venerdì 21 dicembre 2012

UFO 1996: Il caso Varginha

L'evento di Varginha è il caso di incontro ravvicinato del terzo tipo più importante mai avvenuto in Brasile e forse nel mondo. La sua importanza equivale a quello del famossimo caso di Roswell a livello di significato… ma una Roswell moderna, con testimoni civili a decine e morti inspiegabili, spaventosamente più agghiaccianti.

Varginha è una piccola città industriale di 120 mila abitanti, si trova nello stato di Minas Gerais a un centinaio di km da Rio de Janeiro.
Il 20 di gennaio del 1996, intorno alle 10 del mattino il NORAD, il sistema di Difesa Aerea integrata del Nord America, individuò sui suoi radar uno o più oggetti volanti non identificati che erano entrati nell'atmosfera terrestre nei pressi del Nuovo Messico e che furono subito intercettati dai caccia dell'U.S. Air Force inviati ad abbatterli.

Un veicolo alieno sembrò precipitare verso la zona di Varginha. Il governo brasiliano fu subito allertato e in un momento il cielo fu invaso da numerosi aerei da trasporto mentre i Berretti Verdi statunitensi della base di Panama furono mobilitati d'urgenza. Nello stesso momento centinaia di abitanti di Varginha osservarono nel cielo degli oggetti a forma di sigaro, tra cui quello che sembrava in avaria, come mostrano le foto e il filmato girato da uno dei testimoni dell'avvistamento. 

Verso le 3 del mattino, il signor E. Freitas e sua moglie furono svegliati da un forte boato proveniente dal terreno confinante al loro. Spaventati, i due coniugi avvisarono la polizia militare che era già in allarme, mentre i pompieri di Varginha si recavano sul luogo. Ovviamente la coppia rimase sorpresa dalla rapidità in cui il convoglio militare arrivò dal campo militare, situato infatti a 25 km dalla città.
Verso le 10 del mattino, i militari catturarono una creatura con una specie di cappio legato all'estremità di un bastone e la condussero al campo militare dove i livelli di sicurezza erano massimi.
Delimitarono una zona di sicurezza intorno al luogo dell'impatto e gli stessi soldati cacciarono via un testimone che si trovava in zona, un derattizzatore che due ore più tardi due poliziotti fermarono in un bar, intimandogli fermamente di tacere su ciò che aveva visto. Nello stesso momento i pompieri furono chiamati a causa di una strana creatura che si aggirava tra le strade della città, distante circa 2 km dal luogo dell'impatto che era gia stato invaso dalla folla.

Tre giovani ragazze che rientravano dalla scuola presero una scorciatoia passando da un giardino e notarono uno strano essere accovacciato contro il muro di una proprietà. Le ragazze spaventate scapparono via e una volta a casa descrissero ai loro familiari l'essere di forma umanoide "simile ad un diavolo". Numerosi testimoni diedero la stessa versione nel descrivere l'alieno disegnando un suo ritratto. Dissero di aver visto un "essere orribile alto circa 1 metro, occhi rosso-sangue, braccia sottili e lunghe". Spaventati da ciò che avevano appena visto avvertirono subito i militari, i quali catturarono la creatura facilmente senza che questa opponesse alcuna resistenza. Sembrava debole, malata e sofferente a causa di una frattura alla gamba.

Più tardi si seppe che la stessa notte una terza entità fu catturata sul ciglio di una strada, ma questa volta con tre camion di soldati ben equipaggiati i quali trasportarono l'essere verso l'ospedale, dove già regnava la più totale confusione tra militari, pompieri e servizi segreti. Alle tre del mattino dopo, una colonna di camion partì dall'ospedale dirigendosi verso l'università dell'UNICAMPI, dove erano allestiti due laboratori di massima sicurezza.
I poveri esseri restarono nell'ospedale circa 48 ore prima di essere trasferiti, ma uno di loro era gia morto, infatti alcuni soldati furono visti mentre trasportavano una piccola bara e uscire da una porta secondaria. L'operazione fu condotta molto velocemente dai militari e ben realizzata, ma non furono altrettanto bravi a dare spiegazioni alla popolazione riguardo all'accaduto.
Ciò sta nel fatto che in quella particolare giornata ci furono tanti testimoni che raccontarono fatti talmente assurdi, cambiando la loro versione originale perché in evidente imbarazzo e timore a causa del condizionamento da parte dei militari, quindi era evidente che non si sentivano liberi di parlare apertamente di ciò che avevano visto. La testimonianza del comandante Calza a capo del convoglio era che "la gente aveva scambiato una donna nana accovacciata per un extraterrestre e che trasportarono d'urgenza all'ospedale".

Uno dei soldati che parteciparono alla cattura della creatura, Marco Eli Cherese di 23 anni e autista di uno dei due camion della polizia militare, morì qualche giorno dopo la missione di cattura dell'alieno. Si dice che dopo quella notte, rientrato a casa, il ragazzo avvertì dei forti dolori alla schiena e successivamente un aumento di febbre con graduale stato di paralisi. Ragione questa che lo spinse immediatamente a ricoverarsi all'ospedale del Bon Pastor dove venne isolato perfino dalla sua famiglia che non lo vide per diversi giorni. La natura del suo decesso rimase sconosciuta, solo alla sua ragazza fu concesso di assistere ai suoi funerali e nessun'autopsia fu realizzata sul suo corpo. La cosa strana è che anche l'alieno che era venuto a contatto con il poliziotto morì, ma molto più rapidamente. Pare che al momento del contatto fisico con l'essere all'altezza dell'anca, batteri di tre tipi diversi avvelenarono il suo corpo in pochi giorni. Alcuni mesi dopo il funerale del ragazzo, la causa del suo decesso era ancora sconosciuta. Sembra che la ragione della mancata autopsia sia dovuta al fatto che si temeva il rischio di una contaminazione.
 
Sotto la pressione dell'opinione pubblica, il Generale C. Râpe comandante della locale base militare brasiliana tenne una conferenza in tutta fretta dove negò di aver partecipato insieme alle sue truppe a quel "non avvenimento" e negò anche la presenza del militare Cherese nella notte del recupero dell'alieno.
La popolazione della città sembrò essere stata condizionata e per questo si non parlò più di quell'evento. Però il 29 aprile del 1996, alle ore 22, quattro uomini in nero si presentarono a casa delle due sorelle, Liliane e Valquiria, testimoni dell'avvistamento della creatura, per chiedere loro di cambiare la versione dei fatti in cambio di una forte somma di denaro contante.
Gli uomini entrarono in casa senza chiederne il permesso e chiusero la porta a chiave. Domandarono alla loro madre se aveva problemi economici, quale erano i loro desideri e se avevano un lavoro. La madre rifiutò la forte somma di denaro che i quattro uomini le proposero in cambio di un'intervista alla televisione nazionale, ma le promisero che sarebbero tornati.
 "Questo caso era troppo rilevante per mentire così spudoratamente" affermò la madre. Assillate ogni giorno dalla presenza di queste "persone", le tre donne finirono col vivere una vita di inferno dopo quell'evento.
 
Più di 80 ufologi parteciparono allo studio di questo caso storico. L'inchiesta permise anche di scoprire che due mesi dopo, un'altra creatura dello stesso tipo fu avvistata nello zoo della città, cinque animali morirono senza una ragione apparente nell'aprile del '96.
Nel 2003 il Dottor Roger Leir, chirurgo statunitense specializzato nell'estrazione di impianti di natura sconosciuta, decide di interessarsi al caso Varginha incontrando il collega brasiliano che aveva avuto a che fare con una delle entità catturate. 
 
Leir tenne con lui un colloquio di tre ore all'Hospital Regional di Minas Gerais e allo stesso tempo poté verificare le versioni dei vari testimoni di allora. Il dottore, che non ha voluto rivelare il suo vero nome, rivelò nuovi dettagli. Affermò che l'essere era vivo quando al momento che era arrivato in ospedale e comunicava con lui telepaticamente mentre gli curava le sue fratture, come se le sue mani fossero guidate automaticamente, ma non ha poi divulgato l'intero messaggio che aveva ricevuto. Ma una parte lamentava che "gli esseri umani hanno perso la parte più grande della loro spiritualità".
 
Il Dr. Leir ha comunque potuto condividere la sua esperienza sugli impianti extraterrestri con il suo collega e pubblicato il libro "Gli extraterrestri catturati a Varginha in Brasile: il nuovo Roswell". Molti tra i ricercatori e i soliti "ufologi di comodo" sono scettici riguardo a questa faccenda, ma le prove a nostro avviso sono molte e quasi inoppugnabili. Quello che si è verificato a Varginha è l'ennesima prova del terrore che hanno le autorità terrestri riguardo al fenomeno Ufo: che si sia trattato di creature "strane" e non umane è fuor di dubbio, così come è certa una pericolosità "non cosciente" di quegli esseri dovuta alla presenza sulla loro pelle di batteri mortali per noi (come i nostri per loro).

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