sabato 5 marzo 2016

Il caso Walter Marino Rizzi

INCONTRI RAVVICINATI

Siamo a conoscenza di molti presunti incontri ravvicinati, ma normalmente in TV, in rete e sulle riviste ufologiche si parla solo dei casi avvenuti all'estero, specialmente negli Stati Uniti. Tuttavia anche in Italia abbiamo un certo numero di testimonianze rilevanti, alcune anche molto dettagliate.
Una di queste avvenne in provincia di Trento nel 1968. 

Era la notte del 6 luglio 1968 e Walter Marino Rizzi, che abitava a Bolzano, decise di staccare un po' dal lavoro frenetico del rappresentate per passare qualche giorno nel tranquillo paesino di Campitello di Fassa, dove avrebbe alloggiato presso una sua zia che gestiva un hotel.
Aveva staccato dal lavoro già piuttosto tardi, ma nonostante questo era abituato a viaggiare nelle ore notturne. A bordo della propria auto stava percorrendo il Passo Gardena, sulle Dolomiti. All'improvviso si imbattè in densi banchi di nebbia, che lo costrinsero a rallentare di molto la velocità.
Era da poco passata la mezzanotte e la visuale era pressochè nulla, cosa piuttosto insolita per la stagione, ma parliamo pur sempre di zone montane dove può condensarsi un po' di foschia.

Indeciso sul da farsi scorse un piccolo piazzale dove spesso i camion sostano per la notte e decise di fermarsi una mezzoretta nella speranza che la nebbia iniziasse a diradarsi.
Era molto stanco e nonostante l'attesa le condizioni non accennavano a cambiare, così distese le gambe e ne approfittò per riposare un po'. Poco dopo essersi addormentato, però, fu costretto a svegliarsi a causa di un forte odore di bruciato.
Il piazzale era ancora immerso nella nebbia e, temendo che l'odore provenisse da qualche circuito della sua auto, scese per dare un'occhiata al motore. Era intontito ancora dal sonno, ma non potè non rendersi conto che in fondo al piazzale c'era qualcosa di strano, che emetteva un potente bagliore luminoso attraverso uno squarcio della coltre di nebbia.
Rizzi era certo che quando aveva deciso di fermarsi quella luce non c'era, ma la nebbia non gliene dava la certezza, così, credendo che si trattasse di un autogrill non segnalato dai cartelli si avvicinò per andare a bere qualcosa di caldo.
Giunto in prossimità della luce constatò, allibito, che proveniva da un enorme oggetto discoidale, immerso in una specie di luce lattiginosa: la strana macchina poggiava su tre sostegni e misurava circa sui 30m di diametro.



<<Arrivato ad una cinquantina di metri da quella cosa, notai che sul lato destro c'era un robot cilindrico alto più di due metri, con tre gambe e quattro braccia, che ruotava su se stesso come se stesse riparando un guasto. Sembrava fatto di alluminio, ma a volte pareva cambiare colore e diventare quasi trasparente. Arrivato vicino a quel grosso disco volante mi sembrò che fosse circondato da un "muro di luce" e mi sentii di colpo bloccato, come se il mio corpo pesasse mille chili. Ero incapace di muovermi e facevo molta fatica a respirare, ma ebbi la conferma che l'odore di bruciato proveniva da lì. C'era una cupola di vetro sulla sommità del disco e vidi due esseri che guardavano giù...>>


Ad un certo punto si aprì una botola nella parte inferiore dell'UFO e da un'intensa densa luce viola emerse una strana figura vestita di un casco di vetro e di una aderente tuta argentea, provvista di una vistosa cintura posta in corrispondenza della vita. Si muoveva con lunghi passi, sfiorando appena il terreno.


<<Era alto poco circa un metro e sessanta e quando mi fu vicino alzò la mano destra e mi guardò fisso negli occhi. Aveva i capelli cortissimi di colore castano chiaro, i suoi occhi erano più grandi dei nostri, leggermente obliqui, come quelli di un gatto, con la parte bianca color nocciola, l'iride azzurro-verde e le pupille ovali, che si contraevano continuamente. Il naso era molto piccolo e ricordava quello dei felini. Le sue labbra erano sottilissime e quando sorrise vidi che aveva dei denti bianchi e regolari. La pelle era color verde oliva chiaro, i piedi sembravano più simili a degli zoccoli e le mani mi parevano sottili e lunghe.>>


Se ad un primo sguardo l'uomo ebbe un certo timore, con il passare dei secondi quello sconosciuto gli trasmise una sensazione di improvvisa tranquillità e felicità.


<<Mi sentivo leggero come una piuma: non trovo le parole adatte per descrivere lo stato d'animo che avevo, ma era una sensazione celestiale che mi spingeva ad abbracciarlo. Volevo chiedergli da dove venisse, cosa ci facesse lì, ma non ebbi neanche il tempo di formulare la domanda, che già nel mio cervello ebbi la risposta. E' così che si svolse tutta la nostra comunicazione: lui mi leggeva nel pensiero e mi dava all'istante le risposte.>>


Da quel momento l'alieno cominciò a spiegare a Rizzi che proveniva da un pianeta della nostra galassia, ma grande quasi due volte il nostro e provvisto di due soli, uno più grande ed uno più piccolo, che determinavano un lungo giorno e una notte brevissima. Il suo mondo possedeva un panorama di sconfinata bellezza con montagne altissime e vegetazione lussureggiante.
Poi descrisse la sua avanzatissima società, basata su rapporti collettivi armonici, indole vegetariana e non violenta degli abitanti, vita molto più lunga della nostra e totale assenza di malattie. In particolare, affermò che la longevità, sul proprio pianeta, era assicurata da una tecnologia in grado di "rigenerare continuamente e potenziare le cellule dell'organismo", per cui la morte sopraggiungerebbe nel soggetto solo con il totale esaurimento del ciclo energetico interno.
Gli spiegò che a differenza degli esseri umani loro avevano un organismo molto semplice, con un apparato digerente molto più semplificato del nostro, ma un cuore e polmoni alquanto sviluppati per una maggiore immissione d'aria per la nutrizione di sangue e cervello. Un ultimo dettaglio che gli spiegò fu che non avevano una distinzione marcata del sesso come gli umani perchè la loro riproduzione non avveniva con l'accoppiamento
.

<<Ogni tanto osservavo il disco per capire come era costituito: non c'erano saldature, bulloni o giunture: sembrava scolpito come un sol pezzo. La creatura mi disse che era composto di un materiale mille volte più resistente del nostro acciaio e che aveva la proprietà di auto-saldarsi automaticamente
>>.

L'alieno parlò a Rizzi anche dei loro veicoli madre, vere e proprie portaerei siderali che coprono le distanze interstellari. Sfruttano un'energia propulsiva derivante "dai sistemi solari e dai campi di attrazione e repulsione dei pianeti", una fonte di "inesauribile e terrificante potenza", con la quale l'avanzatissima
tecnologia viaggia a velocità ben superiori alle nostre.

<<Eliminano le distanze all'istante, trasferendo la materia, e quindi loro stessi, compresi i loro mezzi. Il solo pericolo per questi grandi dischi sono dei pianeti la cui attrazione magnetica è spaventosa anche a grandi distanze. La compattezza di questi pianeti è tale che un solo metro cubo di esso pesa più del nostro sistema solare.>>


Se fino ad ora tutto il racconto potrebbe sembrare un'abile macchinazione inventata da una mente fantasiosa, con questa ultima affermazione di Walter Rizzi alcuni studiosi del fenomeno hanno rizzato "le antenne": il pensiero corre ai famosi buchi neri, corpi astrali dalle caratteristiche
simili a quelle descritte da Rizzi; tuttavia c'è da dire che i buchi neri furono per la prima volta scoperti nel 1971, vale a dire ben tre anni più tardi l'incontro ravvicinato del Rizzi!

L'essere alieno non mancò neppure di un'inquietante previsione sul futuro del pianeta Terra:

<<Gli chiesi perché non ci facessero partecipi delle loro conoscenze tecnologiche e perché non rimanessero con noi per un certo tempo. Mi disse che era proibito loro interferire con l'evoluzione di un altro pianeta, che trascorrere del tempo nel nostro sistema solare li avrebbe fatti invecchiare precocemente, e infine che non avremmo mai raggiunto il loro stadio evolutivo, per via della precarietà della crosta terrestre: in un prossimo futuro avverrà uno spostamento dei poli e questo produrrà una vasta apertura nella crosta terrestre, provocando cataclismi che distruggeranno l'ottanta per cento della popolazione mondiale, lasciando solo una stretta striscia di terra inabitabile per i superstiti.>>


Durante questa lunga chiacchierata il robot terminò il proprio lavoro e si avvicinò alla botola rimpicciolendos
i della metà. Rizzi avvertì che l'incontro stava volgendo al termine.
 

<<Venni preso dalla disperazione pensando che non l'avrei più rivisto. Gli chiesi, lo supplicai di prendermi con loro, ma mi disse che non era possibile: il mio organismo non avrebbe sopportato le loro velocità astrali e le energie sfruttate dalla loro tecnologia. Piangendo lo pregai di darmi qualcosa di lui. Mi fissò e allungò il suo braccio destro verso la mia spalla sinistra, e mi sentii sollevare da terra come una piuma...>>

L'alieno poi indietreggiò lentamente e, alzando il braccio destro in segno di saluto, si portò al centro del disco, ponendosi di fianco al robot e scomparendo in un fascio di intensissima luce.

 

<<In quell'istante una forza invisibile mi sospinse lontano dal disco. La luce bianchissima che avvolgeva il disco cominciò ad affievolirsi e i sostegni rientrarono. Il rotore iniziò a girare vorticosamente e la luce cominciò a divenire sempre più intensa. Giunto ad un altezza, credo, di trecento metri, l'alone che circondava l'oggetto divenne bianchissimo e come una schioppettata partì a grande velocità nord-est>>.
 

Brancolando Rizzi tornò alla sua auto, pizzicandosi più volte come per accertarsi che non avesse sognato. Fece più sopralluoghi nei giorni che seguirono sul punto dell'atterraggio, raccogliendo qua e là campioni vegetali e minerali e scattando foto.
 

<< Mi accorsi che nell'area dove c'era la luce abbagliante l'erba era cresciuta tre volte più alta rispetto a quella circostante.>>
 

A casa egli cercò inutilmente di rendere edotto il cugino della propria straordinaria avventura, ma questi, pur constatando in lui uno stato d'animo effettivamente alquanto atipico, reagì con una risata alla narrazione, insinuando che egli si fosse ubriacato. Riuscì peraltro a trovare pieno ascolto e fiducia da parte della figlia, che egli, allo scopo, raggiunse in California, ove si era trasferita.
Deciso a divulgare la storia del suo contatto, con l'aiuto della congiunta, prese a spedire innumerevoli lettere a tutti gli indirizzi che comparivano sulle riviste americane dedicate agli UFO. Non ricevendo alcuna risposta, rientrò in Italia, del tutto rassegnato all'idea di dover tenere per sé la propria avventura, come avrebbe fatto per parecchi anni a venire.

Ma l'incredibile avventura del Rizzi aveva trovato una curiosissima anticipazione in un episodio avvenuto parecchi anni prima, durante la guerra. Nel 1941/42, il nostro protagonista era di stanza a Rodi, in Grecia, ove prestava servizio come meccanico aeronautico e interprete per l'aeronautica italiana e tedesca all'aeroporto di Gadurra.
Un giorno, su invito di una bambina che andava spesso a trovarlo al campo, si fece condurre in cima ad una montagna, dove dimorava un singolare personaggio, detto il "Santone", un vero e proprio eremita. Come l'uomo si avvide dell'arrivo dell'italiano, alzò la mano destra, in segno di saluto, proprio come avrebbe fatto lo "straniero" dai tratti felini parecchi anni dopo. E alla stessa stregua del misterioso Visitatore, il vecchio prese ad erudire il Rizzi con nozioni "fantastiche" agli occhi di quest'ultimo, parlando di un universo ricco di pianeti abitati, e della possibilità di viaggiare nello spazio con il proprio corpo astrale, superando in tal modo le enormi distanze cosmiche. 

Un singolare accenno fu dedicato dal "Santone" agli abitanti di tali mondi, alcuni dei quali, precisò, sarebbero in possesso di avanzatissime tecnologie date da mezzi di trasporto capaci di viaggiare con la velocità dei fulmini.

"I vostri aerei - affermò - fanno ridere in confronto!" Su richiesta dell'ospite, il vecchio prese a tracciare per terra i profili di quelle macchine, a suo dire così straordinarie. Con spirito di distacco il Rizzi constatò fra sé che quei disegni descrivevano incomprensibili ed inverosimili ordigni circolari, che mai avrebbero potuto levarsi in volo in quanto del tutto privi di ali e di eliche...

Intuito lo scetticismo dell'italiano, il vecchio concluse sorridendo: "Verrà un tempo in cui dovrai ricrederti..." tratteggiando così vagamente in quelle parole ciò che un giorno si sarebbe effettivamente verificato.

La storia di Walter Rizzi è venuta a galla solo di recente, alla fine degli anni '90, ma in Italia è una delle più significative testimonianze di incontri ravvicinati del terzo tipo.

mercoledì 2 marzo 2016

L'accordatura a 432 Hz

L'Armonia della Vita
Ho sempre conosciuto anche ai tempi del conservatorio il LA a 432 Hz come “LA Verdiano” senza mai ricercare il significato intrinseco di questa precisa frequenza.
In questo articolo desidero proporre ai lettori ciò che la mia personale esperienza mi ha permesso di trasformare in contenuti di utilità.
Il mio risveglio nasce grazie a comunicazioni avute da Energie di altra dimensione ed ho sentito forte il desiderio di conoscere l'argomento, come se una forza proveniente da un luogo misterioso ma ben conosciuto dal cuore, mi esortasse a testimoniare. Così ha preso forma in me quella voglia che prima di questo evento era sterile ricerca e che ora è profondo entusiasmo del sentire di vero. Questa è la scintilla che mi ha condotto nel cammino dell'approfondimento ed è stato sorprendente trovare notizie che riflettevano fedelmente le informazioni avute in dono dal cielo... diciamo così.
Queste notizie, che di seguito elencherò, fanno anche parte degli studi di altri ricercatori che stanno cercando di diffondere le loro conoscenze a riguardo.

Tutto nasce dal bisogno di suonare intonati assieme ad altri esecutori.

Ciò induce alla necessità di adottare una nota (frequenza) di riferimento per tutti. Ad oggi questa nota è il LA con una frequenza di 440Hz. Chi di voi non ha mai sentito la classica frase “dammi il LA” per intendere “mettiamoci in sintonia”? Il diapason serve proprio a questo, a dare una nota di riferimento.

Ma come siamo arrivati a stabilire che questo LA deve avere una frequenza di 440Hz?
 
Partiamo dal presupposto che tutto vibra e la vibrazione è nel tutto; atomi, molecole, cellule, organi interni, neuroni del cervello e quindi noi stessi siamo in continua vibrazione. Sono persuaso, visti gli innumerevoli studi eseguiti da insigni medici e scienziati, che molti nostri malanni psico-fisici sono dovuti a vibrazioni disarmoniche delle frequenze che ci colpiscono. Sono altrettanto convinto che suonando accordati a 432 Hz ristabiliamo l'equilibrio armonico che mette in risonanza il nostro corpo creando armonia vibrazionale e, di conseguenza, guarigione.

Margherita Fronte, giornalista, che si occupa di medicina, scienza e ambiente per il Corriere della Sera e per i giornali del gruppo Focus ed è docente del Master in Comunicazione della Scienza presso la Scuola internazionale superiore di studi avanzati (SISSA) di Trieste ha recentemente intervistato il Prof. Carlo Ventura, direttore del laboratorio di biologia molecolare e bioingegneria delle cellule staminali presso l'istituto di cardiologia dell'università di Bologna ed è in stretta collaborazione con Università della California. Egli afferma che le cellule, come tutto l'universo, vibrano e, facendo ascoltare le giuste frequenze alle cellule staminali, queste ultime possono essere istruite per divenire cellule specifiche dei nostri organi. La vibrazione è dunque nel tutto e le vibrazioni possono modificare la materia.

Lo ha dimostrato Ernst Chladni (1756-1827) con la Cimatica che studia le forme prodotte dalle vibrazioni. Chladni e, dopo di lui, Hans Jenny riuscirono a provare scientificamente che le vibrazioni modificano la materia. Mi sento di affermare che il mio corpo, che già vibra di suo (cellule), è investito da vibrazioni esterne e, se queste non sono in risonanza con le mie vibrazioni si viene a creare uno sconquasso, si crea disarmonia e ciò è distruttivo.

Se andiamo a ritroso nel tempo scopriamo che Mozart, Beethoven e la Scuola Italiana utilizzavano intonazioni del DO a 256 hertz che è nella proporzione armonica della scala temperata del LA 432Hz.

Sono state ritrovate delle trombe in alcune tombe egizie ed è stato riscontrato che erano accordate a 432 Hz. Gli Stradivari erano costruiti per essere intonati e suonati a 432 Hz.

Giuseppe Verdi voleva fermamente il corista a 432Hz e ha combattuto anche a livello governativo per vedere realizzato il suo obiettivo.

In Europa il LA a 440 Hz fu imposto alla prima conferenza internazionale organizzata dal ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels, che la volle come intonazione ufficiale germanica visto che i suoi soldati, ascoltando musica così intonata, si caricavano di tensione ed aggressività prima delle battaglie.
 
Nel 1965, nei libri di testo italiani, l’intonazione ufficiale manteneva ancora il LA a 432 Hz. Solamente nel 1971 il LA a 440 Hz fu riconosciuto per legge da una delegazione del Consiglio d'Europa a cui si adeguò anche l'Italia.

Elenco ora alcune “coincidenze” che ho ritrovato in varie ricerche. 

- Un adulto in buona salute durante il riposo presenta 60 pulsazioni del cuore al minuto. Se le moltiplichiamo per 24 ore troviamo un risultato di 86400 battiti al giorno (432X2).

- L'altezza originale della grande piramide è di 432 piedi, cioè 147 m circa che moltiplicati per 43200 mi restituisce come risultato il raggio polare della terra, dal polo nord sino al centro (6350 Km circa).

- Stonehenge, importante sito della cultura Celtica, si trova esattamente a 51 gradi 10 minuti 42,3529 secondi latitudine nord. Se moltiplichiamo questi tre numeri otteniamo 21600 (43200:2).

- Il diametro del sole è 1.392.000 Km cioè 864000 miglia (432000x2). Il diametro della luna è 3476Km cioè 2160 miglia (4320:2).

Veniamo ora agli 8 Hz.

Sappiamo che c'è una correlazione tra le varie note della scala temperata.
Ogni nota rispetto alle altre ha un rapporto di distanza ben preciso.
Ogni ottava raddoppia o dimezza il numero di frequenze, a seconda che si salga o si scenda.
Nella accordatura con il LA a 440 Hz ad esempio il La all'ottava superiore sarà di 880 Hz, mentre all'ottava inferiore sarà a 220 Hz.
Se accordiamo il DO in terza ottava a 256 Hz, per il sistema temperato mi ritroverò il LA in terza ottava a 432 Hz.
Se ci spostiamo verso le ottave sempre più basse arriveremo a trovare un DO a 128 Hz, uno a 64 Hz, uno a 32 Hz, uno a 16 Hz ed uno a 8 Hz.

Cosa avrà di particolare questa frequenza che non troviamo con l'accordatura a 440 Hz?

Nell'atomo di idrogeno la differenza di fase tra il protone e l'elettrone è di 1 diviso 0,125 che dà come risultato 8. La sua frequenza vibrazionale è quindi 8Hz, se pensiamo che il nostro corpo è costituito quasi al 90% di idrogeno...
8 hz è anche il battito fondamentale del pianeta conosciuto come Risonanza Fondamentale di Schumann cioè risonanze elettromagnetiche globali eccitate dalle scariche elettriche dei fulmini nella cavità che si trova tra la superficie terrestre e la ionosfera.
Otto Schumann dimostrò matematicamente nel 1952 che la superficie della Terra e la ionosfera interagiscono come due armature di un gigantesco condensatore, dove la Terra è la parte negativa e la ionosfera la parte positiva.

8 hz è anche la frequenza subsonica emessa dai delfini e dalle balene.

8 hz è in grado di generare la stimolazione Alfa-Theta del cervello con la quale i nostri due bioemisferi sono in equilibrio, cioè sono sincronizzati per lavorare bene insieme. La neocorteccia del cervello viene risvegliata in questa sincronizzazione ed il risultato è una armonica compensazione del sistema nervoso che genera rilassamento e liberazione da stress.
I 440hz invece portano ad un innalzamento considerevole dell’emisfero sinistro del cervello causando un aumento sproporzionato dello stato beta, ed il flusso di informazioni è miliardi di volte più debole, mentre i 432hz, multiplo degli 8hz, conduce entrambi gli emisferi ad un balance di equilibrio molto importante per la nostra salute somatopsichica.

E' dimostrato che i tessuti viventi emettono ed assorbono radiazioni a frequenze precise.

La frequenza in cui si registra il massimo assorbimento da parte del DNA corrisponde ad una lunghezza d’onda di 65 nanometri che è il valore preciso della 42esima ottava sopra la frequenza di 256,54 Hz. Quindi gli armonici degli 8hz sono frequenza di replicazione del DNA.
 
Le leggi di Keplero ci hanno introdotti al fatto che l’arrangiamento planetario del nostro sistema solare segue una scala di sintonia di Do 256hz. Accade dunque che un cantante quale organismo vivente è “accordato” coerentemente con il DNA di tutte le cellule. Le frequenze delle particelle subatomiche sono anch’esse coinvolte nel processo, tanto nel cantante quanto nell’aria attraverso la quale il suono si diffonde.

Ora se il cantante, organicamente intonato a 432Hz, emette nell'aria, anch'essa intonata a 432Hz dei suoni sfasati di intonazione a 440Hz ben si comprende che creeremo battimenti e disarmonia a livello fisico.

Questo non vuol dire che la musica suonata a 440Hz sia brutta da ascoltare, ma sicuramente non è armonica alla nostra salute.

A questo punto mi piace fare un esempio. Se mangio un pasto pantagruelico ricco di grassi e zuccheri avrò magari appagato la mia ingordigia e sarò pieno e felice, ma avrò forse creato qualche danno al mio fisico. L'esempio mi è utile per affermare che non tutto ciò che all'apparenza ci piace ci fa necessariamente bene!
Ormai da tempo, compongo e suono accordato a 432 Hz ed i risultati sono tangibili; infatti, durante le pratiche di meditazione e di incontro con la parte profonda di sé, gestite in collaborazione con psicologi, istruttori di yoga e professionisti del settore, queste frequenze facilitano il rilassamento del corpo fisico e spirituale aiutando coloro che ne fruiscono a raggiungere stati di profondo benessere.

martedì 1 marzo 2016

Buon compleanno 2016




Ciao Saso' volevo farti gli auguri di buon compleanno e come vedi ho "rispettato" il tuo preferito primo marzo, anche se questo 2016 è bisestile. Eh si che tu sei nata in un anno bisesto! Ma vabbeh manteniamo la tradizione e primo marzo sia e resti!

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Stando a quanto si dice avresti dovuto festeggiare ogni quattro anni, e quindi così facendo restare più a lungo giovane  ^_^  da ridere eh?! poiché, ironia della sorte, lo sei restata comunque! Ma dicevo, la tua scelta è ricaduta sul giorno dopo e quindi oggi ti porgo i miei più grati auguri di buon compleanno.
I miei più grati...
E' la prima volta che mi esprimo così in circostanze del genere, ma devo ringraziarti per il regalo che mi hai inviato ieri e oggi. Avrei dovuto fartene uno io e invece ne hai fatto tu uno a me. Lo stavi preparando già da qualche giorno eh?!

Come ben saprai sto cercando di risolvere un "problemino" finora seguendo metodi alternativi (un po' lenti forse ma funzionano!), tuttavia le informazioni e i contatti che ho avuto in questi ultimi giorni mi hanno portato anche sulla via dei metodi ufficiali.
Sono arrivati per caso... e il "caso" -noi lo sappiamo bene- è tutto un programma! perciò per me è stato un segnale, un messaggio, un regalo che ho accolto e portato avanti. E così ieri si è sbloccato un "nodo" burocratico e stamani è arrivata la telefonata che m'informava dell'appuntamento fissato. 

Risultati immagini per orchideeGrazie sister Mary, so che i tuoi regali sono particolari, speciali, pensati per farmi crescere/evolvere e so che dovrò elaborarli, appena passato l'attimo di euforia per come si sono svolte le cose (più di un attimo! direi che è durato due giorni interi!!)
Nel giorno del proprio compleanno, fare regali invece di riceverne... deve far provare una bella sensazione.
Grazie sister Mary, ci sei sempre stata e continui ad esserci, confermandomi ancora una volta che nessun luogo è lontano.

Tanti auguri Saso'! Che la luce splenda su di te 7 volte 7 quante sono le benedizioni che ti invio moltiplicate ancora per 7
Possa il tuo spirito volteggiare libero in ogni mondo desideri andare, oggi come ieri ma anche meglio. Sempre meglio!

Lunga vita e prosperità