleli” ma usciremmo inevitabilmente dal seminato delle “evidenze” alle quali lo storico è tenuto ad attenersi.

CANZANO 2
Tu citi il “Discorso Veritiero” dello storico Celso che già nel II secolo aveva accusato i cristiani di raccontare menzogne, ma, se già nel II secolo c’erano dei dubbi, come ha fatto il cristianesimo con queste basi a diventare il centro della cultura occidentale?

TRANFO
La nostra conoscenza della storia, con riguardo alle origini del cristianesimo, è fortemente condizionata dalle convinzioni indotte in noi tutti fin dall’età scolare.
In realtà, quello che abbiamo appreso sui banchi e all’ombra del campanile non è altro che una “rappresentazione accomodata” di eventi che, per antefatti, implicazioni e conseguenze, sono lontano anni- luce da ciò che accadde realmente.
Per spiegarmi meglio, prima di rispondere direttamente alla tua domanda ti invito a riflettere su uno degli argomenti intorno ai quali l’immaginario “subculturale” didattico, narrativo e perfino cinematografico (Ben Hur, Quo Vadis ecc.) ancora oggi fa leva p er suscitare emozione e  partecipazione: le  persecuzioni.
Come sai l’impero romano rappresentò l’espressione più avanzata  del progresso e della civiltà cosmopolita e plurirazziale del mondo antico. Roma fu tollerante con tutte le tradizioni e le fedi dei popoli  sottomessi ai quali consentì di praticare il proprio culto ed edificare templi conservando peraltro anche gli ordini sacerdotali ad essi  preposti.
Ti sei mai domandata come mai Roma non riuscì ad essere  tollerante proprio nei confronti dei miti e pacifici oranti di fede cristiana disposti a  dare “a Cesare quel che è di Cesare”?
Perché Tacito e Svetonio espressero un così vivo disprezzo per  un’umile e innocua fede conciliante con il potere e volta a valorizzare esclusivamente il mondo celeste?
Come mai per tre secoli imperatori saggi ed equilibrati come Traiano, Antonino Pio, Marco Aurelio e molti altri, se non alimentarono le persecuzioni contro i cristiani si guardarono comunque bene dal liberalizzarne il culto?
La risposta è una sola: la nuova fede fu vista come una seria  minaccia all’ordine pubblico in quanto ispirata dal pensiero messianico-autonomista di estrazione giudaica e animata da spirito di rivalsa contro le  istituzioni del potere imperiale.
Se c’era una cosa nei confronti della quale Roma non conosceva  tolleranza alcuna, questa era proprio la minaccia nei confronti  dell’ordinamento istituzionale.
Fino almeno alla seconda metà del II secolo i “perseguitati” non ebbero nulla a che fare con la fede in Gesù Cristo (il cui personaggio degiudaizzato e reso universale era in corso di coniazione  esclusivamente in seno al giudaismo revisionista di stampo ellenistico).
A finire in catene o nell’arena non furono i miti e pacifici “santi”  come la storiografia cristiana ci induce a credere ma i giudeo messianisti  ribelli e irrassegnati di fronte al ritardo da parte di Dio nell’adempimento  di una promessa biblica che li voleva liberi e sovrani del mondo.
Soltanto nel III secolo il cristianesimo “paolino” ebbe la meglio  sui “cristianesimi secondari” che iniziarono ad essere criminalizzati e bollati come  eresie (il libro di B. D. Ehramn “I Cristianesimi perduti” presenta un esaustivo quadro del variegato planetario di infinite  espressioni del primo cristianesimo e delle dinamiche di fagocitazione di quelle  “perdenti” da parte della “forma vincente” che ancora oggi regna incontrastata).
Tuttavia per almeno un secolo ancora il cristianesimo dovette  lottare sia sul fronte interno (contro la proliferazione delle forme “deviate”)  che su quello esterno (il pote re imperiale) non ancora in grado di  distinguere le vecchie forme politico insurrezionali di stampo giudaico dalla  nuova e compiuta espressione di fede universale assecondante (ora si!)  con le istituzioni. Soltanto nel IV secolo, di fronte al dilagare della nuova fede (grazie alla crisi dei valori espressi dall’obsoleto politeismo romano-ellenistico), Costantino ebbe la geniale intuizione di stabilire la più micidiale  alleanza di tutti i tempi sotto l’egida della quale nei secoli successivi sono stati sterminati interi popoli e distrutte o assoggettate straordinarie civiltà.
Non fu l’uomo (Gesù) a cambiare il mondo ma il mondo a  cambiare l’uomo per i propri fini di potere.
Questa lunga premessa è stata necessaria per poter  adeguatamente rispondere alla tua domanda.


Celso, vissuto sotto Marco Aurelio, fu un’espressione  culturalmente avanzata di quel pensiero istituzionale che ebbe ben chiari i pericoli  connessi allo sviluppo di una mistificazione, un’autentica impostura che,  favorita dall’ingenuità e dall’ignoranza dei ceti popolari, già in quel tempo  aveva iniziato a riconvertire il fondamentalismo giudaico messianista e intollerante in “pacifismo” universale e conciliante, la spada in  ramoscello d’ulivo, la croce (simbolo d’infamia e sovversione) in strumento  salvifico e redentivo, il riscatto giudaico in promozione dell’uomo e del  mondo. Se tali “riconversioni” e “ricicli” furono chiari per Celso che ne  denunciò la fraudolenza, essi non lo furono per le masse semianalfabete e in  piena crisi di valori alle quali prevalentemente (e non a caso)  l’evangelizzazione cristiana proponeva il giusto riscatto della “vita eterna” (mutuato  dal riscatto “in terra” al quale e ra originariamente volta la lotta messianista).
A quei tempi la cultura non circolava certo come oggi. Non c’erano giornali né internet e con ogni probabilità il  “risentimento istituzionale”, giustamente motivato dal timore delle turbative per l’ordine pubblico, fu vissuto dagli stessi destinatari della repressione  (ignari delle reali origini ideologiche della propria fede) come un ingiusto  e immotivato accanimento contro l’amore universale del quale si  sentivano portatori. La denuncia di Celso restò circoscritta ad un ambiente che già ne  conosceva i contenuti e ne condivideva l’orientamento, ecco perché non  arginò minimamente lo straordinario sviluppo che il cristianesimo ebbe successivamente.
Non avremmo mai saputo nemmeno dell’esistenza della preziosa  testimonianza offerta dal “Discorso Veritiero” se non fosse stato per Origene che  più di un secolo dopo pensò bene di ripescare questo “scheletro”  dall’”armadio” degli scritti censurati dalle “pie mani” della Chiesa per confutarne  parola per parola il contenuto in un’opera apologetica di otto libri titolata “Contro Celso”.
Le intenzioni di Origene erano “buone” dal punto di vista della  difesa della dottrina cristiana, tuttavia non penso che la Chiesa (che peraltro  nel VI secolo lo rinnegò) gli sia mai stata grata per tale “felice idea”…

CANZANO 3
Nella teologia (http://it.wikipedia.org/wiki/Teologia) cristiana, la verità dogmatica che discende dalla rivelazione divina viene considerata talmente evidente che coloro che non la accettano si pongono al di fuori della chiesa (http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa) istituzione  stessa e sono tacciati di eresia (http://it.wikipedia.org/wiki/Eresia)  al punto che una loro proposta di discussione o revisione per il cristianesimo può portare all'esclusione dalla partecipazione al culto. Quando e come sono nati i dogmi?

TRANFO
Nell’economia delle poche righe delle quali dispongo non è facile rispondere in maniera esaustiva a questa domanda. Cercherò, pertanto, di seguire “in volata” il percorso storico che ha portato la Chiesa a far vincere la  propria “verità rivelata” contro tutte le “deviazioni” teologiche che, soprattutto nei primi secoli,  ne minavano il primato.
Ho già accennato alle origini della fede cristiana collocandone la nascita e il successivo sviluppo in epoca non anteriore alla metà del II secolo, quando il messianismo giudaico e insurrezionale dell’”attesa”, una volta tramontata ogni possibilità di successo, iniziò a riconvertirsi in cristianesimo “gesuano” dell’”avvento”,  proponendo come “storica” una lettura mistica e leggendaria dei fatti accaduti in Palestina almeno un secolo prima.
Il nascente cristianesimo, per garantire a se stesso la straordinaria diffusione che poi di fatto ebbe tra popoli di fede e cultura diverse, prendendo a pretesto un fatto politico e locale (del quale abbiamo fondati indizi negli scritti di Giuseppe Flavio) e riconvertendolo in evento universale e trascendentale, assimilò in una gigantesca sincresi un’infinità varietà di archetipi appartenenti agli antichi culti pagani e misterici sui quali costruì il personaggio di Gesù di Nazareth, dando così l’avvio alla realizzazione di quelle fondamenta teologiche che due secoli dopo saranno poste a base del credo niceano.
Ciò, tuttavia, non fu sufficiente, almeno all’inizio, a garantire alla nuova fede una “corsia privilegiata” di affermazione rispetto alle innumerevoli sette esistenti. Per avere un’idea dell’enorme variegazione di orientamenti diversi in seno al nascente cristianesimo, e conseguentemente della fatica che il cristianesimo “paolino” dovette affrontare per affermarsi sugli altri, basti pensare che le attuali diversità tra riti, confessioni e chiese in seno alla fede cristiana non esprimono che in minima parte quello che fu il panorama  di quel tempo.
In una tale “selva ideologica” di “cristianesimi diversi”, alcuni tesi a valorizzare l’avvento messianico in forma apparente ed incorporea (docetismo) altri incentrati sulla natura esclusivamente umana e non divina di Cristo, uno solo si rivelerà “vincente”, giungendo ai nostri giorni in veste di “unica” e “indiscutibile” verità rivelata, proprio grazie all’intolleranza verso qualsiasi diversità teologica e fideistica.
La strada scelta impose innanzitutto la stesura di un canone scritto, per evitare che i “punti fermi” della verità “rivelata” si diluissero e svanissero nella fluidità delle tradizioni orali in perenne metamorfosi evolutiva.
Dalla scelta di quattro tra innumerevoli altri Vangeli, nacque così il Nuovo Testamento (successivamente oggetto di interventi correttivi e interpolazioni ancora stratificate nel tessuto narrativo) nel quale la biografia di un erede davidico giustiziato dai romani sulla croce per il reato di “lesa maestà”, fu mescolata con le parole di un “illuminato di nome Yeshua (Gesù ) condannato dal sinedrio alla lapidazione avvenuta a Lydda negli anni successivi alla guerra del 70 d.c.


Sul nuovo uomo/dio, come accennato,  fu modellata la fisionomia di tutti i “Soter” pagani (maternità virginale, nascita in una grotta al solstizio d’inverno, morte e resurrezione dopo tre giorni, ascesa al cielo, promessa di un ritorno alla fine dei tempi ecc.).
Tutti coloro che non si riconobbero nei canoni (frutto di arbitrarie a fallaci scelte umane) furono isolati, maledetti e successivamente perseguitati.
Così nacque l’eresia, parola la cui originale accezione greca (αιρεσις, scelta)  è ben lontana dal significato negativo al quale siamo stati condizionati dalla tirannia culturale esercitata dal cristianesimo perfino in campo lessicale.
Con questa espressione divenuta simbolo d’infamia, venne etichettato quel multiforme mondo ideologicamente non allineato (per un aspetto o per l’altro) alla “verità rivelata direttamente da Dio”.
Gli eretici furono perseguitati dalla Chiesa perfino quando essa stessa era ancora a propria volta perseguitata in quanto, nonostante ormai nemica giurata del giudaismo e assecondante con il potere di Roma, continuava ad essere dallo stesso ritenuta  erede ideologico di quell’antico fondamentalismo sviluppatosi nella più ingovernabile delle province e  non ancora dimenticato.
Ignazio di Antiochia, Ireneo di Lione, Ippolito di Roma, furono perseguitati e subirono il martirio dopo aver lasciato a loro volta al mondo una testimonianza di irriducibile avversione contro qualsiasi “devianza” o semplice diversità teologica o dottrinaria dall’unica “verità rivelata”.
Tuttavia non servì a molto lasciare fuori dalla porta le “diversità”, in quanto all’interno stesso della Chiesa l’eresia continuò a svilupparsi insidiando l’univocità del “verbo”.
D’altra parte il secolare processo che portò alla definizione della “verità rivelata Dio” (frutto in realtà di prevaricazioni e compromessi tra uomini…) fu così profondamente condizionato dalle lotte intestine (nelle quali furono coinvolti ideologi ed ecclesiastici) che, prima di assumere la attuali forme, detta “verità” assunse mille volti diversi: in un tale frenetico divenire, un pensiero quale può essere l’investitura divina di un Cristo precedentemente umano (adozionismo) o la diversità di sostanza tra il Figlio e il Padre (arianesimo), poteva, da un concilio all’altro, passare dall’ ”altare” alla “polvere”.
Per Ignazio Gesù derivò sia da Maria che da Dio, Ireneo preferì l’idea dell’incorporamento, Origene quella della mescolanza (krasis), Ippolito quella dell’irradiazione ecc.
Il concilio di Nicea del 325, voluto da Costantino, servì proprio a dare una connotazione stabile e definitiva all’impianto teologico cristiano.
Nacque così il “credo”, ancora oggi coralmente recitato dall’assemblea dei fedeli radunata dinnanzi al pulpito: un allucinante surrogato di assurdità maldestramente fissate in quella circostanza e successivamente integrate, corrette e riformulate nei concili successivi per contrastare le nuove eresie e per meglio adattarsi alle nuove esigenze delle sacre alleanze con l’impero o, più tardi, con le grandi monarchie.
Ogni singola espressione presente nella nota preghiera, ha una storia ed un fine preciso che non ha nulla a che vedere con la testimonianza di qualsiasi  verità né con alcuna umana logica.


L’incredibile miscuglio di allucinanti elucubrazioni camuffate da affermazioni di fede, in frequenza ininterrotta e in reciproca contraddizione, fu frutto dell’immaginario schizofrenico, ma illuminato dallo spirito santo (sic!), di una chiesa alla disperata ricerca di un’identità dogmatico- teologica da definire e da opporre alle pericolose “devianze” espresse delle eresie, mediante la sua “professione di fede” spacciata per “verità” in barba all’umano buonsenso!
Se qualsiasi fedele di media intelligenza si soffermasse per un momento a riflettere sulle “sante” e familiari parole che almeno domenicalmente pronuncia (ma al fedele è chiesto di non riflettere…), si accorgerebbe di aver da sempre recitato, senza rendersene conto,  un insensata e delirante adesione a quello che può essere definito un autentico manifesto della follia recante la firma contraffatta di "Dio" !
Gli autori di tale “contraffazione” son o gli stessi che ancora oggi difendono ed ostentano il proprio primato apostolico a sostegno del quale fanno pretestuosamente valere il verso di Matteo 16:18 “E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere” da loro stessi maldestramente introdotto nel canone neotestamentario.
In base a questa assurda pretesa di rivestire il ruolo di ambasciatore di Dio in terra,  “Sancta Romana Ecclesia” da quasi duemila anni pronuncia e interpreta la parola di Dio… a proprio ed esclusivo fine di potere e il dogma non è che l’aspetto più sfrontato ed arrogante dell’esercizio abusivo di tale ruolo.
Nei secoli, con il ricorso a tale strumento, le più straordinarie assurdità sono state proclamate “verità assolute e indiscutibili” come se fossero state pronunciate dalla viva voce di Dio.
La prima espressione concreta di tale intollerabile abuso fu quella della “consustanzialità” del Figlio rispetto a Padre (Nicea, 325), successivamente integrata dall’indecifrabile “unità trinitaria” (Costantinopoli, 381), cervellotico compromesso tra l’ostentato monoteismo di ebraica derivazione e l’evidente politeismo di un culto incentrato sull’adorazione del “Figlio” oltre che del “Padre”.
A complicare ulteriormente le cose intervennero poi le pronunce su Maria che finì, di fatto, con l’assumere il ruolo di “quarta persona trinitaria”.
La sua “carriera” iniziò nel Concilio di Efeso del 431 (precedentemente il suo nome non trovava posto nemmeno tra quelli dei santi pronunciati nelle litanie) grazie a Cirillo d'Alessandria che fece in modo che fosse definita "madre di Dio", adoperandosi con ogni mezzo (lecito e illecito) per la promulgazione de l dogma della maternità divina.
Esiste addirittura un elenco di regali (eulogias) che lo stesso distribuì ad alti funzionari imperiali per ingraziarsene i favori allo scopo di evitare il suo arresto, legittimare il Concilio contro un altro di orientamento nestoriano in contemporaneo svolgimento e, soprattutto,  ottenere il riconoscimento del dogma al quale teneva tanto.
Seguì poi la proclamazione della sua perpetua verginità (Costantinopoli, 553).
Dopo più di un millennio, nel 1854, venne stabilita la sua nascita in assenza di macchia (immacolata concezione) mentre soltanto nel 1950 se ne proclamò l’assunzione in cielo anima e corpo!


E’ da notare che quando Pio XII, parlando a nome di Pietro asserì quest’ultima verità rivelata (da chi... visto che gli stessi Vangeli non ne sanno nulla?) ”infallibilmente" (grazie ad altro dogma simile a quello in base al quale i parlamentari aumentano lo stipendio a se stessi),  in cielo volavano già gli aerei (dai quali la Madonna non fu avvistata), qualcuno pensava alle prime missioni spaziali, da un capo all'altro del mondo si parlava con il telefono, in America già esisteva la televisione e quattro anni dopo arrivava anche in Italia.
Eppure fu creduto e, cosa più grave, lo è ancora!
Sull’esistenza di questo straordinario “telefono senza fili” che congiunge il “trono di Pietro” con l’”alto dei cieli” non mancano le conferme talvolta immediate: Pio IX non aveva ancora nemmeno riposto la penna con la quale nel 1854 firmò “per conto di Dio” (sic!) l’immacolata concezione di Maria, che nel 1858 a Lourdes una contadinella ignorante di nome Bernadette Soubirous se la ritrovò davanti con il biglietto da visita in mano “Io sono l’immacolata concezione”: &egrav e; come se io, dovendomi presentare, dicessi “io sono il concepimento di Giancarlo Tranfo”!
Per brevità trascuro le altre straordinarie perle di saggezza “divina” (quali l’istituzione del purgatorio o la transustanziazione), per soffermarmi ancora un momento sui dogmi cristologici e su quelli mariani e proporre una riflessione sulle assurdità  che derivano dalla loro interazione: se Gesù, perfettamente umano e divino (Calcedonia, 451)  è uno con il Padre (Costantinopoli, 381) e Maria è madre di Dio (Efeso, 431) e cioè di Gesù, allora è anche madre del Padre (uno con il figlio) e figlia di suo figlio (uno con il Padre) che dunque è anche suo padre e che, essendo nato prima dell’inizio dei tempi è nato prima di sua madre...
In questo incesto alla rovescia con andata e ritorno nel tempo… chi può illuminarmi sul ruolo del povero Giuseppe e su come lo stesso abbia potuto trasmettere la propria discendenza davidica al “Re dei Giudei”?
By Giancarlo TranfoGiovanna Canzano - 22/02/2008 - Fonte: politicamentecorretto.com


BIOGRAFIA
Giancarlo Tranfo è nato a Roma nel 1956. Provenendo da una nobile famiglia di integerrima fede cattolica e di antica tradizione forense, per onorare la proprie origini  si è laureato in Giurisprudenza, dedicandosi tuttavia successivamente allo studio del cristianesimo delle origini.
Circa dieci anni fa decise di cimentarsi in una ricerca storica, condotta sulle fonti ellenistico- romane e neotestamentarie, volta a confermare la tradizione cristiana e, in particolare, il personaggio di Gesù di Nazareth al quale, fin da bambino, si sentiva molto legato.
Gli esiti di tale impegno furono, tuttavia, diametralmente opposti alle premesse e il suo lavoro, arricchendosi nel contempo dell’apporto di nuove conoscenze sui culti del mondo antico, approdò, dopo varie tappe intermedie, ad una prospetti va di radicale negazione delle origini storiche del personaggio di Gesù.
Soltanto nel 2005, a seguito di un travaglio di coscienza dal quale si dice non ancora uscito, Tranfo ha deciso di pubblicare il suo primo studio in internet realizzando il sito web www.Yeshua.it, del quale è tutt’ora unico curatore, che in meno di tre anni ha ricevuto circa duecentomila visite.


Negli ultimi tempi Tranfo ha acquistato una certa notorietà, soprattutto nel mondo web, a seguito di due iniziative che hanno avuto vasta eco: una pubblica sfida epistolare a dimostrare la storicità di Cristo, lanciata agli avvisi del prof. F. Bisconti, segretario della Commissione Pontificia di archeologia sacra, e una pungente recensione del libro di J. Ratzinger “Gesù di Nazareth”, ripresa da centinaia di siti web e blogs, pubblicata da riviste specializzate in indagini storiche “di frontiera”; e inserita in appendice al secondo libro di Luigi Cascioli “La Morte di Cristo, cristiani e cristicoli”.


Ad aprile 2008 Tranfo pubblicherà il suo primo libro “La Croce di Spine- Gesù: la storia che non vi è ancora stata raccontata”, edito da Chinaski Edizioni di Genova, che sarà facilmente reperibile  presso le principali librerie italiane o che, in alternativa, potrà essere ordinato presso lo stesso sito www.Yeshua.it
Nel suo libro Tranfo, avventurandosi in lungo percorso testuale di circa 450 pagine,  affronta la spinose problematiche connesse allo studio storico del cristianesimo primitivo, avvalendosi dei criteri di ricerca suggeriti dalla metodologia scientifica.
L’immagine di Cristo che questo lavoro restituisce al lettore è quella di un personaggio leggendario, frutto di una creazione letteraria ispirata ai semidei dell’antichità pagana, iniziata nel secondo secolo e completata in quelli successivi.


La biografia evangelica del Messia cristiano  sarebbe stata costruita attingendo alla vicenda reale di due personaggi storici realmente esistiti: il figlio primogenito di Giuda il Galileo, discendente davidico della famiglia Asmonea e fondatore della setta degli zeloti, arrestato dai romani sul Monte degli Ulivi e crocifisso per il reato di lesa maestà  e  Yeshua (Gesù) detto ben Panthera, il figlio illegittimo di un soldato romano di stanza in Palestina tra il 6 e il 9 d.c., divenuto un “illuminato” profeta, elevato dal popolo al rango di messia sacerdotale, successivamente condannato dal sinedrio ebraico per i reati di apostasia e stregoneria, lapidato a Lydda (vicino Gerusalemme) nel 73 d.c. ed appeso ad una croce.
Dall’unione del messia sacerdotale  Yeshua (Gesù) con il terribile messia davidico “Kristos” (Cristo, Unto) figlio di Giuda il Galileo, sarebbe nato l’unico Gesù Cristo che perdendo ogni originale connotazione ebraica, avrebbe nel tempo acquistato la stessa fisionomia degli antichi Soter universali di origine pagana e orientale, divenendo tra il II e il IV secolo d.c.  il “Re del Mondo”.
Tratto da ariannaeditrice.it

GESU di NAZARET o GESU il NAZARENO? (5a parte)

Questo lungo e laborioso (e grandioso) articolo -che suddividerò in più parti- contiene una gran quantità di link che riportano ad altri documenti di approfondimento, ma non li posterò tutti qui (solo alcuni). Quindi, se avrete voglia di allargare i vostri orizzonti ulteriormente su questo argomento, non dovrete far altro che cliccare su questo LINK per entrare nella pagina web d'origine, là dove l'ho trovato, letto, e infine pubblicato qui.


Il Vangelo perduto” riscrive la storia di Gesù ? - 13 novembre 2014
 
“Gesù fu marito e padre”. Un’affermazione  sentita più volte: già in passato scrittori e sceneggiatori hanno ricamato epiche narrazioni sulla storia alternativa di Gesù, sposo di Maria Maddalena dalla quale avrebbe avuto dei figli. Ora a sostenere la tesi molto controversa, ritenuta un’eresia dalla Chiesa,  è un nuovo libro che si basa sulle presunte rivelazioni contenute in un testo antico almeno 1500 anni.
“The Lost Gospel” (“Il vangelo perduto”)  è stato appena presentato in una conferenza stampa a Londra.
Gli autori sono il professor Barrie Wilson, docente della York University di Toronto, e il giornalista e regista israelo-canadese Simcha Jacobovici, che per sei anni hanno attentamente analizzato il manoscritto, conservato dalla British Library e risalente al VI d.C.
Si tratta di una pergamena in siriaco, forse versione di un testo ancora più antico in aramaico, arrivata a Londra nel 1847, quando il British Museum la comprò da un monastero egiziano. È già stata tradotta e studiata, ma gli accademici l’hanno sempre ritenuta del tutto insignificante.
Il testo parla di Giuseppe e di Aseneth, del loro matrimonio celebrato dal faraone, dei loro figli Manasseh ed Ephraim. Insomma, solo la storia romanzata del personaggio biblico, figlio patriarca ebreo Giacobbe, vissuto in Egitto.
Ma Wilson e Jacobovici ritengono che sia in realtà un testo cifrato e dicono di averne penetrato il vero significato rimasto per secoli celato tra le righe.
Sotto quel codice, si nasconderebbe la vera storia di Gesù e di Maria Maddalena.
“Ora c’è la prova scritta che si sono sposati e che hanno avuto due figli, questo documento ci svela gli anni sconosciuti della vita di Gesù”, rivendicano i due autori.
Con una precisazione: ”Badate bene: non stiamo attaccando la teologia di nessuno, riportiamo solo un testo.”

È evidente, però, che il libro vada a minare,  dalle sue fondamenta, l’intero impianto del messaggio descritto nei vangeli. Non solo per il supposto legame matrimoniale
- il Nazareno, per la Chiesa, era Vero Dio e Vero Uomo, quindi avrebbe potuto condividere anche questo aspetto proprio dell’essere umano
- ma anche per l’ipotetica discendenza e soprattutto per il ruolo della Maddalena, definita dai due scrittori “co-Messia”. Affermazioni in totale contrasto con la fede cristiana.

Inevitabili le prese di distanza  da parte degli altri studiosi. Tra i primi ad esprimere scetticismo, Mark Goodacre, professore di studi Religiosi presso la Duke University.
“Non penso che questa tesi sia credibile. Semplicemente, non ci sono prove in questo testo o altrove che Gesù fosse sposato con la Maddalena, tanto meno che abbiano avuto due bambini”, ha detto alla ABC News.
 
Altrettanto critico il professor Greg Carey, esperto del Nuovo testamento presso il Seminario Teologico di Lancaster. “La storia è nota e non ha bisogno di nessunade codificazione.”
Anche i vertici della British Library si sono dissociati con una dichiarazione alla stampa:
“Non abbiamo alcuna connessione con il libro, eccetto per il fatto che ospitiamo il manoscritto utilizzato per la ricerca dei due autori.”
Sprezzante il commento della Chiesa di Inghilterra:
“Non è un vangelo perduto, non è neppure un vangelo, è solo una campagna di marketing molto cattiva.”

“The Lost Gospel” si inserisce in un filone proficuo che negli ultimi anni ha visto tornare alla ribalta la figura di Maria Maddalena, culminato con il  best seller “Il Codice Da Vinci” di Dan Brown, diventato poi un film di successo. Di recente, però, al centro del dibattito è finito anche un frammento di papiro (definito autentico dalla docente che lo ha studiato) nel quale compaiono le parole “mia moglie” attribuite a Gesù.
Ma secondo Wilson e Jacobovici  già  i vangeli canonici rivelerebbero il vero ruolo della Maddalena: è lei a dover cospargere di unguenti il corpo di Gesù dopo la morte - compito che spettava alle mogli - ed è a lei, per prima, che Gesù appare risorto.
Una figura centrale, poi mistificata nel corso dei secoli: per sminuirne l’importanza è stata identificata in una prostituta. Eppure la fede popolare ha continuato a venerarla e a dedicarle chiese, luoghi di culto e opere d’arte.
Non mancano dettagli curiosi nell’opera dei due ricercatori.
Affermano, ad esempio, che Gesù sarebbe stato vittima di un complotto all’età di 20 anni e che, una volta rimasta vedova, Maria di Magdala, ugualmente, sarebbe scampata insieme ai figli ad un sicario. Nemmeno Dan Brown aveva immaginato tanto…
By 
Sabrina Pieragostini – Tratto da: extremamente.it

Scritto in siriano su pergamena, il libro che contiene la "rivelazione" è custodito alla British Library e racconta una storia differente da quella dei Vangeli, canonici.
Come spiega La Stampa, il numero di antichi documenti che confermano la tesi che la Maddalena fosse moglie di Gesù e madre dei suoi figli, continua a crescere e inizia ad avere seguito tra vari studiosi.
"Il libro proviene da un monastero egizio ed era stato acquistato nel 1847 dal British Museum.
Probabilmente si tratta di una traduzione dall’aramaico di un testo più antico. Redatto in 29 capitoli, racconta la storia di Joseph, un giovane molto noto all’epoca, conosciuto dall’imperatore Tiberio e dal faraone d’Egitto (forse Natakamani), che lo considerava figlio di Dio. A 20 anni Joseph va in sposo ad Aseneth, che gli dà due figli: Manasseh ed Ephraim", si legge sulla Stampa. Un testo scritto in un codice che va interpretato ma che non lasciano dubbi sul fatto che i protagonisti siano Gesù e Maria Maddalena.
 - Tratto da: lastampa.it

E' storia vecchia e risaputa. Gesù il nazareno che fosse sposato era una cosa naturale e logica anche oltre ad essere ebreo, era anche un Rabbi, cioè un Rabbino Esseno (Maestro, insegnante della Torah e della legge mosaica primigena, non certo quella dei Farisei e dei Sadducei del suo tempo, con i quali Gesu' diatribava spesso e volentieri, non risparmiando loro severe critiche!).
Tutti i rabbi erano giocoforza sposati, era praticamente un obbligo, così come adesso al contrario, tutti i preti cattolici hanno l'obbligo di non sposarsi.
E' ovvio che nel tempo, e secondo gli interessi della chiesa cattolica e delle sue figlie gli evangelici ed i protestanti, si siano data una diversa- falsa interpretazione allo status di Gesuù. Un conto era presentarlo con pregi e difetti come chiunque, un altro conto avvolto da un aureola di divinità dove cose, come rapporti con donne, che dai cristiani,  specie i cattolici, sono sempre stati indicati come peccato... non potevano entrarci anche perché eventuali discendenti potevano "autorevolmente" smentire gli insegnamenti della chiesa cristiana già della fine del primo secolo e primi del secondo.

Un geologo israeliano: "Ho trovato la tomba di Gesù" - 12/04/2015
 
Aryeh Shimron ha lavorato sul caso per 35 anni eseguendo oltre 150 test. Alla vigilia di Pasqua ha rivelato la sua presunta scoperta in una lunga intervista con il New York Times ma soltanto oggi la notizia viene ripresa da diversi media internazionali
NEW YORK. "Gesù non è mai risorto e fu sepolto in una tomba «di famiglia» con la moglie Maria Maddalena e il figlio Giuda".
Non è la trama dell'ultimo kolossal americano sulla vita di Gesù ma la tesi di un geologo israeliano che sostiene di avere prove «virtualmente inequivocabili» che la Tomba di Talpiot, sito funebre scoperto negli anni '80 a Gerusalemme est, sia il luogo in cui è stato sepolto Gesù con moglie e figlio.
Aryeh Shimron ha lavorato sul caso per 35 anni eseguendo oltre 150 test.
Alla vigilia di Pasqua ha rivelato la sua presunta scoperta in una lunga intervista con il New York Times ma soltanto oggi la notizia viene ripresa da diversi media internazionali.
Al centro di un documentario di James Cameron del 2007 intitolato L'ultima tomba di Gesù, a Talpiot furono ritrovati nove ossari sui quali erano iscritti nomi associati con il Nuovo Testamento e anche quelli di Gesù figlio di Giuseppè, Marià.
All'epoca la scoperta fu bollata come una mera coincidenza, ma per Shimron invece c'è molto di più. La sua tesi si basa sul ritrovamento di un decimo ossario sul quale c'è l'iscrizione in aramaico, Giacomo figlio di Giuseppe fratello di Gesù.

«Le prove vanno oltre quanto mi aspettassi», ha dichiarato lo studioso. Dai test geochimici che ha eseguito sui resti contenuti negli ossari, secondo Shimron, emerge che Gesù si è sposato e ha avuto un figlio. Non solo, la presenza stessa dei resti negherebbe di fatto che la resurrezione sia mai avvenuta.
La tesi del geologo è destinata a suscitare un forte dibattito nella comunità scientifica e un'ondata di polemiche da parte degli esponenti religiosi, come avvenne in passato con l'uscita del documentario su Talpiot.
Intanto il collezionista proprietario dell'ossario di Giacomo ha sminuito la scoperta definendola «non definitiva» e gli archeologi israeliani prendono tempo dichiarando di voler aspettare che la ricerca sia pubblicata su una rivista accademica.
Tratto da: gds.it 

Un geologo ha dichiarato di aver reperito a Gerusalemme delle "prove virtualmente inequivocabili" riguardanti la sepoltura di Gesù, che, oltre ad indicarne il sito esatto in cui è stato sepolto, suggeriscono che abbia condiviso la sua tomba con sua moglie Maria Maddalena e suo figlio, Judah.
Come riporta l'Independent lo studioso in questione è il Dr. Aryeh Shimron, secondo il quale Gesù sarebbe stato sepolto nella Tomba di Talpiot, sito funebre scoperto nel 1980 nella Gerusalemme orientale, chiamata "L'ultima tomba di Gesù" in un documentario omonimo del 2007 diretto da James Cameron.
All'interno della tomba sono stati ritrovati nove ossuari, sui quali sono state rinvenute delle iscrizioni recitanti le parole "Gesù figlio di Giuseppe", "Maria" ed altri nomi associati al Nuovo Testamento.
La traduzione delle iscrizioni e le date approssimative di sepoltura hanno fatto nascere diverse teorie attorno alla tomba: secondo alcuni Gesù si sarebbe sposato, avrebbe avuto un figlio e la presenza dei suoi resti indicherebbe che la Resurrezione non sarebbe mai avvenuta.
Queste dichiarazioni molto controverse sono state rifiutate dagli studiosi già in passato, all'epoca dell'uscita del documentario, sulla base di diversi parametri; primo fra tutti il fatto che i nomi incisi sugli ossuari erano piuttosto comuni all'epoca.
Ma il Dr. Shimron ha dichiarato al New York Times di aver scoperto nuove informazioni su un decimo ossuario che sarebbe stato trafugato dalla Tomba prima della sua scoperta: si tratta di una "bara" di marmo dalle dimensioni contenute acquistata da un collezionista israeliano nel 1970.
La scoperta è significativa per la riapertura del dibattito attorno alla Tomba di Talpiot in quanto riporta un incisione in Aramaico che recita "Giacomo figlio di Giuseppe fratello di Gesù" - dando maggior credito a chi reputa la tomba di proprietà di Gesù e della sua famiglia.

"Si tratta di prove superiori a quelle che mi aspettavo io stesso" ha dichiarato il ricercatore "Credo di avere dei dati davvero evidenti, e virtualmente inequivocabili, che questo ossuario abbia passato la maggior parte della sua esistenza nella Tomba di Talpiot".

I test geochimici effettuati da Shimron sotto l'attenta supervisione delle autorità israeliane si sono basati sull'assunto che tutti gli ossuari presenti nella tomba fossero ricoperti dallo stesso strato di argilla, formato da sostanze minerali molto particolari.
Lo studioso ha effettuato 150 test su vari campioni provenienti da 25 differenti ossuari (15 dei quali provenienti da altre sepolture della zona) trovando sull'ossuario perduto tracce di magnesio, ferro e silicio che sono perfettamente compatibili con quelle della "tomba di Gesù".
Mentre questi risultati molto probabilmente riapriranno il dibattito attorno alla Tomba di Talpiot, le intuizioni di Shimron sono ancora lontane dall'essere accettate dalla maggior parte degli studiosi.
Il collezionista proprietario del decimo ossuario ha confessato al Times che il ricercatore "non è giunto a risultati definitivi", mentre la comunità scientifica ha dichiarato che, prima di esprimersi in materia, attenderà la pubblicazione dei risultati dell'esperimento su una rivista accademica.
Tratto da: huffingtonpost.it

La bibbia pur essendo il libro più diffuso al mondo è anche il libro il più FALSIFICATO di tutti i libri in commercio, e ne ho le prove avendo rifatto le traduzioni dal fenicio, aramaico, ebraico antico, samaritano, per cui la certezza e' assoluta. Ho persino preparato un vocabolario-dizionario su quella lingua:
http://www.mednat.org/religione/alfabeto.htm

Dallo Spirito di Verità NON ci si può ritrarre, specie quando lo Spirito parla cosi chiaro, dimostrando le varie false dottrine cristiane ed ebraiche, i quali pur avendo in mano un libro interessante, non studiandolo seriamente, si attaccano alle parole maltradotte (in malafede) e si illudono, pur di non riformare le loro "credenze=fedi" (la mente mentisce molte volte) lavorando sulla loro emotività, che li illude ancora di più rimangono nelle loro credulità, senza arrivare a scoprire il Vero (…);
E' la mente ed il cuore razionale, che devono unirsi affiché lo Spirito di Verità parli agli Umani... e lo sta già facendo piano piano, ma sempre più velocemente, in quanto siamo negli “ultimi tempi prima della trasformazione”... e la conoscenza aumenta ed aumenterà sempre di più ed ho l'onore di essere uno fra i tanti che vi partecipano, per il bene dell'umanità intera al di là delle fazioni religiose di tutti i tipi, in quanto TUTTI gli Esseri sono Punti dell'INFINITO e quindi sono AMATI TUTTI in modo uguale, ma NON allo stesso tempo!

L'archeologo che ha ritrovato l'ossario (tomba di Gesù), NON è il regista del documentario sulla tomba di Gesù! come alcuni studiosi affermano, stupidamente.
"La tomba perduta di Gesù è un documentario co-prodotto e trasmesso per la prima volta su Discovery Channel e Vision TV in Canada il 4 marzo 2007 riguardante la scoperta della Tomba di Talpiot.
È stato diretto dal regista e produttore canadese Simcha Jacobovici e prodotto da Felix Golubev e Ric Esther Bienstock, mentre James Cameron ha svolto la funzione di produttore esecutivo.
Il film è stato lanciato contemporaneamente con un libro sullo stesso soggetto, “La tomba di famiglia di Gesù”, uscito a fine febbraio 2007 e scritto a quattro mani da Jacobovici e Charles R. Pellegrino. Quanto affermato dal libro e dal documentario è attualmente oggetto di controversia sia in campo archeologico cheteologico, come anche tra gli studiosi di linguistica e biblistica".

- Però le ricerche fatte sull'ossario sono state approfondite, confermando sia l'esattezza dell'epoca, e i contenuti erano appartenuti ad un uomo che era stato crocifisso,
- per il fatto che Gesù fosse stato sepolto in una tomba pagata ovviamente NON dalla povera sua famiglia, ma pagata da qualche seguace di ed in Gerusalemme (visto che era morto li ed era proprio molto noto in quella città), uno dei quali è anche citato nei vangeli...
Ciò significa che quest'altra obiezione fatta da certi biblisti, non sta in piedi...

Quindi, malgrado vi possano essere delle interferenze fra le fedi-ideologie dei vari ricercatori, rimangono FATTI che sempre più vengono alla luce e che sono in contrasto notevole con il nuovo testamento (falsificato) e di ciò ne sono contento perché l'INGANNO diabolico (colui che divide)-satanico (colui che si erge contro la Verità) fatto e preparato per gli uomini che non ricercano, per ora la Verità, deve finire presto... e lo sarà!

Vi ricordo cari religiosi anche che il canone biblico attuale è stato INVENTATO da una delle correnti "cristiane" che andavano per la maggiore negli anni 150-180 (Ireneo) della "chiesa" autoproclamatasi successivamente cattolica ed i protestanti, evangelici che sono sue figlie, hanno accettato senza controllare le fesserie e le varie falsità incluse in quei testi che non rispecchiavano il VERO pensiero degli esseni - giudeo,cristiani, dei contemporanei di Gesù il nazareno, che era anche oltre ad essere un Rabbino esseno, un rivoluzionario politico per quei tempi... infatti lo hanno crocifisso proprio per quello.E questi FALSIFICATORI cristiani, hanno bruciato e nascosto i “vangeli=scritti” del primo secolo, modulando alle loro dottrine quelli che sceglievano per le loro fedi=credulità.
http://www.mednat.org/religione/vangeli_segreti.htm

Fra poco vedrete altre GROSSE novità sulla famiglia di Gesù il nazareno (moglie e figlio). Sta uscendo il libro di un amico “Il figlio segreto di Gesù“ nel quale dopo una ricerca di 20 anni sugli antichi scritti, ritrovati e sui vangeli ritradotti meglio, si e’ arrivati a quelle conclusioni rivoluzionarie!
La Verità sta venendo a galla !
Che sia Benedetta l’INFINITA’ che ci ama tutti quanti (i Punti di Egli/Essa) e NON perde nessuno… MAI, ma trasforma tutti!