martedì 28 gennaio 2014

Gli alieni della santa inquisizione

letto su http://www.alfredolissoni.net/satan8.htm


 
"Ma se è col dito di Dio che scaccio i demoni,
certo è il regno di Dio che guadagnerete..."
(S.Luca, 11-20)

tratto dal libro "I Vatican UFO files" di Alfredo Lissoni (MIR edizioni)


RAPITI DAL DEMONIO

Alcuni secoli dopo la fatidica, quanto apocalittica, data dell'anno Mille in Europa e via via nelle terre successivamente scoperte e colonizzate dalla cultura occidentale si diffuse la paura delle streghe. Sapientemente orchestrato dall'autorità politico-ecclesiastica dell'epoca, soprattutto in Spagna e nei Paesi anglosassoni, il timor panico verso maghe e stregoni servì assai spesso come pretesto per l'eliminazione di pericolosi concorrenti politici (i cui beni venivano espropriati), di contestatori e scomodi pensatori, di adepti di culti neopagani (ma anche satanici); infine, venne utilizzato per indirizzare il furore ed il malcontento popolare (per le crisi e le carestie) verso capri espiatori sacrificali. Inizialmente la stregoneria venne vista come una sorta di piaga alla quale la popolazione era esposta, come una malattia. Autori come Vignati e Giordano da Bergamo arrivarono a descrivere dettagliatamente le malefatte che gli incubi (dal latino tardo incubus, colui che giace sul dormiente), i demoni dell'amplesso, compivano ai danni degli ignari dormienti, e che Alfonso da Spina annoverò tra i dieci tipi di demoni esistenti. Essi erano già conosciuti dai greci, che li chiamavano ephialtes e hyphialtes

J. B. Russel, nel suo Witchcraft, arrivò ad inquadrare la stregoneria medievale in una piaga sociale delle zone più ricche, ed ancora in testi come il De praestigiis daemonum si sosteneva che le azioni magiche delle streghe fossero solo allucinazioni di povere donne malate, anziane e deluse; Rabano Mauro sconfessava le pratiche stregonesche nei suoi De magicis artibus e De Universo, affermando che nessuno doveva credere che fosse possibile operare alcunché con le arti magiche senza il permesso di Dio; un apparente esempio di totale incredulità nelle imprese delle streghe si trovava in Irlanda nel cosiddetto Sinodo di S.Patrizio, dell'epoca di S.Agostino.
Il canone 16 di questo complesso di norme comminava pene severe a chi credeva nella stregoneria, piuttosto che a chi la praticava e pur ammettendo che con tutta probabilità le autorità ecclesiastiche non avrebbero negato che si potessero compiere prodigi con l'assistenza del diavolo, la norma rivelava tuttavia un notevole spirito critico, forse più diffuso tra i missionari che non tra il clero indigeno il quale aveva ereditato le superstizioni del proprio ambiente.

Il dotto Michelet attribuiva alla miseria diffusa nelle campagne la superstiziosa tendenza degli uomini ad invocare gli spiriti (e lo storico moderno Hugh R. Trevor-Roper afferma che "l'origine montanara dell'ossessione della stregoneria è accertata"). La studiosa Marina Romanello ha rilevato che fu solo tra il '500 ed il '600 che i dotti della Chiesa, evidentemente a causa di ben precise ragioni storico-sociali, vennero ossessionati dalla presenza tangibile del male, personificato nel demonio, scatenando così quella caccia alle streghe che le vide perseguitate principalmente in Germania, Francia e a Bamberga in Franconia, ove era particolarmente accanito il "vescovo delle streghe" Johann Georg von Dornheim, un sadico torturatore. Peraltro, fa notare la dottoressa Romanello, "la tortura non spiega le molte confessioni presenti nei verbali dei processi alle streghe; essa era infatti proibita in Inghilterra, ove tuttavia vi furono molti processi terminati con le confessioni dei rei". Lo stesso demonologo francese Jean Bodin racconta nella sua Démonomanie di essersi convinto dell'esistenza della stregoneria da una donna che gli aveva confessato spontaneamente la sua appartenenza a quel culto.

"Non solo", aggiunge la dottoressa Romanello, "nei Paesi tedeschi, ove la tortura era ricorrentissima, si levarono voci come quelle del confessore gesuita Spee, che attaccarono le confessioni strappate con la forza (pur se vanamente)". Lo studioso Henry Kelly ribadisce: "Anche Caro, l'autore franco del Canone Episcopi, sostiene che quando durante i processi dell'Inquisizione nelle regioni francesi di Carcassone e Tolosa all'inizio del secolo XIV° affiora per la prima volta il concetto di sabba delle streghe, la natura delle accuse non si può spiegare con il ricorso alla tortura; nulla impedisce tuttavia di attribuirle a sogni e allucinazioni".
In Italia, a Roveredo della Mesolcina al tempo di S.Carlo Borromeo, venne scoperto un movimento ereticale che "si mescolava a sortilegi e riti diabolici; alcune donne facevano delle riunioni nei boschi, consenziente il parroco locale, ed oltraggiavano la religione"; a Linate persino il parroco risultò essere un seguace del demonio (che, incredibilmente, non venne perseguito). Il processo che ne seguì l'8 dicembre 1583, secondo quanto testimonia lo storico Sala, vide peraltro centocinquanta assoluzioni "nel Foro Ecclesiastico; il Foro Civile per legge non aveva più nulla a che fare, e i magistrati della valle non poterono procedere. Undici sole, rifiutandosi di abiurare, furono abbandonate ai magistrati secolari". Va sottolineato altresì che la Chiesa lombarda aveva condannato la tortura sin dai tempi più lontani e che gli Statuti di Milano la proibivano sin dal Medioevo (ciò nondimeno, molte volte essa venne usata ugualmente, finché non fu abolita dall'illuminismo dell'imperatore d'Austria Giuseppe II° nel 1784).
Sui processi alle streghe, e sulle tecniche per estorcere informazioni, esistono dunque molti luoghi comuni; il che induce a pensare peraltro come alcuni dei resoconti rilasciati potessero essere autentici, e non indotti. Le autorità ecclesiastiche furono sovente assai caute nei processi. Non dimentichiamo che nelle maglie dei tribunali religiosi finirono spesso persino degli ecclesiastici, come nel caso delle orsoline "indemoniate" di Aix-en-Provence o di Loudun; che i papi Giovanni XXI°, Bonifacio VIII°, Clemente V° e Giovanni XXII° erano considerati dediti alla magia bianca (ed in taluni casi addirittura alla stregoneria); che nel 1317 sotto processo ci finì Hugo Gérard vescovo di Cahors, con l'accusa di stregoneria. Agli antipodi, vi furono fanatici come Torquemada o Matthew Hopkins, che scatenò una vera e propria "guerra civile" contro le streghe delle Alpi e dei Pirenei.

La nascita della Santa Inquisizione (ufficialmente, "per la lotta o la prevenzione dell'eresia") data 1184, anno in cui fu creata in ogni diocesi una inquisizione episcopale, poi centralizzata dopo che il Concilio Lateranense IV° (1215) affermò che la repressione dell'eresia era legge per la Chiesa. Fu così che nel 1231 papa Gregorio IX° istituì in tutta la cristianità tribunali presieduti da domenicani e/o francescani. Sebbene esistano verbali di processi alle streghe riferiti al 1300, fu solo nel 1478 che papa Sisto IV istituì in terra iberica, per espressa richiesta dei sovrani Ferdinando e Isabella, la feroce Inquisizione spagnola (della quale, uno dei più crudeli esecutori fu il domenicano Tomas de Torquemada; essa fu la principale persecutrice degli ebrei, dei "mistici illuminati" o eretici, dei protestanti e, in America, degli indios convertiti sospetti di idolatria); in Italia fu solo nel 1542 (e dunque non nel periodo dell'erroneamente detto "buio" Medioevo) che nacque l'Inquisizione Romana o Sant'Uffizio, organizzata da papa Paolo III° per combattere la riforma protestante e, più tardi, la stregoneria. Con la pubblicazione, nel 1484, della Summis desiderantes di papa Innocenzo VIII° si accreditò la credenza che le streghe potessero danneggiare greggi, raccolti e gravidanze (oggi il "mito" si ripresenta con gli alieni che mutilano animali, lasciano impronte nei campi di grano, sottraggono feti).

"É da poco pervenuto alle nostre orecchie", scriveva il papa, "che in alcune regioni della Germania superiore, come pure nei vescovadi di Magonza, Colonia, Treviri, Salisburgo e Brema, parecchie persone di ambo i sessi, allontanandosi dalla fede cattolica, non temono di darsi carnalmente ai diavoli incubi e succubi, di far morire gli animali e le messi della terra...".
Prima dell'anno Mille, in effetti, la Chiesa riteneva che la magia nera fosse solo una superstizione, e non puniva le streghe, bensì i loro intolleranti persecutori. Nell'XI° secolo Burcardio di Worms aveva promulgato dei Decreta che mettevano all'indice testi negromantici come il Corrector, senza peraltro calcare la mano sulle persecuzioni. Ma quando, nel XIII° secolo, la Chiesa si trovò assediata da numerose sette eretiche che ne mettevano in pericolo l'unità religiosa, iniziò a perseguitare i riti pagani e persino chi diceva di adorare il demonio; nel 1254 papa Alessandro IV° dichiarò che le streghe andavano perseguite e giustiziate (un paio di secoli dopo si ebbe, con la morte per rogo di Giovanna d'Arco, la prima vittima politica illustre), pur precisando che la stregoneria non cadeva sotto la giurisdizione ecclesiastica ma era di competenza del potere secolare (tant'è che il suo decreto venne inserito nel diritto canonico); ed il Concistoro del 1320 stabilì che "gli stregoni erano essi stessi pure eretici".

Le bolle Quod super nonnullis di Alessandro IV°, nel 1258 e nel 1260, avevano stabilito dure pene contro la magia, ma nell'occhio del ciclone erano finiti autorevoli pensatori come il mago bianco Pietro d'Abano e Cecco d'Ascoli (morto sul rogo); considerazioni analoghe avevano spinto S.Tommaso d'Acquino a legittimare le persecuzioni sostenendo che "i poteri magici esistevano, e coincidevano con quelli concessi da Dio agli esseri demoniaci". Nel 1484 papa Innocenzo VIII° pubblicò una Bolla Pontificia in cui si appoggiava la diffusa diceria secondo la quale le streghe erano in grado di lanciare il maleficio su uomini e animali, e nel 1487 venne dato alle stampe il Malleus Maleficarum ("Martello delle streghe") dei domenicani Jakob Sprenger ed Heinrich Kramer "Institoris", un vero e proprio manuale misogino e sessuofobico che "insegnava" come riconoscere le streghe (che, ad esempio, avrebbero avuto più capezzoli sul corpo ed un segno sulla pelle con il quale il diavolo le avrebbe marchiate per farle proprie; sui bambini, afferma lo studioso Grillot de Givry il marchio veniva posto dal diavolo con un'unghiata o una cornata sulla palpebra sinistra).

Centomila persone, soprattutto donne, morirono sul rogo nei tre secoli seguenti, costrette a confessare di essere streghe pur di farla finita con le torture; peraltro, non sempre l'Inquisizione agì fanaticamente. Assai spesso gli accusati vennero prosciolti; in altre occasioni, i tanto famigerati roghi vennero invocati a furor di popolo dalla massa inferocita, che cercava di esorcizzare con una versione cristianizzata del sacrificio rituale la paura verso le calamità naturali. Secondo alcuni autori, diversi satanisti adoravano effettivamente il demonio (forse per reazione al potere temporale della Chiesa, ed alle sue pesanti "decime" fiscali); altri, come sostiene la moderna studiosa inglese Margareth Murray (la più documentata esperta in materia di stregoneria, "convertitasi" essa stessa per ribellione a tale "credo" ma guardata con sospetto dagli storici canonici), erano più probabilmente superstiziosi seguaci di culti pagani sopravvissuti alla cristianizzazione forzata dell'Europa; molte streghe non sarebbero state altro che le antesignane delle moderne femministe, ribelli ad una cultura opprimente maschilista.

Lo studioso Giorgio Galli ritiene che "streghe e stregoni ritenevano di possedere poteri che oggi definiremmo parapsicologici. Forse alcuni ne erano dotati effettivamente, posto che ci troviamo di fronte ad una cultura alternativa che trasmise pratiche tramandate ed esercitate per millenni, che potevano sviluppare talune doti naturali (telepatia, preveggenza, telecinesi)".
Molti pensatori dell'epoca protestarono vibratamente contro queste persecuzioni. In Inghilterra Reginald Scot, nel suo Discovery of Witchcraft (1584), mise in ridicolo "gli incantesimi, gli scongiuri, le benedizioni e gli anatemi dei papisti" (termine spregiativo con cui i protestanti indicavano i cattolici); nei primi anni del XVII° secolo l'inquisitore basco Alonso de Salazar y Frías si trovò in disaccordo con gli altri giudici in un processo, ed in una relazione concluse che nessuno dei crimini addotti per giustificare le condanne era stato commesso di fatto; lo stesso fece il tribunale che seguì per secondo le persecuzioni alle streghe di Salem nel Massachussetts alla fine del secolo. Addirittura, il gesuita tedesco Friedrich von Spee rese un servizio ancor più efficace con la sua Cautio criminalis, pubblicata nel 1631 senza il permesso dei superiori e contro il parere della Compagnia di Gesù, in cui negava in maniera scettica e moderata la stregoneria.
E così, dopo avere però già consegnato al rogo migliaia di persone, la caccia a streghe e stregoni legalizzata (la più feroce fu quella protestante) cominciò a declinare. L'Olanda la abolì già nel 1610, l'Inghilterra nel 1682, mentre l'Inquisizione spagnola condannò l'ultima strega nel 1826.

Peraltro è per noi illuminante, ai fini di questa ricerca, la lettura di alcuni dei molti verbali, specie di matrice protestante, riferiti ai processi inquisitoriali, sfrondati dalle incrostazioni superstiziose e dalle invenzioni che i persecutori delle presunte streghe mettevano in bocca a queste ultime con la minaccia della tortura e con opportuni suggerimenti durante gli interrogatori. Ne emergono, ad esempio, alcune costanti, rare ma ricorrenti, che ritroviamo anche nella moderna letteratura ufologica; così come appuriamo quanto fosse diffusa la credenza nel diavolo come essere reale, in carne ed ossa, e non (im)puro spirito o come "spirito in grado di possedere le persone" (come era ai tempi di Gesù e nei primi secoli della Chiesa cristiana, che sino al III° secolo immaginò questa entità come un angelo bellissimo di luce, dalla natura pervertita).

Nel Medioevo e nel Rinascimento, attestano quei verbali, il diavolo era considerato un essere in carne ed ossa a tutti gli effetti, nero di aspetto, occasionalmente con corna, coda o pieni caprini ma sostanzialmente indistinguibile dagli esseri umani (e dunque ben lontano dall'iconografia pittorica botticelliana o di Jacobus de Theramo, che attingeva ai simulacri del dio pagano Pan); mangiava e beveva come qualsiasi essere vivente, e poteva accoppiarsi, difettando peraltro della potentia generandi, la capacità di generare figli (che pare difettare anche ai moderni alieni Grigi dei rapimenti UFO); era perciò costretto, tramite degli spiriti detti incubi o succubi se rispettivamente maschili o femminili, a "rubare" il seme degli umani addormentati, grazie al quale cercava di generare figli (il paragone con le operazioni condotte nel corso dei moderni rapimenti UFO a scopo sessuale è impressionante); in questo modo, scrisse il dotto contestatore Albertino Mussato nel suo dramma Ecerinis, erano nati i papi Ezzelino da Romano e Bonifacio VIII°! Al di là di ciò che sembra essere solo una strumentalizzazione politica, è notevole rilevare come nel popolino fosse stata diffusa la credenza negli "amplessi demoniaci", probabilmente facendo leva su episodi realmente accaduti.

Il membro del demonio era descritto come molto freddo ed il suo seme - sterile - era gelido, come testimonia l'ecclesiastico Paolo Grillando (e ciò porta alla mente le fecondazioni in vitro) e questo era uno degli elementi che permetteva alle donne da lui sedotte di capire di non avere a che fare con un comune essere umano, dal quale era solitamente indistinguibile. All'epoca della caccia alle streghe a Salem, Massachussetts, informano gli studiosi P. Boyer e S. Nissembaum, "le azioni demoniache su cui poggiavano le accuse non venivano perpetrate materialmente dalle streghe, bensì da spiriti intangibili che potevano a volte assumerne le sembianze". Con la fine delle persecuzioni religiose da parte dell'Inquisizione, e con l'Era dei Lumi, la figura del diavolo andò via via sfumando nella leggenda, tant'è che nel XX° secolo, dopo il Concilio Vaticano II°, diversi Paesi protestanti, con l'adozione di "catechismi" riformati (come quello olandese), hanno addirittura messo in dubbio la reale esistenza del demonio, considerato spesso solo l'astrazione del "Male" o la sua personificazione.


CORNA, UFO E ZOLFO

Pure, l'esistenza "materiale" di un essere al quale in molti hanno guardato come al demonio, e la cui reale natura è stata rimessa in discussione dagli ufologi "parafisici" (convinti che energie esterne alla terra visitino il pianeta mascherandosi in base alle nostre credenze culturali e religiose, in un'operazione stile "Cavallo di Troia"), è stata documentata persino in questo secolo.
Che si possa credere o meno al diavolo, già nel 1855, in piena Era dei Lumi e della Rivoluzione Industriale, la paludata stampa inglese (nello specifico, The illustrated London news) riportava del rinvenimento di strane orme simili a zoccoli nella neve nel Devonshire, attribuite al signore del male (Sir Arthur Conan Doyle vi realizzò persino un racconto di Sherlock Holmes, ipotizzando lo scherzo di qualche bontempone); ma ancora nel 1976 orme analoghe venivano trovate nella cittadina protestante di Amityville, in Long Island, Stati Uniti, dopo che un demone "in forma di maiale e dal nome di Jodie" o di "spirito dagli occhi rossi" sarebbe apparso nella camera da letto della piccola Missy Lutz (la vicenda, raccontata dalla giornalista parapsicologa Jay Anson nel libro The Amityville horror, ispirò anche due pellicole dell'orrore).
E dunque, simili tangibili presenze, solide al punto da lasciare segni sulla pelle ed impronte sul terreno, ci spingono a riflettere; l'ufologo americano John Keel, che ritiene che gli extraterrestri siano piuttosto degli "ultraterrestri", ovvero delle entità parasifiche provenienti non da spazi lontani ma da dimensioni parallele, crede che queste presenze siano state "mal interpretate dall'umanità, nei tempi antichi, che le inquadrò sotto forma di credenze religiose". Su una linea analoga si colloca anche il libro Passport to Magonia dell'informatico franco-americano Jacques Vallée, in cui è affermato: "Il diavolo non ha corpo. Allora, come può avere delle relazioni sessuali con uomini e donne. Come possono avere, le donne, dei bambini da tali unioni, esprimendone semplicemente il desiderio?".

A questo punto è più che lecito chiedersi se, in alcuni resoconti dell'epoca, il misterioso demonio non fosse una creatura venuta dallo spazio e scambiata (o mascheratasi) per altro, fatti salvi tutti quei casi in cui questi racconti erano parto della fantasia delle streghe o degli inquisitori, o veri e propri abusi compiuti da violentatori mascherati da demoni.
Un primo indizio a favore della nostra tesi lo troviamo proprio nelle leggende cristiane d'Italia, ove il demonio, una volta messa a nudo la sua natura non umana (infatti avrebbe amato mostrarsi mascherato in veste talare per corrompere i credenti), è stato spesso immaginato come un "globo di fuoco" affine agli UFO; in una leggenda senese raccolta da Idilio Dell'Era si racconta del "demonio mascherato da prete" che si aggirava attorno al castello delle Moiane in Siena, all'epoca della contessa Dorilla in pieno Medioevo; scoperto dai monaci mentre stava celebrando una messa blasfema in chiesa, il demonio sarebbe svanito in un globo di fuoco.

Così il racconto: "Lo strano sacerdote si tracciò il segno della croce mormorando Introibo. Ma sulla fronte, nel punto ove si era toccato, rimase attaccata una macchia nera, e così sulle spalle e sul petto. Le candele mandarono una strana luce di fuoco; la figura sacerdotale salì sull'altare ma dall'ampio calice schizzò fuori, all'improvviso, un serpente dagli occhi di drago, dalla lingua acuminata, dalle ali di fiamma. Emise un lungo sibilo, una nube di fumo salì, divampò, avvolse l'altare, invase la chiesa. Urla e schiamazzi si levarono. Poi silenzio e terrore. Il falso sacerdote fu avvinto dalle spire del drago. Si mosse, si mutò in un globo di fuoco che si rovesciò per terra, si agitò, salì fino al soffitto; il tetto si scoperchiò, strisciò nell'aria il globo, ripiombò a guisa di parabola, rotolò frusciando e sibilando tra i valloni come un fiume di sangue e di bracia, rantolò, si inabissò nelle viscere della terra".
Al di là della descrizione volutamente grandguignolesca (essa doveva difatti impressionare il popolino), questa leggenda potrebbe contenere il resoconto di una cronaca reale poi distorta e riletta in chiave mistica; ad esempio, che il "globo di fuoco" non fosse "spirito" è dimostrabile dai boati prodotti e dalla devastazione del tetto della chiesa; è altresì curioso il fatto che per secoli la comparsa e scomparsa del demonio sia stata associata all'odore dello zolfo (nel Cinquecento le streghe erano definite "foetentes", maleodoranti), e che in molti casi di avvistamenti UFO i dischi abbiano prodotto un forte odore di ozonizzazione, sotto certi aspetti simile proprio allo zolfo. Ancora, "fuochi tremolanti sotto il terreno" ove si tenevano i sabba sono citati nei verbali del processo alla strega Helen Guthrie di Forfar, 1661. 

É parimenti insolito notare, nelle leggende cristiane, la presenza, in Olanda, della credenza nella "nave di Satana" che percorreva il mare la notte per carpire anime e che sarebbe stata incendiata e distrutta da S.Elmo protettore dei marinai; il rogo della nave, secondo i racconti olandesi, fu in passato la motivazione del perché "il fondo del mare talvolta fa luce di notte". Come non associare questa ulteriore manifestazione al fenomeno degli UFO subacquei segnalati (e fotografati, come sul Gargano e a Rimini) in tutto il mondo?


L'ALTRA FACCIA DEL MALIGNO
Quanto al diavolo vero e proprio, se leggiamo i verbali dell'Inquisizione scopriamo come, incredibilmente, le descrizioni dell'essere "materiale", quale che ne fosse l'età, fossero tutte perfettamente coincidenti, ai quattro angoli del mondo. Nelle testimonianze più affidabili ricorreva la presenza di un demone basso, simile ai moderni Grigi, noto come "Puck" o "Pechs" nelle leggende anglosassoni (era tutto nero e con il testone, come gli alieni visti nel 1967 a Cussac, Francia, da alcuni ragazzini); il demone basso ricorreva anche nel trattato di demonologia del francese Jean Bodin, che, sotto il nome di Xafan, presentava una creatura macrocefala e dalle braccia lunghe, antesignano dei Grigi.
  Sempre in quegli antichi verbali ho trovato la descrizione di un altro demone che mostra un parallelismo con la letteratura ufologica: era descritto con molte corna, come il chupacabras (una sorta di Grigio bestiale e mostruoso, segnalato da molti testimoni in Centro e Sudamerica; il suo nome significa succiacapre, perché mutilerebbe ovini ed altri animali); di lui restano testimonianze persino nelle cronache napoletane del VI° secolo: era descritto come un maiale mostruoso che infestava un antico tempo di Diana ove successivamente era apparsa la Madonna; lanciava infernali grugniti e per esorcizzarlo venne addirittura costruita, tra il 525 ed il 533, una chiesa.

Altri "diavoli" presenti nelle cronache del Nord Europa riferiscono di creature dall'aspetto umano ma nerissimi di pelle e con uno o entrambi i piedi fessi; se seguiamo alla lettera quei racconti, essi scendevano da una "nube nera" (un UFO?) e "ballavano" in maniera devastante (da cui l'odierno uso del termine "sabba infernale" per indicare uno sfacelo); danzavano nei campi di grano ove, a testimonianza del loro passaggio, la gente trovava strane figure circolari (ed in realtà, presumibilmente, si trattava dell'antico fenomeno della formazione di crops circles, attribuiti dalla fantasia popolare contadina all'opera di un diavolo mietitore); ove passavano, sparivano mucche (come nel caso delle moderne mutilazioni animali), che si credeva fossero servite da pasto ai satanisti danzanti; questi esseri assai spesso penetravano nelle camere da letto di uomini e donne (con le sembianze corrispondenti all'altro sesso) e vi si accoppiavano. A suggello di quell'unione, sul corpo degli umani veniva lasciato un marchio, detto dalla Chiesa "il segno del demonio", ed oggi noto come "cicatrice da impianto".

Uomini e donne potevano essere rapiti in cielo, passando attraversi camini o muri (sensazione oggi ricorrente nei rapiti dagli UFO); lo studioso Grillot de Givry ha dichiarato assai enfaticamente che "lo stregone chiamato al sabba era intrattenibile, capace persino di uscire dal buco di una serratura..."; i testimoni dicevano di avvertire l'aria fredda sulla pelle e di vedere la terra dall'alto (come i rapiti); quindi venivano portati al sabba ed infine abbandonati, a volte in stato semiconfusionale e talvolta dopo diversi giorni, anche in luoghi assai lontani dalla loro abitazione. Ugo d'Heury ha testimoniato nella sua Historia del conte di Macon, "sparito in aria come Romolo" di un processo in Germania ove il magistrato accusatore venne "rapito in cielo dal diavolo". Lo studioso Joseph Hansen ha rilevato che "inizialmente il volo notturno era attribuito agli eretici; per cui, quando la stregoneria venne considerata un'eresia, tale azione fu collegata anche alle attività magiche.

Nel 1239 a Mont-Aimé presso Châlons-sur-Marne in Francia furono bruciati 183 eretici catari in un sol giorno, ed una donna ammise di essere volata sino a Milano, il Venerdì santo, per servire a tavola i catari; aveva lasciato presso suo marito un demonio che la impersonava. La donna confessò i dettagli del suo sabba al domenicano Roberto Le Bougre. É rilevante come peraltro il volo non compaia nei processi sino al XV° secolo...". Tale pratica era peraltro attribuita da secoli alle cosiddette streghe (con il termine "volo di Diana").
Reginone di Pruem, nel Canon Episcopi, ricordava le "cacce notturne di Diana", la dea greca, in seguito divenute "un volo nella notte di donne cavalcanti bestie ed in grado di percorrere grandissime distanze". Già nel 367 il Sinodo Romano aveva minacciato di scomunica quelle donne che, illuse dal diavolo, "credevano di andare in giro nottetempo sopra diversi animali, in compagnia di Erodiade, Diana o Minerva".

Graziano, monaco del chiostro di S.Felice in Bologna, commentava in un suo scritto: "Alcuni sacerdoti si trovano in imbarazzo a causa della diffusa credenza nelle arti magiche, negli incantesimi, nei sortilegi tra i loro fedeli, i quali al riguardo avevano le più varie e difformi idee, da cui ne venivano fuori anche le interpretazioni e gli atteggiamenti più strani". Graziano sosteneva l'ipotesi dell'immaginario collettivo pagano circa la "cavalcata in volo versi i grandi raduni" (i sabba), e riteneva anzi peccato gravissimo credere "a simili superstizioni, nonché prestare fede alla credenza delle metamorfosi in animali". I processi del Cinquecento avrebbero dimostrato invece che questi fatti accadevano (in parte) realmente. E nelle miniature quattrocentesche di Johannes Tinctor, facenti parte del Tractatus contra sectum valdensium, il volo delle streghe era raffigurato sia con le "malefiche" a cavalcioni di una scopa, ma anche con il passaggio di diavoli "volanti" che letteralmente rapivano a forza, in cielo, ignari viandanti, afferrandoli per la vita.

In definitiva, fatte salve le differenze culturali dell'epoca, tutto quanto abbiamo sinora letto, l'intero apparato scenico e fantasmagorico delle apparizioni del diavolo sembrava anticipare, in chiave popolare, quello che oggi è lo scenario dei rapimenti UFO. Così, nel 1911 a Jirinvaara in Carelia, una signora finlandese a nome Anni Lattu scompare misteriosamente da casa, fra l'Epifania e la Pasqua. La sua assenza durò parecchi giorni, tanto da essere notata dalla gente del posto. Quando la donna ricomparve, disse di avere visto una macchina volante simile "ad una vasca da bagno", che era atterrata davanti alla sua casa e dalla quale erano uscite alcune piccole creature, "dei diavoli", che l'avevano sequestrata a forza a bordo del disco. La strana macchina volante si era messa in moto senza far rumore, portando Anni Lattu nello spazio per alcuni giorni. Inutile aggiungere che l'incredibile storia suscitò la diffidenza dell'auditorio e che Anni venne presa per pazza. Ma è singolare come il resoconto di ciò che si configura essere chiaramente un rapimento UFO ante litteram sia stato inquadrato, agli inizi del XX° secolo, in un contesto "demoniaco". Del resto, per il diavolo venne preso l'extraterrestre che uscì in un fascio di luce conica da un disco dinanzi a due attonite guardie forestali finlandesi a Imjarvi il 7 gennaio 1970.

Il misterioso "diavolo" rapitore veniva descritto "nero come un etiope" nei verbali dei primi processi per stregoneria rituale di cui si ha notizia in Irlanda, nel 1324. La testimonianza è stata resa da una nobildonna, Lady Alice Kyteler, che disse che il demonio le si era qualificato come "Robin figlio di Artis". Il nome di Robin ritorna in maniera sospetta, tre secoli dopo ed a molte miglia di distanza, nei verbali dei processi delle streghe del Somerset (e come Robin Goodfellow compare nei disegni satirici rinascimentali e nella Natural History of Staffordshire del 1686 del naturalista inglese Robert Plot, che riferisce di crops lasciati da Robin ad Assen in Olanda): nel 1664 Elizabeth Stile disse di avere un demone "famiglio" (cioè custode) in forma di gatto nero con il nome di Robin. Ales Hunt dell'Essex disse nel 1582 che la sorella aveva due spiriti infernali, uno dei quali chiamato Tom e l'altro Robbyn. La svedese Isobel Adams di Pittenweem (1670) si incontrava con un "uomo in vesti nere", che compariva ripetutamente in casa di un'amica, Beatie Lang. A Elizabeth Knap di Groton, America, (1671) il diavolo appariva come un vecchio, mentre a James Lindsay compariva davanti al letto, come nei casi di rapimento UFO. 

Nel 1576 Bessie Dunlop di Lyne, Scozia, descrisse il demonio come "un vecchio onesto dalla barba grigia ed un berretto nero in testa stretto davanti e largo dietro" (la presenza del copricapo è curiosamente ricorrente anche nei rapimenti UFO, come nell'episodio dei coniugi americani Barney e Betty Hill, rapiti nel 1961 e che descrissero il capo dei Grigi con uno strano berretto in testa; e ricorre anche in un episodio di rapimento UFO, investigato dal sottoscritto, che ha coinvolto un professionista di Bergamo). Nel caso scozzese del 1576, l'essere disse di chiamarsi Thom Reid (la strega non lo qualificò peraltro mai come "il diavolo"). Alla strega del Lancashire Margareth Johnson apparve nel 1633 con sembianze umane e con il nome di Mamillion. Alice Hudson, una strega dello Yorkshire, nel 1664 affermò che il diavolo "apparve nelle sembianze di un uomo nero, su un cavallo nero, coi piedi forcuti". "Allora mi prostrai e lo venerai in ginocchio", aggiunse la strega. "Bieco uomo nero" è descritto da Jonet Kerr di Edimburgo, nel 1661. "Omaccio nerissimo con piede forcuto" era per Issobell Gowdie (Auldearne, 1662). In Belgio, Digna Robert ne aveva incontrati addirittura due nel 1565, portavano casacche nere e dissero di chiamarsi Barrebon e Crebas. L'abito nero fu confermato anche da un'altra strega belga, Josine Labyns, che nel 1664, a 19 anni, avrebbe incontrato un diavolo vestito particolarmente alla moda, "da gran signore", con abito nero e cappello di piume.
Nel Somerset, nel 1665, Mary Green lo aveva visto come "un piccolo uomo"; la strega Marian Hocket (processata nell'Essex nel 1645) disse di essere solita chiamare uno dei suoi famigli Littleman, piccolo uomo; in Svezia nel 1670 il "diavolo" aveva la barba rossa ed un cappello dal cocuzzolo alto; nel 1661 a Jonet Watson di Dalkeith apparve "un grazioso giovane in vesti bigie; a Newtoundein aveva vesti verdi e un cappello nero in testa". Il cappello era blu in ben quattro testimonianze indipendenti, quelle delle streghe Isabel Rutherford, Bessie Henderson, Margaret Huggon - che non precisò il colore del cappello - e per lo stregone Christian Grieve, convinto di avere incontrato Satana. Tutti e quattro erano di Crook of Devon e vennero processati nel 1662. "Uomo nero" era anche per la ragazza-strega Annabel Stuart di Paisley (1678), e per il fratello John, che disse di avergli visto uno piede forcuto; Marie Lamont di Innerkip (1662) parlò di un "uomo nerissimo con piedi forcuti"); "nero come un indiano" era per lo stregone americano Robert Sterne (Connecticut 1662) e per le streghe di Salem (1692) Mary Osgood e Mary Lacey (che lo descrisse come un uomo nero con un cappello dal cocuzzolo alto). Il cappello fu descritto "lacero" da Ellen Gray di Aberdeen (1597), "nero" dalla congrega di Alloa (1658), "brutto" a North Berwick (1590). 

Anna Maria de Georgel, processata a Tolosa nel XIV° secolo, disse che il diavolo l'aveva avvicinata mentre una mattina lavava da sola la biancheria vicino a Puech-David: "Lo vidi venire verso di me sul pelo dell'acqua; era un uomo di gigantesca statura, dalla pelle nerissima, dagli occhi ardenti come carboni accesi e mi soffiò in bocca". Helen Casso di Edimburgo (1661) lo incontrò mentre raccoglieva verghe tra le viti (ed un umanoide in mezzo ad un vigneto venne avvicinato nel 1993 da un contadino di Lirio di Pavia). La verga in quel caso poteva essere per confezionare una bacchetta magica.

Dai processi del Renfrewshire (Scozia, 1696) risulta che tutti i nipoti della signora Fulton (presunta strega) avevano visto la stessa persona, identificata dagli inquisitori nel diavolo tentatore: Elizabeth Anderson a sette anni "vide un uomo nero entrare in casa della nonna"; James Lindsay, di quattordici anni, "incontrò la nonna con un uomo nero"; una notte la nonna fece alzare il piccolo Thomas Lindsay dal letto e "lo fece prendere per mano un Uomo Nero (cosi lo chiamava)".

Era un essere con la parte superiore del corpo "luminosa", ruvido e peloso dai fianchi in giù il "diavolo" che si manifestava agli adepti della "società segreta di Stendinger", scomunicati da papa Gregorio IX° con la bolla Vox in Rama del 1233; era un "monaco grigio" che ricorda gli alieni incontrati dal rapito americano Whitley Strieber il demone Chorozon evocato entro un cerchio nel 1909 dallo gnostico Aleister Crowley nella foresta di Mangeall presso Wittemberg (secondo quanto testimoniato dal suo amico Victor Neuburg); ed era un essere macrocefalo in tutto e per tutto simile ad un Grigio il "demone" Lam evocato sempre da Crowley nel 1919; "il cui aspetto fisico", ha scritto l'ufologo e sociologo Roberto Pinotti, "desumibile da un disegno dello stesso Crowley poi esposto in quello stesso anno ad una mostra allestita al Greenwich Village di New York, risulta assolutamente identico a quello delle entità animate calve, glabre, macrocefale e di piccola statura così frequentemente descritte in tanti incontri ravvicinati del terzo tipo tipici dell'odierna fenomenologia UFO. E nel 1919 nessuno parlava di UFO e di piloti alieni, naturalmente. E tanto meno dei Grigi. Il collegamento al fenomeno UFO non può dunque essere ignorato".

Come abbiamo già scritto, molte volte i "diavoli" dei verbali dell'Inquisizione erano solo uomini mascherati, sacerdoti di culti pagani o maniaci che volevano approfittare della situazione; ma questo era ben noto agli inquisitori: nel 1590 il "diavolo di North Berwick" si scoprì essere un normalissimo essere umano, del quale fu anche possibile stabilire l'identità. Anche nei processi tenutisi a Ginevra tra il 1537 ed il 1662, spiega lo studioso E. William Monter, il diavolo era chiaramente un uomo: addirittura imponeva una tassa annuale (o "cense") ai suoi adepti. Curiosamente, si faceva chiamare "Robin" come il diavolo che appariva alle streghe inglesi.

TRACCE A TERRA, SEGNI SULLA PELLE

Il collegamento con il fenomeno UFO lo si ha, nei pochi casi selezionati come veramente anomali, da una serie di elementi ricorrenti anche nella letteratura ufologica. Abbiamo già citato il fatto secondo cui il diavolo potesse apparire collegato alla "nera nube" (speculare dunque alla nube divina); ne testimoniò la strega Margaret Nin-Gilbert di Thurso nel 1719 (in uno degli ultimi processi per stregoneria). Il passaggio della "nube volante" poteva produrre pericolosi effetti fisici su cose e persone, come i moderni UFO che rilasciano radioattività al suolo dopo un atterraggio. Le cronache francesi riferiscono della "strega" Reine Percheval di Bazuel, un paesino della regione di Cambrésis, che nel 1599 venne condannata perché una delle sue vacche aveva partorito "un vitello nato morto e mostruosamente deforme".

La deformità poteva in effetti ricordare l'esposizione alle radiazioni che oggi noi ben conosciamo, ma che all'epoca, evidentemente, valse alla donna l'accusa di essere un'amante del demonio. Due anni dopo nella stessa città venne identificata un'altra strega, la cui fama era ben nota, Aldegonde de Rue, sul cui corpo viene trovato il marchio del diavolo: cinque puntini insensibili al dolore, sulla spalla sinistra.
In effetti, il "marchio di Satana" è troppo simile alle moderne cicatrici sul corpo dei rapiti dagli UFO per non adombrare coincidenze sospette.
Gli inquisitori francesi lo descrivono come "un segno minuscolo, insensibile al dolore, spesso evidenziato da una callosità o da una verruca o da un piccolo graffio"; per quelli inglesi era invece un capezzolo soprannumerario.
Di tale "segno" parlò, nei verbali, lo stregone William Burton, processato ad Edimburgo verso il 1655 (i processi agli stregoni, scrivono gli esperti, "sono molto più rari di quelli contro le streghe e presentano maggior interesse sia sotto l'aspetto psicologico che della conservazione delle tradizioni locali"). Burton aveva conosciuto nella città di Dalmeny Muir, tornando un giorno verso casa a Kirklistorn, "una giovane signora, bella d'aspetto" ed era riuscito a sedurla.
"Dopo tante preghiere fu meglio disposta; poi facemmo amicizia. Lasciò che io l'abbracciassi e facessi ciò che orecchie cristiane non dovrebbero udire", confessò Burton. Senso di colpa o vento reale, la notte dopo la donna gli sarebbe apparsa come diavolo, gli avrebbe fatto rinnegare il battesimo e gli avrebbe lasciato la tipica cicatrice. "Ebbe il segno", è scritto nei verbali degli inquisitori. 

La svizzera Jeannette Clerch nel '500 si diede al "demone Symon", che "era gelido" e che la marchiò in faccia mordendola. Secondo lo studioso Alan McFarlane, che ha studiato i casi di stregoneria nell'Inghilterra tra il '500 ed il '600, il "marchio" poteva essere una protuberanza come pure una cavità (era cioè identico alle cicatrici aliene...).
A volte i diavoli o i loro "famigli" (spiriti folletti in forma animalesca: cani, gatti, topi, furetti, donnole, caproni, galline, rospi; solitamente neri) dovevano succhiare sangue dalle braccia delle streghe; ne parla madre Demdike, interrogata nel Lancashire nel 1613; la strega di Edmonton Elizabeth Sawyer (1621) confessò di permettere al suo famiglio (parlante) di "succhiare il sangue che le aveva chiesto"; lo stesso aveva dichiarato Thomas Rabbet di St.Osyth (Essex) nel 1582. Thomas, un ragazzino di otto anni, aveva ammesso che la madre aveva degli spiriti in forma animale che "solevano andare di notte a succhiarle il sangue dalle braccia e da altre parti del corpo". É possibile che il piccino fosse stato imbeccato dagli inquisitori? O piuttosto aveva descritto degli eventi reali?
"Nei primi processi inglesi", ha commentato Margareth Murray, "le streghe confessarono di essersi punte le mani o il volto e di aver dato ai famigli il sangue, ma in quelli più recenti si diceva che il famiglio stesso succhiava il sangue della strega. Secondo la credenza popolare le streghe avevano più capezzoli (il che è clinicamente spiegabile con una malattia congenita, l'ipertelorismo; N.d.A.); il capezzolo soprannumerario era un tratto caratteristico delle streghe inglesi e veniva provocato da tale suzione". Curiosamente anche in un episodio di rapimento UFO verificatosi a Puebla, in Messico, nel 1971, il rapito di turno si trovò sul corpo, a seguito dell'esperienza, molti capezzoli.

Scrisse la stampa: "Un giovane tredicenne di Puebla sarebbe stato a bordo di un UFO comparso nell'ora della siesta accanto alla propria casa. L'uomo, che dopo l'incontro ravvicinato sostiene di essersi trovato sul corpo sei capezzoli, aveva avvertito degli strani rumori nella casa vicina e, andato a curiosare, aveva incontrato un essere alto più di due metri che lo invitava a bordo del disco. A bordo dell'UFO altri alieni lo hanno sottoposto ad un test medico, estraendogli del sangue dal pollice con un apparecchio. Dopo questa operazione gli alieni avrebbero comunicato telepaticamente, dicendogli: Adesso tu sei dei nostri. Dopodiché l'uomo si è ritrovato a casa, con il pollice sanguinante, e ancora frastornato. Per quattro mesi ha avvertito degli intensi dolori renali di origine sconosciuta. Sottopostosi ad una visita medica, comprendente un esame sanguigno, avrebbe scoperto che il suo sangue non corrisponderebbe ad alcun tipo conosciuto".
L'estrazione del sangue ricorre in diversi moderni casi di abductions (rapimento UFO): a Burzaco in Argentina, il 4 ottobre 1972, Gilberto Gregorio Cossioli venne sottoposto a prelievo da alcuni alieni alti 2 metri e mezzo, che lo avevano bloccato in un sedile circolare. Per l'operazione venne usato "un apparecchio senza ago", mentre un congegno colorato sembrava ipnotizzare la vittima; in un caso del 13 gennaio 1979, a Santiago del Estero, i rapitori alieni di Marcos Suarez si lasciarono dietro le spalle "un acre odore di zolfo"; il 16 giugno 1980 a Rosario quattro nanerottoli di mezzo metro rapirono il falegname Juan Gomez; lo avrebbero sequestrato per due settimane su un disco e, scrisse la stampa, lo avrebbero "rilasciato lontano da Rosario e con un punto nero sull'indice destro, come se qualcuno gli avesse prelevato del sangue". Sempre in Argentina, a Winifreda, nell'agosto 1983 il trentaquattrenne Julio Platner raccontava di essere stato rapito da alcuni alieni che gli avrebbero estratto del sangue per delle analisi. Platner stava rientrando dalla sua tenuta in camioncino quando era stato investito da un violento fascio di luce.
"Ho visto prima un essere piccolo che parlava senza muovere le labbra, e poi altri tre. Improvvisamente mi sono trovato dentro una nave spaziale con il mio camioncino. Essi mi hanno tranquillizzato toccandomi il braccio, mentre anch'io volevo toccarli, notando che sembravano di gommapiuma. Sebbene non abbiano parlato, ho capito quello che essi dicevano, forse in forma telepatica. Così mi hanno comunicato che non mi avrebbero fatto del male e mi avrebbero soltanto estratto del sangue per studiarlo. E subito dopo non ho sentito più niente; mi sono risvegliato come se fossi stato addormentato nel mio camioncino, in una strada vicina", ha raccontato l'uomo".
In Brasile, a S. Francesco di Sales, 15 ottobre 1957 il giovane agricoltore Antonio Villas Boas veniva portato a bordo di un disco da quattro esseri in tuta grigia e casco. Svestito e lavato, gli venne prelevato un campione di sangue dal mento e poi fu costretto ad accoppiarsi con un'aliena. L'incredibile resoconto, così simile agli incontri notturni delle cronache dell'Inquisizione, potrebbe essere interpretato come una fantasia sessuale del ragazzo, se questi non si fosse in seguito sottoposto ad una visita medica altamente specialistica che evidenziò che qualcosa di anomalo era effettivamente accaduto.

Il dottor Olavo Fontes, che esaminò il giovane, disse che questi era stato esposto a radiazioni che gli causarono, per molti mesi, insonnia, dolori in tutto il corpo, mal di testa, disappetenza, bruciore agli occhi e lacrimazione permanente, lesioni cutanee provocate da contusioni e macchie giallastre. Le lesioni che rimasero per qualche mese avevano l'aspetto di piccoli noduli arrossati, duri, ondulati in superficie, dolorosi se schiacciati. 
In Malesia, il 9 agosto 1993 (ma la data non è sicura), quattro bambini, Maria Molero (8 anni), Emma (6), Jorge (5) e Carlos (3) venivano presi da un UFO sotto gli occhi di un anziano passante, che aveva visto "un'astronave che ruotava atterrare sul campo dove stavano giocando i bambini". Un lampo blu sparato dall'UFO avrebbe risucchiato i bambini che, all'interno del disco, avrebbero incontrato una figura dalla tuta scintillante e dai lunghi capelli d'argento. I quattro, come mostravano le foto sulla stampa locale, sarebbero stati punti sulla guancia sinistra per un prelievo di sangue.
Secondo le cronache stregonesche, in base a quanto raccontò la strega Christian Green (Somerset, 1664), quando i famigli estraevano il sangue alle streghe, queste erano come in trance: "Christian Green dice che il diavolo suole succhiare la sua mammella sinistra introno alle cinque della mattina. Dice che prova dolore e che è quasi sempre in trance quando le succhia il corpo". Era invece "in una specie di trance" la strega Alice Duke Manning di Wincanton, Somerset (1664), quando il suo famiglio le riservava lo stesso trattamento. Curiosamente, anche i rapiti, durante gli esperimenti sessuali dei Grigi, sono imbambolati come in ipnosi, o in trance (come nel caso di Gilberto Gregorio Cossioli)! 
Il sangue era talvolta estratto dal corpo delle streghe direttamente dal "diavolo" in persona (quello che appariva alla strega Joan Wallis di Keiston si faceva chiamare Blackman, uomo nero). Anne Desborough (Huntingtonshire 1646) confessò che "quando viveva a Tichmarsh nella contea di Northampton era a letto sognando, e il famiglio la punse e la destò dal suo sogno dicendo, quando era sveglia, che doveva avere parte della sua anima". Quella stessa anima (intesa come l'insieme delle sensazioni e delle pulsioni che differenziano l'essere umano dall'animale) che sembrano tanto interessare i Grigi!
Sempre a proposito dei capezzoli soprannumerari, gli studiosi P. Boyer e S. Nissembaum scrivono nel libro La città indemoniata, che ripercorre la cronaca della caccia alle streghe americane di Salem: "Il capezzolo della strega era un'appendice fisica anomala, di solito molto piccola, attraverso la quale si credeva che la strega o lo stregone allattassero il demonio ; esso faceva parte delle credenze popolari che le autorità cercarono di sopprimere nel 1692, ma aveva il vantaggio di essere verificabile empiricamente, e perciò continuò a figurare in primo piano tra le prove.
Il 2 giugno 1692, ad esempio, un comitato di nove donne onorate (probabilmente levatrici), dopo aver sottoposto ad esame fisico cinque donne di Salem incriminate, riferì di avere scoperto su tre di esse una escrescenza innaturale di carne tra le pudende e l'ano, assai simile ad un capezzolo, ed insolita nelle donne". Ma quando però, per confermare il risultato, le presunte streghe vennero nuovamente esaminate, il marchio diabolico si era misteriosamente volatilizzato: "Ripeterono l'esame nello stesso pomeriggio ma riferirono che tutte le donne apparivano normali...". 

Un altro effetto del passaggio del diavolo sarebbe, per la credenza popolare, il fatto che non cresca più alcun tipo di vegetazione (come a volte accade con gli atterraggi UFO). Ad Ariano sul Tusciano, Salerno, in un burrone lungo il quale sarebbe scivolato in demonio scacciato dagli angeli, effettivamente a tutt'oggi lungo non cresce erba alcuna; ed altre impronte attribuite dalla credenza contadina al Maligno si trovano a Noli, nel savonese, su un sentiero che costeggia la via Aurelia (oggi però coperto dal cemento) e nella Gola del Racanello alle falde del monte Pollino tra Calabria e Basilicata.
Alle apparizioni del "diavolo mietitore", secondo una Cronaca del 1678 intitolata The Mowing-Devil, or strange news out of Hartfordshire erano attribuite le formazioni improvvise di crop circles, i cerchi nel grano che da decine di anni compaiono misteriosamente nei campi della Gran Bretagna (e non solo), disegnando incredibili figure tra le spighe piegate. É presumibile che la comparsa di questi crops, documentate a Lione già nell'anno 810 e che tutt'oggi attirano in tutto il mondo ove appaiono schiere di curiosi, orde di esoteristi e persino di channelers e praticanti di kung fu Shaolin, venisse inteso, nell'Europa postmedievale, dalle streghe come un invito da parte del diavolo a recarsi nottetempo nel campo per un sabba. Se è dunque vero che dove apparivano i cerchi si davano raduno le streghe, allora accadde alla vigilia di Ognissanti nel 1590, accanto alla Chiesa di North Berwick, ove alcune streghe danzarono "tutt'intorno" al cimitero per far morire la regina.
Le autorità ecclesiastiche diedero più volte la colpa degli strani fenomeni che "danneggiavano i campi" ai "tempestarii", particolari streghe e stregoni ritenuti capaci di suscitare tempeste con sortilegi, per distruggere i raccolti (abbiamo già visto come la credenza nei tempestarii fosse viva sin dai tempi di Agobardo di Lione, nell'840; l'arcivescovo descrisse l'episodio nel suo Contra insulsam vulgi opinionem de grandine et tonitruis, raccontando di come avesse rimproverato severamente i contadini francesi per la loro credenza nei "sollevatori di tempeste", nei demoni scorrazzanti per il cielo, e negli uomini spaziali provenienti dall'aerea Magonia). Nella bolla Summis desiderantes di Innocenzo VIII° (5 dicembre 1484) erano così definiti: "Persone che affliggono gli esseri umani, le bestie da soma, le mandrie, le greggi, con ogni sorta di crudeli tormenti. Rendono impossibile alle coppie sposate di compiere il loro coniugale dovere. Ne sono vittime gli uomini e le donne, il bestiame di ogni genere, i vigneti, i giardini, i prati, i pascoli, il frumento, le granaglie, i legumi..."
Lo studioso francese R. Mandrou ha scritto, a proposito dei "pastori avvelenatori": "Il più celebre ed antico almanacco francese destinato alle campagne è il Grand Calendrier des bergers; parecchie edizioni di questo calendario fanno menzione della protezione che è necessaria assicurare al bestiame contro le attività degli stregoni, compagni dei pastori (il titolo dell'edizione 1651 parla del modo in cui deve comportarsi il pastore per impedire che qualche stregone faccia morire il suo gregge).. A più riprese, dopo il 1682, giudici locali e magistrati dei parlamenti francesi furono investiti di denunce imputate a pastori avvelenatori...".
I tempestarii ritornano anche nei verbali del processo di Euphemia McCalyan, processata il 9 giugno 1591 ed arsa viva il 25. "Fu dapprima dimostrato che praticava la stregoneria e frequentava note streghe". Con alcune di queste si era incontrata a Browmehoillis e a Leith per scatenare una tempesta, questa volta non sui campi, ma per mare, e contro la regina d'Inghilterra, "praticando incantesimi e gettandoli in mare a Leith".

Anche Agnes Sampson, processata il 27 gennaio 1591, avrebbe fatto parte di un piano per "impedire il ritorno della regina in Iscozia, facendo levare il vento alle ore undici. Quelli chiamati alle saline dovevano agire ad est per unirsi a quelli che già erano là e portare la tempesta a tutto il mare" (lanciando un gatto in acqua).
Questo processo è assai illuminante, in quanto dimostra come il potere, rappresentato dalla corte ecclesiastica di re Giacomo VI°, cercasse attraverso la caccia alle streghe comodi capri espiatori, accusando persone del posto sulle quali fare ricadere la colpa di pretese sciagure ed incantesimi; ed allo stesso tempo per liberarsi di oppositori politici come, nel caso specifico, Francis conte di Bothwell, un avversario del re spesso accusato nei documenti quale mandante delle "tempeste" (l'aspetto tragicomico di queste persecuzioni è che la motivazione per la quale il re non sarebbe stato minimamente scalfito dai malefizi delle forze delle tenebre, veniva fatto dire direttamente al diavolo per mezzo di una strega torturata, e cioè che egli era "un uomo di Dio").
La comparsa dei crops, nel corso dei secoli, poté forse dunque essere strettamente associata al demonio, a maggior ragione quando, allora come ora, essi si formavano accanto a cromlech (complessi megalitici pagani), come è accaduto ad esempio nei tempi moderni accanto al celebre sito di Stonehenge, in diverse occasioni. Di questa idea si è detto convinto il prof. Terence Meaden, che ritiene che i monumenti eretti nel Neolitico altro non fossero che il tributo dedicato ai crop circles dell'epoca.
Dalla lettura degli antichi verbali processuali apprendiamo che proprio accanto ai cromlech era solito manifestarsi quello che veniva preso per il diavolo: accanto ad un menhir (una pietra monolitica di un cromlech) Jonet Miller di Edimburgo incontrava il demonio, "in forma di giovane", nel 1661. Scrive lo studioso Grillot de Givry: "Il sabba avveniva tra i menhir di Carnac in Bretagna; sul Blocken tedesco, nella chiesa pagana di Blokula in Svezia, sul Puy de Dôme in Auvergne". Anche le streghe francesi, come Estebène de Cambrue, del distretto di Amou (1567) lo incontravano su una gran pietra, attorno alla quale dovevano danzare. Come nei casi inglesi, il "diavolo" era un uomo nero, vestito di scuro, secondo alcune versioni addirittura con sei-otto corna in testa (dunque abbiamo a che fare con un'iconografia differente da quella tradizionale, e che ricorda alla mente il già citato chupacabras). Tra l'altro, secondo la testimonianza di Silvain Nevillon, processato ad Orléans nel 1614, il "diavolo" apparso al sabba disse di chiamarsi Orthon, come uno degli extraterrestri che si sarebbero manifestati al contattista americano George Adamski nel 1950... 
RAPPORTI ESOGAMICI

Anche nei casi francesi i diavoli entravano nelle camere da letto. Una di due sorelle processate nel 1652 disse che "il diavolo era entrato nella sua camera da letto dalla finestra; aveva forma di gatto e si era trasformato in un uomo vestito di rosso". Lo stregone Andro Man di Aberdeen confessò, nel 1597, di avere avuto rapporti, sessant'anni prima e a casa di sua madre, "con il diavolo in forma di donna, chiamata la regina degli Elfin". L'unione avvenne quando Andro era chiaramente un giovane (elemento ricorrente in molti casi di abductions; si pensi a Villas Boas); da quell'unione sarebbe nato un bambino, in seguito portato via dall'essere, come emerge dal passo seguente del verbale: "Tu confessi che trentadue anni or sono ti congiungesti nuovamente carnalmente con quello spirito diabolico, la regina degli Elfin, da cui avesti diversi figli che hai visto da allora".
Quest'ultimo dettaglio, della nascita di ibridi che vengono sottratti ai genitori e poi periodicamente mostrati a questi ultimi è noto nella letteratura ufologica come la "presentazione del bambino" (a cosa serva non è chiaro). La "regina degli Elfin" (cioè degli elfi) di Andro Man sarebbe stata vista anche da altre streghe, da una di Aberdeen, Marion Grant, che l'avrebbe notata in compagnia di un diavolo servitore chiamato Christsunday, ma anche da Bessie Dunlop (1576) che disse che il "suo" diavolo Thom Reid "riceveva ordini dalla regina degli Elfame", che le era apparsa in camera da letto dopo un parto.
La sua descrizione risulta identica al demone apparso un secolo dopo, con vesti diverse e solitamente scure, nella provincia di Elfdale in Svezia, nel 1670. E ciò lascia pensare che questi eventi siano reali, visto che è impossibile che una cronaca abbia attinto da un'altra, per la segretezza dei verbali, con buona pace della tesi veicolata verso la metà del Settecento dallo scienziato Gerolamo Tartarotti, convinto che i voli sabbatici fossero dovuti ad allucinazioni causate per lo più ad una alimentazione sbagliata o al digiuno, come pure all'uso improprio di erbe come la mandragola ed il fungo dell'amanita muscaria, capace di provocare sogni orribili ed allucinazioni, sino alla segale usata abitualmente per confezionare il pane, spesso contaminata da un parassita, la segale cornuta, che contiene un elemento chimico simile all'LSD (questa tesi è recentemente stata ripresa dal medico Robin Cook nel romanzo Alterazioni, che ha avanzato anche un'altra ipotesi, che la famosa "scopa" sulla quale volassero le streghe fosse in realtà un bastone spalmato con un unguento contenente droghe allucinogene.
"Durante i riti satanici, il bastone, posto a contatto con le mucose delle parti intime, provocava esperienze psichedeliche"). La pista dell'LSD in parte è valida; il biologo Giorgio Pattera ha scoperto, analizzando gli addotti italiani, che nei rapiti, subito dopo il prelievo forzato a bordo dell'UFO, si riscontra un forte aumento della serotonina nel sangue; e l'LSD si collega proprio alla serotonina! Ciò induce a pensare che in qualche modo i grigi provochino uno squilibrio nei rapiti, inducendo in questo modo anche visioni ed allucinazioni, forse con l'intento di falsare il reale ricordo di quegli eventi (ricordo che in parte viene anche cancellato con l'intromissione di una "falsa memoria" di copertura). Nel '500, dunque, il "diavolo" (il Grigio) si comportava allo stesso modo!

TUTTA COLPA DELLE DROGHE?

In questo studio non abbiamo volutamente tenuto conto di quei casi indotti dall'utilizzo di sostanze allucinogene; è noto che molte streghe, riferisce papa Gregorio IX° nella sua Vox in Rama, "baciassero sull'ano i rospi; altri sulla bocca, leccando la lingua e la bava dell'animale". Sappiamo che nella pelle di alcune specie di rospi sono presenti delle ghiandole che secernono una sostanza irritante e provvista di principi neuroattivi. Inoltre, le ghiandole del rospo più diffuso, il Bufo vulgaris, producono ben ventisei sostanze biologicamente attive, tra le quali il composto 5-OH-DMT o bufotenina, dai potentissimi poteri allucinogeni. Della DMT ha già scritto il biologo ed ufologo parmigiano Giorgio Pattera: "É stato accertato che alcune sostanze endogene a spiccata azione psicomimetica, quali le encefaline e le endorfine, già sperimentate con successo sui ratti nel 1976, sono molto simili ai derivati dell'indolo, precursore di un importante mediatore chimico cerebrale, la serotonina. Questo amminoacido assume particolare importanza nel discorso delle abductions, in quanto recenti studi ne hanno rilevato un abnorme incremento nel sangue degli individui sottoposti a presunti episodi di rapimento ad opera di entità aliene.
Tutte queste sostanze, che come s'è detto vengono prodotte autonomamente dal metabolismo umano, sono in grado di suscitare nell'organismo effetti particolari, a carico del sistema nervoso centrale, equiparabili a quelli prodotti da alcuni principi attivi isolati dai ricercatori, a partire dagli anni '50, in alcuni funghi (Psilocybe, Stropharia, Conocybe, Panaeolus) che crescono spontanei nel Messico meridionale. I principi attivi presenti in questi funghi, chiamati in lingua locale Teonanacatl (= carne divina ), sono stati chiamati per l'appunto psilocibina e psilocina ed erano utilizzati dalle popolazioni indigene, insieme ad altre sostanze allucinatorie, nei riti magici e divinatori. Descrizioni degli effetti provocati dall'assunzione di quei tipi di funghi si possono rintracciare nelle cronache degli storiografi che seguirono Cortés e Pizarro nelle loro conquiste in America centrale. Gli studi combinati da parte di etnografi, botanici e farmacologi hanno appurato che l'introduzione per os di 10-15 mg. di psilocibina è sufficiente a provocare in un individuo adulto distorsioni della percezione spaziotemporale e disturbi neurovegetativi (quali nausea, cefalea, midriasi, bradicardia, ipotensione). Gli effetti durano circa 2-4 ore.

Più recentemente alcuni neurofisiologi hanno dimostrato che una sostanza molto simile alle precedenti, sia chimicamente che farmacologicamente, denominata DMT (dimetiltriptamina), viene prodotta spontaneamente dal cervello umano. Anche se lo scopo per cui viene sintetizzata rimane per il momento oscuro, si è potuto accertare che la DMT è una delle sostanze più fugaci che siano mai state osservate nel corpo umano. Rimane in circolo, infatti, per soli 5 minuti: se ne può rilevare la presenza nel fluido cerebrospinale, ma dopo questo breve lasso di tempo quantità anche considerevoli di essa vengono rapidamente riportate nell'organismo ai livelli di base. Raggiunge la massima concentrazione fra le 3 e le 4 del mattino, periodo che corrisponde di solito alla fase REM (Rapid Eye Movements) del sonno. Nel maggio del 1997 l'etnobotanico Terence McKenna ha formulato una propria teoria circa la DMT e i suoi effetti sul comportamento umano. Egli sostiene che lo studio di questa sostanza, contenuta anche in alcune essenze vegetali che crescono nelle foreste amazzoniche (Psycotrio viridis, Desmenthacellanoianthus) e già note da tempo ad alcune tribù indigene della Colombia e dell'Ecuador, potrebbe dare un contributo non indifferente alle indagini sulle problematiche legate ai cosiddetti rapimenti alieni, senza pretendere tuttavia che in questo risieda la spiegazione del fenomeno UFO.

Il Dr.McKenna afferma in buona sostanza che, una volta assunta la DMT, dopo circa 15 secondi si avverte la netta sensazione di essere andati d'improvviso in un luogo particolare, completamente diverso da quello in cui si era prima di entrare nello stato alterato di coscienza. Molte tra le persone che si sono volontariamente sottoposte alla sperimentazione della DMT hanno riferito di essersi ritrovate all'interno dei dischi volanti e di aver trascorso tre minuti circa del nostro tempo in mezzo a stranissime macchine elfiche, manovrate da piccole creature dalla pelle grigia, dagli occhi grandi e dal cranio enorme, per poi essere ridepositate nel proprio appartamento quasi senza recare i segni dell'avventura. Immagini identiche, se ci facciamo caso, a quelle che da sempre riferiscono le popolazioni dedite, per tradizione culturale o necessità ambientali, al consumo di sostanze psicòtrope: dagli aborigeni australiani agli aztechi, dagli indios amazzonici ai maya, ecc.
In altre parole, attraverso gli effetti della DMT l'Uomo ogni notte, durante gli stati profondi del sonno, accede probabilmente ad altre dimensioni, che appartengono ad una realtà effettiva ma diversa da quella in cui si trova allo stato di veglia e di cui conserva, faticosamente, un vago ed ancestrale ricordo. Insomma: gli alieni esistono, ma possiamo comunicare con loro soltanto attraverso le nostre menti".
Che nel caso delle visioni aliene delle streghe non si trattasse di semplici allucinazioni, o soltanto di allucinazioni, è testimoniato anche dall'Assempro 38 di fra Filippo degli Agazzari, che spiega come il realtà il "volo" fosse più che reale (e talvolta persino con risvolti tragici; in tutto e per tutto identico alle moderne abductions tramite raggi di luce traenti): "Vi fu un uomo che per avere sette denari si dette al diavolo; un diavolo che, in quelle occasioni, appariva in figura umana e che, quando fu il momento di riscuotere, trascinò con sé in alto il malcapitato. E il diavolo allora lo portò in aria, in tanta altezza, che la moglie sua non lo poteva più vedere. E dopo questo se ne portò l'anima sua, e il corpo lasciò cadere in terra".

Sempre a proposito della "presentazione del bambino", nel 1588 Alisoun Peirsoun fu accusata di avere frequentato le "Buone Vicine" (le streghe) e "la regina degli Elfame ma di non vederla da sette anni". Questa insolita figura appariva con dei bambini (tre, nello specifico) anche alla maestra Jean Weir di Dalkeith nel 1670, mentre la donna era intenta ad insegnare agli scolari di una scuola. In un verbale dei processi della Val di Fiemme, datato 21 gennaio 1505, si racconta della "strega" Margherita di Cavalese che "veniva portata in volo per più di mille miglia sopra il monte Val, giù ai mulini, sopra le fontane" e che, assieme ad alcuni compari, mutilava e mangiava le vacche di un contadino di Moena. I diavoli potevano rapire gli umani anche per molti giorni. Isobel Haldane di Perth, Australia, disse nel 1607 di essere stata condotta dal diavolo "in un colle ove abitavano le fate e di esservi rimasta tre giorni da giovedì a domenica alle ore 12", finché incontrò un demone dalla barba grigia che la riportò indietro. Nei verbali dei processi della Val di Fiemme, in Trentino, lo stregone Giovanni Delle Piatte racconta, il dicembre 1504, dei suoi incontri con il diavolo in forma di "grande frate nero, vestito di nero".
Il "fratone nero" era solito rapire i suoi adepti - non viene spiegato bene come - "trasportandoli in un attimo oltre il lago; li introduceva nella cavità di una montagna, dove bisognava passare una porta che si apriva e chiudeva da sola e in fretta, e appena si apriva bisognava saltare dentro in fretta, altrimenti si veniva schiacciati e ridotti in polvere (non sembra un moderno racconto di fantascienza?; N.d.A.)". Là un altro diavolo, dall'aspetto umano e persino con un nome terrestre, Eckart, "avvertiva le persone che non dovevano fermarsi più di un anno, altrimenti non potevano più uscire".
Delle Piatte raccontava di avere "fatto il giro di tutto il mondo in cinque ore" a bordo di "cavalli neri", di sapere di "streghe che possono causare tempeste con il diavolo loro signore", del furto di buoi che venivano mutilati per servire da cibo per le streghe (il che ci ricollega al fenomeno delle mutilazioni animali aliene); un'altra strega della Val di Fiemme, processata con Delle Piatte, Margherita Tesadrello di Tesero, aggiungeva che i "buoi venivano consumati entro un cerchio" e che a volte, a seguito di quegli incontri, lei accusava strani effetti fisici che, a differenza delle normali malattie, la segnarono per tutta la vita: "Rimasi ammalata otto giorni e da allora fino a presente non ho più avuto la testa a posto". A partire dal XVIII° secolo la colpa dei voli notturni e delle sparizioni di persone passò dal demonio alle fate. Nel 1673, si scrisse, il dottore inglese Alan Moore venne "portato via dalle fate" sotto gli occhi di due testimoni. Le "fate" vennero ritenute responsabili di altre sparizioni nel 1691 e nel 1845.

I LITTLE GREEN MEN
L'aneddotica medievale inglese era ricca di racconti circa l'esistenza di "omini verdi" (se ne vedono persino raffigurati nelle insegne dei pub britannici) appartenenti al popolo dei folletti (o Piccolo Popolo). La cronaca più strana riportata in The fairy mythology narra del ritrovamento nel Suffolk, all'epoca di re Stefano, di due ragazzi, maschio e femmina, "fisicamente umani fuorché per il colore verde della loro pelle. Non si capiva il loro linguaggio ed il colloquio poteva avere luogo solo a gesti". Secondo la leggenda i due ragazzi potevano cibarsi solo di fagioli e provenivano da un mondo ove tutti erano di colore verde e dove non c'era il sole, ma un eterno crepuscolo. I due sarebbero arrivati sulla Terra attraverso una lunga caverna.
Questa storiella, alla quale non credo, è presumibilmente collegata alla tradizione celtica del considerare il verde il colore dei morti ed i fagioli il cibo dei defunti; la leggenda è stata in seguito spacciata dal noto saggista del mistero Colin Wilson nel libro Realtà inesplicabili (Rizzoli) per un evento reale, accaduto però nel villaggio spagnolo di Banjos nel 1887; attingendo al folklore locale dei folletti o "Pitti", queste ed altre narrazioni potrebbero avere ingenerato il luogo comune degli alieni dalla "pelle verde" (little green men) tanto cari alla letteratura ufologica dei primi anni Cinquanta, alla stampa a sensazione, alle riviste di fantascienza americane, che per anni hanno riciclato quest'immagine.
I Pitti del Piccolo Popolo erano difatti verdi per un duplice motivo, in quanto spirito di natura ed in quanto capaci di mimetizzarsi nella vegetazione boschiva (non a caso nelle insegne dei pub sono raffigurati con gli arbusti sulla testa). Il "Green Man" (o "Jack-in-the-Green", che ho rinvenuto in un'insegna di locanda nel villaggio di Great Wymondley nell'Hertfordshire britannico) era il "misterioso spirito degli alberi che compariva nel calendimaggio", spiegano gli studiosi Janet e Colin Bord, e che rappresentava il rinnovarsi della natura. In alcune raffigurazioni veniva rappresentato con una tuta aderente a scaglie, attorno ad un crop (pentacolo circolare) disegnato al suolo.
É peraltro curioso notare che a volte i Pitti erano associati alla frequentazione dei siti archeologici megalitici inglesi noti come cromlech (il più famoso dei quali è Stonehenge); presso quelle pietre pagane le antiche streghe celebravano i propri riti e sempre a Stonehenge, in tempi recenti, sono apparsi i crop circles; un'antica stampa settecentesca mostra addirittura uno di questi sacerdoti pagani pregare dinanzi ad una di queste figure, che parte dell'ufologia attribuisce ad interventi alieni. A sottolineare ancora il legame tra crops, alieni e cromlech, il caso (assolutamente inedito ed investigato dal sottoscritto) dell'apparizione di "omini verdi" nella ex cava di Bertignano di Viverone (Vicenza), visti sul finire degli anni Quaranta da un signore di Torino. Da notare che la cava ha forma perfettamente circolare ed è circondata da dodici blocchi di pietra vulcanica disposti ritualmente a mo' di cromlech.
Lo studioso Dario Spada ha scritto: "Una delle ipotesi avanzate per spiegare la nascita delle credenze sul Piccolo Popolo è quella sostenuta a suo tempo dall'antropologa inglese Margareth Murray, discussa egittologa e nota scrittrice di saggi sulla stregoneria in Europa, che nei suoi libri ha direttamente collegato le credenze sugli elfi e sulle fate con quelle sulle streghe, sostenendo che tutti questi esseri erano la medesima cosa e che discendevano da alcune popolazioni autoctone stanziate, ai primordi, in alcune regioni del nord Europa. L'ipotesi - oggi totalmente rigettata dagli studiosi più accreditati - è stata poi ripresa da Gerald B. Gardner, studioso di stregoneria, gran maestro di un coven (un circolo stregonesco; N.d.A.), scomparso nel 1964, già direttore del Museo della Stregoneria dell'Isola di Man, convinto che il Piccolo Popolo fosse all'origine una civiltà di nanerottoli di stirpe preceltica che si diffuse in tempi remotissimi su una vasta area dell'Europa e che, salvo la tradizione orale, non lasciò alcuna testimonianza di sé".

Simile ai Grigi era rappresentato il diavolo nelle antiche maschere sarde in legno; corna a parte, in comune con E.T. aveva la testa triangolare e gli occhi ovali. In una di queste maschere ha addirittura sulla fronte un emblema composto da un fiore all'interno di un cerchio, identico ad un crop apparso in Gran Bretagna nel XX° secolo! In un'altra raffigurazione, un'acquaforte al bulino di Jacques Auchan basata sul testo É un incanto, è un'illusione di Claude Gillot (inizi del XVIII° secolo) uno dei diavoli accorsi al sabba è il classico nanerottolo macrocefalo dal mento aguzzo e dagli occhi ovali, nel quale non si fatica a ravvisare, sotto le sembianze "deformate" dalla tradizione popolare, la sagoma di un Grigio!

Per quanto riguarda il discorso delle streghe, lo studioso Gregory Zilboorg ha tentato un approccio scettico, fisiologico e psicologico alla lettura del Malleus Maleficarum, rilevando come gli inquisitori credessero che i demoni provocassero allucinazioni (come i Grigi), tant'è che si era tentata un'interpretazione del nome diavolo, diabolus, come dia (due) e bolus (pezzo), "due pezzi", le due parti che il Maligno imprigionava dell'uomo, cioè corpo e anima; e che nell'insieme tutto fosse un'allucinazione. Nel commentare un pezzo del Malleus Maleficarum di Sprenger e Institoris (peraltro senza accorgersi che si trattava della citazione di un brano di S.Tommaso nella lacunosa traduzione del Malleus di Montague Summers), lo psichiatra estrapolava questo brano: "Sbagliano coloro i quali affermano che la stregoneria non esiste ed è puro frutto di immaginazione, se pur non credano che i diavoli esistono solo nella fantasia delle persone ignoranti e volgari, le quali attribuiscono erroneamente a qualche ipotetico diavolo le calamità naturali che colpiscono gli uomini. L'immaginazione di certuni, infatti, è così viva che essi ritengono di vedere figure e sembianze reali, le quali altro non sono che riflessi dei loro pensieri, e le prendono per apparizioni di cattivi spiriti e perfino per fantasmi di streghe. Ma ciò è contrario alla vera fede...".
Zilboorg sottolineava poi che, secondo quei documenti, i demoni provocavano fenomeni di sonnambulismo (la trance ricorrente anche nei rapimenti UFO), e ciò venne documentato per la prima nei Capitolari di Carlo il Calvo per l'anno 872, a seguito del Concilio di Ancyra (Ankara, IV° secolo). In essi si legge: "Benché la strega sperimenti tutto ciò solo nello spirito, ella crede che ciò avvenga non nella mente ma nella carne. A chi infatti non è accaduto nel sonno o in visioni notturne di essere tratto fuori da sé stesso e di vedere, dormendo, molte cose che, sveglio, non ha mai visto?". Sempre Zilboorg ci informa che i demoni parlavano "nell'orecchio del posseduto" (altro elemento ricorrente delle abductions; io stesso ho seguito il caso di un rapito che aveva un fenomeno di questo tipo, nell'orecchio destro) e che operavano, "come insegnavano S. Gerolamo e Crisostomo, tramite le potenze naturali in quanto il corpo è soggetto a tali influenze, come quelle delle stelle, e specie sul cervello"; e parimenti si riteneva si servissero di "cause esterne per darsi credibilità" (le devastazioni del grano, ecc...).
S.Agostino, nel suo De doctrina christiana, affermava (in un passo poi ripreso nel XII° secolo da Graziano per il Decretum, il grande testo medievale di diritto canonico): "In qualche maniera che io ignoro e non so descrivere, può accadere che il corpo di un uomo giaccia in qualche luogo, vivo sì, ma con i sensi bloccati più pesantemente e fermamente che non dal sonno". Questa catalessi venne in seguito attribuita ai demoni, ed è significativo sottolineare come ricorra anche nei moderni casi di rapimento UFO.
Il protestante Johann Wier (o Weyer), medico personale del duca di Cleve, nel suo De praestigiis daemonum (1563) aveva protestato contro i roghi delle streghe, pur non negando che la magia e la stregoneria fossero diaboliche. "Secondo lui", scrive lo storico D.P. Walker, "quasi tutte le opere di magia sono allucinazioni soggettive causate da demoni cattivi. Poiché le streghe, essendo donne ed in genere vecchie, sono troppo sciocche per non essere vittime passive del diavolo, non devono essere punite così severamente...".

LA GUERRA SEGRETA DEI BENANDANTI

Un altro elemento ricorrente nei casi di abductions è, che, per quanto possa sembrare incredibile, esse parrebbero interrompersi se il rapito riesce a spostare la propria attenzione vigile. In un'altra mia opera, sulla casistica nel mondo islamico, ho scritto: "Ogni qual volta i Grigi hanno cercato di rapire un terrestre e questi, fortunosamente, è riuscito a concentrarsi mentalmente (con preghiere, meditazione o mentalizzando una precisa vibrazione sonora o una luce), il rapimento si è interrotto, come se questi esseri interagissero più con la nostra mente che non con il nostro corpo". In merito ho raccolto documentazione proveniente sia dal mondo islamico che da quello occidentale, in Italia e negli Stati Uniti.
In tutti i casi i rapiti erano stati come ipnotizzati e nel momento in cui, fortunosamente, avevano sottratto la propria mente al controllo dei rapitori, questi, resisi conto di essere impotenti, avevano rilasciato la cavia umana. Curiosamente tale elemento ricorre nelle cronache ecclesiastiche, mascheratosi nel mito del "nome di Dio" la cui pronunzia mette in fuga il diavolo. Secondo l'inquisitore basco Miguel de Goiboru durante un sabba celebrato in Spagna a Logrono nel 1610 un'ossessa a nome Stéphanie avrebbe gridato: "Gesù, quanta gente!". In quel momento tutto lo scenario stregonesco si sarebbe dissolto, il che lascia supporre che in molte di queste "rappresentazioni" vi fosse una componente allucinatoria o ipnotica notevole. Come nel caso dei rapimenti UFO! 

Altro elemento ricorrente, la credenza che vi sia una sorta di lotta in corso tra specie aliene, la prima impegnata a rapire gli umani, la seconda ad interrompere i rapimenti (un addotto di Bergamo sotto ipnosi confermò a me alla psichiatra dottoressa Giulia D'Ambrosio questo dato reale). Tale elemento ricorre anche nei verbali delle streghe; molte, sia in Gran Bretagna che in Italia (in Friuli) parlarono dei benandanti, una sorta di stregoni in grado di uscire dal corpo per combattere in astrale le adepte del demonio, ed ai quali alcuni tributavano un dotto culto. "Riferivano", scrive lo storico texano Brian Levack, "di lotte notturne fra i membri di un culto della fertilità, i benandanti, e le streghe. La persecuzione contro i benandanti esplose tra la fine del '500 e l'inizio del '600. Essi credevano di poter uscire in spirito durante il periodo delle Ceneri, per combattere le streghe. I magistrati dell'Inquisizione, incapaci di comprendere quel corpo di credenze contadine e sospettosi che i benandanti fossero di fatto streghe che si recavano al sabba, a poco a poco convinsero i membri di questo antico culto della fertilità di essere streghe malefiche". Va anche detto che, come testimoniarono Sprenger e Institoris nel loro manuale di stregoneria, le streghe erano divise in due categorie: le mulieres pythonicae, donnicciuole superstiziose dedite ad arti divinatorie, e le maleficae, vere streghe sataniche che essi ritenevano appartenere ad una setta segreta, per accedere alla quale bisognava giurare fede al demonio.

I benandanti rappresentavano una sorta di terzo polo, in guerra con le seconde. I benandanti, secondo quanto appurò nel 1570 la Chiesa rigenerata dalle riforme del Concilio di Trento, erano personaggi particolari che durante le notti delle Quattro Tempora "partivano al seguito di un giovane capitano, che portava lo stendardo di Cristo. Armati di canne di sorgo, andavano a combattere le streghe nella Piana di Giosafat". Dall'esito di quelle battaglie notturne dipendeva la prosperità dei futuri raccolti del Friuli. Se vincevano i benandanti, le messi sarebbero state abbondanti, viceversa scarse. Che non si trattasse di una pantomima a metà strada tra il religioso ed il pagano, di una processione simbolica e rituale sembra essere dimostrato dal fatto che i benandanti possedessero poteri particolari, paranormali, per i quali oggi sarebbero definiti sensitivi. "Alcuni, uomini e donne, volavano (in astrale?; N.d.A.) di notte per la campagna e al ritorno dalla battaglia si introducevano nelle case dei contadini per mangiare le provviste e bere il vino delle cantine. Non tutti possono diventare benandanti", riferiscono le cronache francesi. "Bisogna essere eletti, nati cioè con la camicia, ovvero avvolti nella membrana amniotica". Quest'ultimo dettaglio è importantissimo.

Come spiega la giornalista parapsicologa americana Jay Anson, il velo amniotico, una sorta di seconda pelle che rende sensitivi, è caratteristica peculiare delle persone dotate di facoltà extrasensoriali. E proprio le persone più sensitivamente e "mentalmente" dotate sono risultate essere, nel corso degli studi da me condotti sui moderni rapiti UFO, quelle in grado di interrompere le abductions condotte dai Grigi! Voli notturni, sabba e lotte con i benandanti sembrano dunque raccontarci in chiave mitologica e superstiziosa moderne cronache di rapimenti antichi...
Nell'esame di questi carteggi, infine è coincidente la testimonianza dei rapiti sugli alieni Grigi che custodirebbero bocce di vetro contenenti feti di ibridi umano-extratererrestri con la credenza rinascimentale secondo cui gli stregoni più potenti ottenevano dal diavolo di poter imprigionare demoni e spiriti umanoidi entro bocce di vetro, da usare come "geni della lampada" per compiere sortilegi. La "leggenda", molto diffusa nel folklore islamico e ripresa persino da Louis Stevenson nel romanzo La bottiglia del diavolo, attribuiva all'ecclesiastico Pietro D'Abano il possesso di "una creatura custodita in una bottiglia", grazie alla quale aveva potuto imparare immediatamente le materie del "trivio e del quadrivio"; e persino del pontefice Gerbert d'Aurillac (Silvestro II°) si diceva imprigionasse un demone nella sfera del bastone papale. Oggi gli ufologi americani asseriscono che le misteriose "bocce" viste nelle astronavi dei Grigi sono in realtà incubatrici spaziali ove allevare gli ibridi umano-alieni realizzati con l'ingegneria genetica. Tale credenza, con le vesti dell'epoca, ricorreva anche nella demonologia del XVIII° secolo, allorché si attribuiva al demonio, riferisce l'abate de Villars, "la paternità di tutti gli uomini che nascono senza che si sappia chi li mette al mondo...".